MAURA STATZU, GIOVANE SULCITANA IN PRIMA LINEA AD ATLANTA CONTRO IL COVID-19: “LAVORARE PER LA CURA DEFINITIVA, SI ARRIVERA’ PRESTO AL VACCINO”

ph: Maura Statzu

di MARCELLO COCCO

Da Nuraxi Figus a uno dei templi mondiali della virologia: è l’incredibile salto fatto da una giovanissima scienziata sarda. Dopo la laurea all’Università di Cagliari e la magistrale alla Sapienza di Roma, Maura Statzu, 31 anni, è volata sino ad Atlanta (Georgia), alla Emory University. Non un ateneo qualunque: il capo dipartimento di Patologia e direttore della divisione di Microbiologia e Immunologia allo Yerkes national primate research center è Guido Silvestri, lo scienziato e divulgatore scientifico in prima linea nella lotta contro il Sars-cov2.

Un osservatorio privilegiato quello della scienziata sulcitana. Che, direttamente, si occupa di hiv (“Una malattia che continua a provocare un milione di morti l’anno”). E condivide lo stesso ottimismo del suo mentore.

Recentemente Silvestri ha scritto su Facebook che il coronavirus “non ha speranze”. Lei, dal canto suo, ostenta la stessa fiducia quando parla di hiv. “Stiamo cercando la cura definitiva, arriveremo al vaccino”. Ovviamente, in queste ore tutti i riflettori sono puntati sulla lotta contro il coronavirus. “La Emory University sta lavorando su tutti i fronti: è stato messo a punto un test sierologico e, nel frattempo, si studiano terapie, farmaci antivirali e anche i vaccini”. I passi avanti già sono stati fatti. “Nella nostra università li stiamo testando”.

La ricerca per l’immunizzazione è quella seguita con maggior interesse da tutta la popolazione mondiale: soltanto quando esisterà un vaccino, il covid-19 smetterà di essere un incubo. “La luce in fondo al tunnel si vede anche se, ovviamente, serve tempo”.

Qualcuno sostiene che sia inutile pensare a un vaccino dal momento che il virus è a Rna e, quindi, muta velocemente. “Certo. Ma esistono già altri vaccini contro virus a Rna”.

Tra i tanti approcci seguiti dalla Emory c’è quello di riconoscere e neutralizzare la proteina spike, quella che consente al virus di entrare nella cellula umana. “Ogni settimana, Silvestri ci riunisce in un meeting per parlare dei progressi che vengono fatti volta per volta. Lui è un vero leader, un grande motivatore. Impossibile non condividere il suo ottimismo. Tra l’altro, qui abbiamo la grande fortuna di lavorare con scienziati che provengono da tutto il mondo: lo scambio di saperi, di culture si rivela un’arma in più”. In fondo, la ricetta più semplice del mondo. In realtà, ce n’è anche un’altra. “Il mio suggerimento? Mai come in questo periodo bisogno riporre fiducia negli scienziati, nei ricercatori e nei medici”.

Una carriera che merita di essere raccontata quella della giovane scienziata sulcitana. “Dopo la magistrale alla Sapienza, sono rimasta a Roma per il dottorato di medicina sperimentale in virologia e immunologia. Lì ho saputo che Silvestri cercava post doc: ho avuto modo di parlarci quando era a Roma per un congresso. A novembre 2018 ho fatto l’ application e a giugno dell’anno scorso mi sono trasferita ad Atlanta”.

La guerra contro un infido virus come quello che provoca l’hiv; una guerra destinata al successo: il massimo per una scienziata. Ma Statzu è anche una giovane sarda. “Che cosa mi manca della Sardegna? Tutto. Gli affetti, gli amici, la famiglia, il mare, il cibo, il clima. Certo, siamo nel sud degli Stati Uniti: qua in Georgia il clima è caldo. Ma vuoi paragonarlo con quello della Sardegna?”.

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