IL RICORDO DELL’ARCHIVIO MUSICALE DELL’ANGELO DI MILANO DI DON PIETRO ALLORI A 35 ANNI DALLA SCOMPARSA: PREGHIERA E ISPIRAZIONE ARTISTICA

don Pietro Allori

riferisce TONINO MULAS

L’Archivio musicale dell’Angelo di Milano ricorda il 35° anniversario della morte di don Pietro Allori pubblicando sul suo sito una nota in margine ad un articolo del 1985 di don Carmine Mura (Corriere del Sulcis, maggio 1985)

Don Carmine Mura, cantore solista nel 1954 del Coro del Seminario di Iglesias, fu tra i primi a ricordare pubblicamente la figura di don Allori, maestro di Cappella della Cattedrale di Iglesias dal 1955 al 1985. Il ricordo del sacerdote di Sant’Antioco si sofferma sulla figura spirituale e artistica del sacerdote-musicista di Gonnesa citando episodi che solo chi gli ha vissuto accanto poteva riferire.

[…] Durante i primi anni del Seminario minore – scrive don Carmine – io e la mia famiglia avevamo avuto modo di apprezzare la bontà e la serena giovialità, pur velata da timidezza di don Allori […]  Nel 1954 rientrai in seminario con qualche ritardo a causa di una infezione polmonare. Don Pietro Allori, reduce da una analoga malattia, era stato destinato in seminario come insegnate di musica e organista della Chiesa del Collegio (la cattedrale era in riparazione). Nato nel 1925 aveva allora 29 anni. Celebrava la sua Messa quotidiana nella Cappella del Seminario, letteralmente appoggiato all’altare. Era ancora tanto debole. Cionondimeno aveva già imbastito la Messa “Mater divinae gratiae a 2 voci pari di Marcello Cagnacci (didatta e compositore musicale toscano ndr) e mi aspettava per gli assolo dei soprani. Affiatato il coro, passò a brani più impegnativi di sue composizioni e di altri autori. La prima volta che eseguimmo in Cattedrale (r riaperta nel novembre del 1955 ndr) l’Ave Maria di Bonaventura Somma, a 4 voci dispari, Mons. Giovanni Pirastru, durante l’offertorio del solenne pontificale (Festa dell’Immacolata), chiede la ripetizione dell’Ave Maria.

Delle sue composizioni ricordo la barcarola “Dolce andare” a 4 voci dispari e pianoforte, la serenata “Cade la neve” a 4 voci dispari e pianoforte, che gratificavano l’animo, perché melodie, suoni e parole trasportavano in un mondo ancora incantato, di presa suadente e immediata.

Grandi preparativi per il 25° anniversario di episcopato di Mons. Giovanni Pirastru, con la superba Messa “Fulgens corona” a 3 voci dispari e organo, chiusa con l’inno “Salve o Vergine” a 4 voci dispari, e il più superbo ancora “Oremus pro Antistite” a 8 voci. […]

Sulla scrivania della camera teneva una cartella, sempre aperta, di fogli musicali, e sopra il breviario. Preghiera e ispirazione artistica fuse insieme per diventare elevazione spirituale e comunicazione dei trasporti dell’anima. Questa ricchezza e consapevolezza artistica non gli davano addito per atteggiarsi, al contrario si traduceva in semplice bontà. Lo chiamavamo “zietto”. È tutto detto se si pensa ai rapporti superiori, insegnanti – alunni negli anni 50’. Ed egli godeva e gradiva questa familiarità, che da parte nostra   tuttavia restava sempre nei limiti del rispetto. E per tanti di noi, diventati sacerdoti, era rimasto ancora “zietto”. Ed egli gradiva ancora questo gergo familiare, che cementava l’amicizia fraterna.

Schivo, silenzioso, per circa trent’anni è vissuto scandendo gli impegni quotidiani a Iglesias tra seminario, cattedrale, curia vescovile e scuola.

Caro don Pietro, ora che non sei più tra noi fisicamente, il tuo silenzio, trasformato in voci e armonie melodiose giunte da lontano per la Messa esequiale – don Carmine fa cenno della presenza alle Esequie del Coro dell’Università Cattolica di Milano – prelude il giusto e dovuto riconoscimento del tuo genio musicale, che non è stato adeguatamente valorizzato quand’eri in vita.

E attraverso la tua produzione artistica resterai presente in mezzo a quanti ti abbiamo stimato sacerdote, musicista, insegnante, fino a quando il Signore ci congiungerà nelle arcane melodie del paradiso.

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