IL TREKKING SUL TETTO DELLA SARDEGNA: IL GENNARGENTU TRA SPECIE ANIMALI E PANORAMI MOZZAFIATO

La bellezza si scopre passo dopo passo. Quando si raggiunge Punta La Marmora, all’ombra della gigantesca croce di metallo che sovrasta il massiccio, per qualche minuto si ha la netta sensazione di essere la persona più alta della Sardegna. Le cose stanno esattamente così: quella del Gennargentu è la catena montuosa più elevata dell’Isola e la vetta che porta il nome del generale sabaudo, con i suoi 1834 metri, è il suo spettacolare e meraviglioso culmine. Per perdere il proprio sguardo in un panorama che toglie il fiato bastano poche ore di camminata lungo un sentiero ben segnalato e mai troppo impegnativo.

Il Gennargentu è frequentato soprattutto durante l’inverno, visto che lungo i pendii del Bruncu Spina e del Monte Spada sono presenti alcuni impianti di risalita installati anni fa per incentivare gli sport invernali. Ma il massiccio con le vette più alte dell’Isola è frequentato anche durante gli altri mesi dell’anno, sia dalla gente del luogo che dai turisti provenienti in particolare dal nord Europa. Sono diversi i sentieri che permettono agli escursionisti di raggiungere gli angoli più spettacolari della montagna nel cuore della Sardegna. Uno dei più battuti è sicuramente quello che dalla località S’Arena porta fino a Punta La Marmora: circa 14 chilometri tra andata e ritorno, per un totale di cinque ore di camminata.

Il sentiero, che è il Cai 721, prende il via dal rifugio che si trova a S’Arena, purtroppo oggi una struttura abbandonata e anche vandalizzata, a quota 1510 metri, dove si può comodamente lasciare l’auto. Dopo alcuni tornanti la stradina diventa sempre più stretta fino ad Arcu Artilai (1660 metri). Da qui si prosegue verso destra in direzione Arcu Gennargentu, che si raggiunge dopo un’ora di camminata e dopo aver superato i ruderi del rifugio La Marmora, inaugurato nel 1901 e crollato pochi anni più tardi per via dell’incuria. Dall’Arcu Gennargentu, seguendo le indicazioni per Punta La Marmora, il sentiero si fa improvvisamente più ripido. La fatica, comunque mai troppa, viene subito ripagata quando finalmente si raggiunge la vetta della montagna. È da qui che è possibile ammirare un panorama a 360 gradi che va da nord a sud, da est a ovest, dal mare fino ai profili delle altre montagne dell’Isola, a cominciare dal più vicino Supramonte. Dopo aver provato la grande emozione di aver conquistato il punto più alto della Sardegna, e aver lasciato una firma nell’apposito diario contenuto in una scatola di metallo, si riprende lo stesso sentiero dell’andata fino a tornare esattamente al punto di partenza, in località S’Arena.

Il trekking fino a Punta La Marmora è forse il più suggestivo tra quelli possibili sul Gennargentu. Lo è innanzitutto per il panorama con pochi eguali, ma anche per l’ambiente immediatamente circostante. Il sentiero 721 si sviluppa infatti tra alcune pietraie e una vegetazione particolarmente bassa per via delle rigide temperature invernali. Il contesto, soprattutto nei mesi più caldi, è quasi lunare. Tra le altre cose, non sono affatto rari gli incontri ravvicinati con le numerose specie animali che popolano il massiccio, come pecore, mucche, cavalli, mufloni e una infinità di uccelli, a cominciare dall’aquila reale.

Per raggiungere il punto di partenza, cioè la località S’Arena, nel comune di Desulo, è consigliato digitare il nome della destinazione nel proprio navigatore, visto che la cartellonistica lungo le strade statali non è esaustiva. L’inizio dal sentiero è distante da Olbia 156 chilometri, per un totale di 2 ore e 6 minuti di auto. Da Sassari, invece, 2 ore e 20, mentre da Cagliari 2 ore e 25 e da Oristano 1 ora e 57. Dalla più vicina Nuoro, infine, 1 ora e 6 minuti.

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