LA FESTA A ROMA PER IL SANTO PATRONO DELLA SARDEGNA, CON IL TENACE “DIFENSOR FIDEI” ROBERTO LAI IN COLLABORAZIONE AL GREMIO DEI SARDI E ALL’ASSOCIAZIONE ARCIERE

ph: Roberto Lai
di ANTONIO MARIA MASIA

Ho avuto il privilegio e l’onore di rappresentare il Gremio, in occasione dello straordinario evento romano per il nostro Santo Patrono, venuto dalle coste africane, un tempo lontano, con la pelle color cioccolata, a testimoniare e diffondere la sua fede cristiana, sopportando sofferenze e martirio da parte dell’ancora vigente culto pagano per gli “dei antichi falsi e bugiardi”. L’invito e la richiesta di condividere l’evento sono stati rivolti al Gremio da un infaticabile “amico fraterno” di Antioco, suo punto preciso di riferimento spirituale e familiare, Roberto Lai di Sant’Antioco, che della diffusione del culto e dell’immagine del Santo ha fatto la sua missione di vita culturale e sociale. Grazie a lui sono state ritrovate preziose statue, sculture e immagini del Santo e… anche altri preziosi beni artistici, a causa del suo lavoro: una vita da investigatore nello speciale Reparto dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale alla caccia e ritrovamento di reperti storici e archeologici trafugati e nascosti per interessi di mercato.

Nella parrocchia del suo quartiere, bella e accogliente, con il sostegno di un parroco tutto sardo, Antonio Sconamilia, un sacerdote gentile, intelligente e sempre sorridente della splendida Bosa, città regale sul Temo, hanno realizzato un momento solenne e coinvolgente per sardi e non sardi di Roma che si sono ritrovati a pregare per il Santo africano, ora anche romano. Santo africano, naturalizzato in Sardegna, patrono della Diocesi di Iglesias, di Ozieri e dell’intera Sardegna, presente e venerato in tantissime località della Sardegna, perfino  in Corsica.

Un Santo che mi da modo di riflettere sul fatto che un giovane nero proveniente nel 1° secolo dopo Cristo dall’Africa del nord è il patrono della mia Sardegna, dove però alcuni esprimono, più o meno inconsciamente e “spintaneamente”, sentimenti di paura e di disprezzo per quel colore di pelle, per quel tanto di apparentemente di diverso che c’è fra le persone, incuranti che in fondo, in questo mondo, si appartiene tutti all’unica razza possibile: quella umana.

Una sorta di nemesi storica, da tenere sempre presente: un nero africano di nome Antioco patrono della Sardegna! Che meraviglia! La voglia di dire: ben gli sta a qualcuno!  Anche Roberto Lai, nel suo intervento di presentazione  ha voluto sottolineare questo aspetto: “Un santo che colpisce per la sua modernità, infatti  S. Antioco era un uomo di colore, veniva dal mare perché la sua fede lo aveva costretto all’esilio. A suo modo rappresenta il dolore e il dramma dei profughi e dei clandestini che ogni giorno sbarcano nei nostri lidi”.

Un incontro di comunità, un ritorno sentimentale a quel bellissimo luogo sardo ove sorge la chiesa per Antioco.

Durante la Messa, Roberto ha prima ricordato che Il  primo passo “verso Antioco a Roma” c’era stato  il 15 ottobre dello scorso anno  quando in questa stessa Parrocchia  di Santa Maria Janua Coeli era stata intronizzata un’opera della pittrice Bulgara Katya Andreeva raffigurante S.Antioco.  E di seguito,lo studioso e ricercatore antiochese ha relazionato sulla personalità e la vita del Santo ricontestualizzandola alle problematiche sociali.  Ha inoltre illustrato un’opera raffigurante il Santo realizzata dalla ceramista sarda Carmela Balia presente, un’opera in bisso raffigurante Antioco a Cavallo, realizzata dalle Maestre dell’antica tessitura del bisso Assuntina e Giuseppina Pes, e descritto una bellissima opera in pietra “Antioco il moro” realizzata dallo scultore sardo Antonio Cauli.

La santa Messa, intensa e calorosa l’omelia di Padre Antonio, si è conclusa con la consegna dalle mani di Roberto e don Antonio, del volume a fumetti “Antioco il Santo venuto dal Mare”, realizzato da Roberto Lai e Filippo Tomassi.

Opera in bisso delle sorelle Pes

Infine, dopo l’interessante visita all’interno della Parrocchia ad una piccola mostra d’arte con opere effigianti S.Antioco, l’inizio della grande festa nel largo e ospitale piazzale, arredato a puntino anche con un comodo e ben visibile palco per orchestra,  e adatto per accogliere una larga comunità desiderosa a questo punto di allegria, di musica, di canto.

E la festa popolare, al calar della sera e accarezzati da un venticello fresco “de Roma” è stata partecipata e intensamente vissuta, in una commovente atmosfera familiare e paesana, con piatti e bevande sarde,  sotto l’eco delle più belle e popolari  canzoni sarde, ottimamente interpretate dal Duo Flores de Acantu; particolarmente ispirati Rosanna e Ivo anche loro coinvolti dal contesto.

