DISTANTI MA UNITI: I CIRCOLI F.A.S.I. DELLA TOSCANA HANNO FESTEGGIATO IN MODO INSOLITO “SA DIE DE SA SARDIGNA”

di DANIELE GABBRIELLI

L’impossibilità di svolgere le consuete attività sociali per il covid, ha portato quest’anno a festeggiare in modo insolito la Giornata del popolo Sardo da parte dei sei circoli sardi della Toscana. Proprio per reagire alla forzata segregazione, i circoli hanno deciso, per la prima volta, di riuniore congiuntamente i propri direttivi su una piattaforma on-line. Negli anni passati ciascun circolo festeggiava con i propri soci e anche quest’anno, nonostante le vicende di questi mesi di isolamento, è stato comunque possibile festeggiarlo, prendendo l’iniziativa, originale e significativa, di convocare tutti assieme gli oltre cinquanta membri dei consigli direttivi, superando, in molti casi, anche il comprensibile gap tecnologico.

Forte la commozione nel momento iniziale dei saluti, nel ritrovare tanti amici uniti dalla nostalgia verso la nostra terra che, in questo momento, appare ancor più lontana e con la quale, ci auguriamo presto, di poterci ricongiungere.

Dopo il saluto dei Presidenti dei circoli ACSIT di Firenze, Peppino Mereu di Siena, Narada di Prato, Grazia Deledda di Pisa, 4 Mori di Livorno e dell’Isola d’Elba, è intervenuta la Presidente FASI Serafina Mascia e il coordinatore dei circoli Fasi Centro Sud Simone Pisano.

Il noto antropologo Pietro Clemente, socio del circolo senese, ha ricordato la ricorrenza dei “vespri sardi” del 28 aprile 1794, quando i cagliaritani cacciarono i rappresentanti piemontesi, rivendicando di essere finalmente amministrati da sardi, ma anche l’anno precedente quando, sempre a Cagliari e a La Maddalena, fu eroicamente respinto un tentativo dei francesi di occupare l’Isola. Clemente ha ricordato l’effervescente clima politico di quegli anni, susseguenti alla Rivoluzione Francese, di grande speranza di cambiamenti politici e sociali; anche la Toscana festeggia la propria Festa ricordando proprio un avvenimento di quel periodo storico, l’abolizione della pena di morte, primo stato nel mondo, il 30 novembre 1786.

La serata è stata allietata da letture da autori sardi e da intermezzi di musicali, in diretta da Orosei, grazie alla squisita disponibilità di Pietro Paolo Piredda con launeddas e sa trunfa.

In queste settimane, diciamo spesso che nulla sarà come prima, ma invece che arrendersi al fatalismo, i circoli sardi di Toscana hanno manifestato l’intenzione, proprio a partire da questa significativo momento, di coordinare maggiormente le loro attività, pur salvaguardando le specificità e l’autonomia di ciascuno, in modo da essere il più possibile incisivi e fattivi nel promuovere la Sardegna, rendendo ancora più ambiziosi gli obiettivi, proprio grazie alla sinergia delle forze.

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