NEL TEMPO DEL CORONAVIRUS

di PAOLO PULINA

E come potevamo noi considerare

che fosse una semplice influenza

un morbo sconosciuto, di potenza                        

tale da essere capace di appestare 

un distretto di 50 milioni di cinesi?               

Da sempre speranzosi nello “stellone”,          

in Italia si diceva: “mai saremo presi                               

da flagello di sì lontana formazione!”.                

A smentire subito l’ illusorio sogno                   

e ad assestare un colpo dei più sodi               

sono bastate le notizie da Codogno                   

e da altri comuni in provincia di Lodi.               

E apprendi che anche a Vo’ Euganeo                

un focolaio è nato in modo subitaneo.          

E impari che Coronavirus è chiamato          

il “veleno” che infetta subdolamente             

il nostro delicato respiratorio apparato     

con le goccioline (teniamo a mente!)          

che espelliamo con tosse e starnuto.

Benché bombardato di informazioni,

che spiegano il concetto ogni minuto,                    

ancora c’è chi – con irrazionali reazioni

non capisce che il virus usa le persone

come vettori e che si può porre stop

alla sua devastazione di vite umane

se non gli si dà passaggi in autostop!

Laviamoci le mani nelle nostre case,

e “godiamoci” questi arresti domiciliari.

Non laviamocene le mani, in una fase

di rischio in cui ognuno ha particolari

responsabilità. Contrastiamo l’incoronato

veleno con l’antidoto rivelatosi più adatto!

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