Ho chiesto ed ottenuto da Roberto le seguenti note storiche per fissare bene nella mente e nel cuore alcuni aspetti della vita di Antioco, che ora, grazie a lui,  conosco un po’ di più, mentre si accresce in me il desiderio di andare a trovarlo, appena possibile, in Sardegna, nella sua incantevole isola sulcitana.

Padre Antonio e Roberto Lai consegnano il volume Antioco il Santo venuto dal mare ai cresimandi 2019

Da Roberto Lai: alcuni dati storici su Antioco.

Antioco nacque nella Mauritania Cesarea, provincia romana dell’Africa, che oggi forma il Marocco e parte dell’Algeria. Secondo la Passione  le gesta di Antioco non erano gradite al Governo di Roma. In quell’epoca, l’imperatore Adriano, trovandosi in Mauritania, convocò Antioco e lo processò perchè ritenuto nemico di Roma. Lo redarguì acerbamente perchè, come medico, aveva preferito il culto di un uomo, punito con la crocifissione, a quello degli Dei di Roma. Lo minacciò invitandolo a rinnegare la fede in Cristo. Antioco non rinnegò il suo Dio e sfidò Adriano  dicendogli che non si sarebbe mai convertito al paganesimo. Le minacce di Adriano furono inutili e fecero accrescere in lui ancora di più la fede cristiana. Altrettanto inutili furono i tormenti a cui venne sottoposto. Gli vennero dapprima abbruciacchiati i fianchi con ferri roventi;  dopo fu messo in una caldaia in cui bollivano olio, pece e zolfo. Antioco, fattosi il segno della croce, entrò in quelle infiammate materie serenamente, uscendone, con generale stupore, illeso. Adriano sorpreso dalle reazioni di Antioco pensò di sfogare la sua ira in modo diverso gettandolo in un anfiteatro, nel quale ruggivano leoni e leopardi, ma queste belve non osarono neppure sfiorarlo. L’imperatore rimase allora sbigottito da tanto portento, mentre meditava quale altro terribile tormento potesse ancora infliggere al servitore di Dio, un terribile terremoto distrusse tutte le statue degli dei pagani. Innanzi a questo, Adriano e tutto il popolo dei pagani ebbero così paura che l’imperatore ordinò che Antioco fosse esiliato in un’isola chiamata Sulci ( Sardegna, odierna Sant’Antioco). A seguito di quell’ordine, un cavaliere romano, chiamato Ciriaco, si imbarcò con Antioco e, dopo diversi giorni di navigazione, arrivarono nell’isola di Sulci e quivi il Santo fu lasciato in esilio. Ma la fama dei suoi miracoli si faceva sempre più grande, le guarigioni che operava sui tanti ammalati, che da lui accorrevano, erano davvero prodigiose. Le gesta  di Antioco giunsero al pretore romano di stanza a Karalis ( Cagliari) che inviò un gran numero di soldati a Sulci per arrestarlo. Giunsero le guardie sul luogo, e già si accingevano ad eseguire l’ordine ricevuto. Antioco non oppose resistenza al suo arresto e chiese ai soldati che prima di partire gli fosse consentito di pregare il suo Dio. Antioco spirò l’ultimo respiro e morì in beatitudine sotto lo stupore dei soldati romani   Ciò avvenne, secondo un’antica e costante tradizione,  nel dì 13 di novembre dell’anno 127.  Trascritta nella Passione  del Santo compilata  probabilmente  tra il 1089 e il 1119 dai monaci di San Vittore di Marsiglia quando ebbero il possesso della Basilica, sull’isola a Lui dedicata.

momenti della festa
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8 commenti

  1. Complimenti al Cavalier Roberto Lai che porta il nome di Sant’Antioco nel mondo.

    • Pinella bullegas

      Grande Roberto, ormai far conoscere sempre più il nostro amato santo Antioco è diventata una tua passione, ma diciamo anche ” missione” grazie a nome mio e di tutti i nostri concittadini…ciao

  2. Gabriella Mannai

    Roberto sei un grande! avevi promesso che avresti portato sant’antioco a roma e ci sei riuriuscito, grazie per tutto quello che fai x nostro patrono

  3. Felice di aver contribuito ad interpretare l’effigie del Santo migrante, su invito di Roberto Lai paladino di Fede e divulgatore infaticabile di S. Antico nel mondo.

  4. Manifestazione di alto spessore culturale. Ogni paese della Sardegna (e anche d’Italia) dovrebbe prenderne esempio e fare ricerche sulle proprie origini al fine di rianimare culti e tradizioni.
    Siamo lieti di essere stati invitati da Roberto Lai e aver partecipato alla “Prima” di questa stupenda iniziativa col nostro repertorio di musica sarda.
    Saludos a tottu e bona vida!
    Rosanna (non Roberta) e Ivo dei Frores de Acantu.

  5. Antonella Senis

    Complimenti all’autore Antonio Maria Masia, bellissimo articolo!

  6. Bellissimo articolo. Il merito di tutto ciò va a Roberto Lai e alla sua instancabile attività di divulgazione della storia e del culto del nostro Santo nonché di promozione della nostra terra.

  7. Bravo Roberto!Risorsa instancabile per S.Antioco.

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