377 TAPPE IN SARDEGNA: SEBASTIANO DESSANAY, IL MUSICISTA CON LA BICI E L’UKULELE BASSO (DAL CORRIERE DELLA SERA ONLINE)

ph: Sebastiano Dessanay
di ELVIRA SERRA

Il suo viaggio è cominciato il 26 ottobre 2018 a Nuoro. «Era la città del mio bisnonno Pasquale Dessanay, un poeta». Si concluderà il 21 dicembre a Cagliari, la sua città. «È il giorno del solstizio d’inverno. Spero di riuscire a finire nei tempi che mi sono dato». Questi tempi prevedono 377 tappe, tante quanti sono i Comuni della Sardegna, quasi una al giorno. Perché è questo il progetto di Sebastiano Dessanay, 47 anni, laurea in Geologia e diploma in contrabbasso a Cagliari, poi master e dottorato al Conservatorio di Birmingham, dove ha studiato composizione: visitare l’Isola in bicicletta con l’ukulele basso, contando sull’ospitalità delle persone del posto.

«All’inizio i miei famigliari mi prendevano per matto. Adesso che la rete di solidarietà per supportare il mio viaggio si sta allargando e che c’è proprio un movimento social di chi vuole darmi una mano, anche loro riescono a comprendere meglio il mio bisogno di partire», racconta per telefono dal Goceano, dove si trova adesso. «Il 16 ho dormito ad Anela. Il 18 a Orotelli e il 19 a Ottana, dove hanno organizzato per me una ciclopedalata serale e la proiezione di un film». La sua bici, una ibrida da turismo, finora ha retto bene. «Cerco sempre di viaggiare sulle strade provinciali. Le ruote non si sono mai bucate e ho solo sostituito due volte i copertoni. Ma anche questa manutenzione sono riuscito a farla gratuitamente grazie alla generosità di persone che ho incontrato».

Sebastiano avvisa un mese prima via email i Comuni segnati nel suo percorso virtuale. «Ho fatto il calendario seguendo anzitutto un criterio: le coste d’inverno e l’interno d’estate, perché altrimenti avrei dovuto affrontare troppa pioggia e troppo freddo». Gli inconvenienti non mancano, perché gli è capitato più di una volta che le amministrazioni non avessero letto la sua richiesta di ospitalità. «Solo una decina di volte, finora, mi sono dovuto arrangiare con i B&B, perché anche quando i funzionari comunali non avevano visto la mia richiesta poi si sono adoperati per trovarmi un alloggio». Altre volte sono degli sconosciuti a rendersi disponibili ad accoglierlo, come è successo a Dorgali. «Antonella Fancello, per esempio, mi ha fatto passare una giornata indimenticabile, organizzando un incontro con una comunità di ragazzi speciali ai quali ho raccontato la mia avventura, e poi con un anziano che in campagna mi ha raccontato come si costruisce un pinnettu, una tipica costruzione pastorale». Lei, per esempio, aveva letto sui social del progetto e aveva subito aderito, fornendogli i contatti di alcuni conoscenti per altre zone della Sardegna.

Nella tappa di Ozieri ha conosciuto Maria Vittoria, la sua fidanzata. «Quando può mi raggiunge». Ma il viaggio resta in solitaria. «Fare il bucato d’inverno non è stato facile, soprattutto per l’asciugatura. Adesso con questo sole va meglio». Il momento più bello è stato quando ha (ri)visto il mare, dopo 40 giorni di viaggio. «Me lo sono conquistato con le mie gambe, è stata una sensazione fortissima. Vedere il mare per chi sta in Sardegna richiede al massimo un’ora di viaggio in auto, è scontato: per me non lo era più». Imprevisti: «Una brutta insolazione e un raffreddore pesante. Ma non ho mai interrotto il viaggio».

Ogni giorno Sebastiano aggiorna le tappe sul sito www.377project.com, postando le foto dei paesaggi e dei personaggi che ha incontrato. «Alla fine vorrei scrivere un libro e pubblicare un cd musiche composte in ogni luogo in cui sono stato: sto già pubblicando i frammenti musicali di tutte le tappe». Poi si vedrà. Buon viaggio!

(corriere.it)

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