IN MEMORIA DI MARC PORCU, LA POESIA-RACCONTO DI PASQUALINA DERIU: A PARIGI NELLA GIORNATA DEDICATA A GRAMSCI, RICORDATA LA FIGURA DEL POETA FRANCESE DI ORIGINI SARDE

Parigi, 12 maggio 2018, Pasqualina Deriu

introduzione di PAOLO PULINA

poesia di PASQUALINA DERIU

traduzione in francese di MARIA GRAZIA LONGHI

 

A Parigi, nel pomeriggio di sabato 12 maggio 2018 – dopo i lavori del convegno internazionale su “La ricezione delle opere e del pensiero di Gramsci in Francia”, organizzato dalla  F.A.S.I. (Federazione delle 70 Associazioni Sarde in Italia),  in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, il progetto “Sardinia Everywhere” e la Fondazione Istituto Gramsci – sono state ricordate la figura  di Marc Porcu  (10 dicembre 1953 – 13 giugno 2017), poeta e traduttore francese di origini sarde, e la sua antologia poetica “Le cri de l’aube / L’urlo dell’alba”. L’attore Bruno Putzulu, anche lui di origine sarda, molto noto in Francia, ha letto dall’antologia di Porcu i versi  della “Lettre à Gramsci”. La poetessa sarda-milanese Pasqualina Deriu ha dato brevi cenni biografici di Porcu e ha letto una sua poesia-racconto dedicata all’amico Marc. Di questa poesia-racconto qui di seguito viene pubblicato il testo in italiano e la traduzione in francese, a cura di Maria Grazia Longhi.

 

Marc Porcu (in memoria) di Pasqualina Deriu

 

I bambini non piangono,

non puoi, hai solo tre anni

quando gli adulti preparano

le valigie acquistate al mercato

per essere riempite smisurate

con i pesi della vita, le pietre

delle radici e forse i sogni

se ancora resistono.

 

No! I bambini non piangono

c’è il mare a cullarti

ai bambini non dispiace il mare

l’avventura

piangevi per stanchezza forse

in quell’esile vascello

che andava nell’azzurro

mare Nostro sotto le stelle

appena lasciata l’Africa.

 

Come sarà domani, che cosa sarà?

Nessuno sapeva…

Osservavi le isole, lontane

amiche, azzurre anch’esse

il sole accecante dell’occidente

ti chiudeva lo sguardo.

Intorno a te migranti, si assomigliavano tutti

stessi vestiti, stessi pensieri…

 

Qualcuno suonava un’armonica

musica dolce malinconica

si univa al cullare del mare.

Guardavi dal ponte imbronciato

le terre sparire…

Quante ore passate

sdraiati sul vento nella tolda…

 

Finalmente una grande città

con le luci ancora spente.

Si fa giorno, qui il sole cocente

del nero Continente

è diventato grigio

oscurato dalle ciminiere.

 

La valigia viene aperta

Si ripongono gli oggetti

i ricordi la storia

tutto nei cassetti

della nuova casa di periferia.

 

Adulti in fretta

la parola si amplia

diviene profonda allarga

cuore e mente di ragazzi disagiati

di quartieri abbandonati.

Qui sgorga la poesia

tra i fiori del male…

dentro l’orizzonte lontano

di due Continenti.

 

Scivolando nell’Inferno

e risalendo il corpo diviene

parola…

parola di carne, brucia arde

produce sillabe amare, vere.

 

Non potevi in quel fiume d’asfalto

non incontrare Arthur

che scendeva

si lasciava trasportare

dal suo battello alla deriva.

Fu un matrimonio di erranza

contagio di visioni.

 

La prima quella dell’isola

di ciu Grillu, tuo nonno, del pane

dal sapore di terra antica

di Gramsci tuo maestro

di dignità e passione.

 

Con Arthur sono stati inversi

i vostri movimenti

lui verso l’Africa a farsi curare

da una madre africana

tu verso l’Europa.

Esiliati

esilio salutare

avete abitato il silenzio

per trovare una parola di sale luminosa.

 

Con Arthur hai costruito la rete

di poeti una lunga schiera

anche italiani importanti

Cesare Pierpaolo Giuseppe

e non solo, Sergio amico del cuore

e Giovanni e i genovesi e i poeti Resistenti

e il vostro manifesto fu contro la sopraffazione

fu contro la parola usurata

fu per la sillaba scelta con cura

colorata ognuna del suo colore

e una vita impegnata

densa densa di amore.

 

En mémoire de Marc Porcu, traduzione di Maria Grazia Longhi

 

Les enfants ne pleurent pas,

tu ne peux pas, tu n’as que trois ans

quand les adultes font

leurs valises achetées au marché

pour être remplies, immenses

avec les poids de leur vie, les pierres

des racines, et peut-être les rêves

s’ils résistent encore.

 

Non. Les enfants ne pleurent pas

il y a la mer qui te berce

les enfants aiment la mer

l’aventure

tu pleurais de fatigue peut-être

sur ce frêle vaisseau

qui allait dans le bleu

mare Nostrum, sous les étoiles

à peine quittée l’Afrique.

 

Comment sera demain, qu’est ce-que sera?

Personne ne savait…

Tu observais les îles, lointaines

amies, bleues elles aussi

le soleil aveuglant de l’occident

fermait ton regard.

Autour de toi des migrants, ils se ressemblaient tous

les mêmes vêtements, les mêmes pensées…

 

Quelqu’un jouait de l’harmonique

une musique douce, mélancolique

s’unissait au clapotis des vagues.

Fâché, tu regardais du pont

les terres qui disparaissaient…

Que d’heures passées

allongés sur le vent dans le pont…

 

Finalement, une grande ville

aux lumières toutes encore éteintes.

Il fait jour, mais ici le soleil brûlant

du noir Continent

a tourné au gris

obscurci par les cheminées.

 

On a ouvert la valise,

rangé les objets

les souvenirs, l’histoire,

tout dans les tiroirs

de la nouvelle maison de banlieue.

Vite devenus des adultes

la parole s’étend

devient profonde élargie

coeur et esprit des jeunes défavorisés

des quartiers abandonnés.

Ici jaillit la poésie

au milieu des fleurs du mal…

dans l’horizon lointain

de deux Continents.

 

En glissant vers l’Enfer

et en remontant le corps devient

parole…

parole de chair qui brûle embrasée

produit des syllabes amères, vraies.

 

Impossible que dans ce fleuve d’asphalte

tu ne rencontres pas Arthur

qui descendait

se laissant transporter

par son bateau à la dérive.

Ce fut un mariage d’errance

contagion de visions.

 

La première, celle de l’île

de ciu Grillu, ton grand-père, du pain

au goût de terre ancienne

de Gramsci, ton maître

en dignité et passion.

 

Avec Arthur, vous avez inversé vos mouvements

lui vers l’Afrique afin d’être soigné

par une mère africaine

toi vers l’Europe.

Exilés

exil salutaire

vous avez habité le silence

pour retrouver une lumineuse parole de sel.

 

Avec Arthur tu as édifié le réseau

des poètes, un long cortège

avec des italiens aussi, prestigieux

Cesare Pierpaolo Giuseppe

et beaucoup d’autres encore,

Sergio ton ami de coeur

et Giovanni et les génois, et les poètes Résistants

et votre manifeste fut contre la vexation

fut contre la parole usée

fut pour une syllabe choisie avec soin

coloriée chacune de sa couleur

et une vie engagée

pleine d’amour.

 

 

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