GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA ALLA “SARDA TELLUS” DI GENOVA DEDICATA AD EMANUELA LOI, UNA VITA AL SERVIZIO DELLO STATO

DI LUCIA CIREDDU

Domenica 10 marzo, a Genova, l’Associazione Sarda Tellus, ha dedicato la giornata Internazionale della donna a Emanuela Loi, l’agente di Polizia dello Stato morta nell’attentato dinamitardo al magistrato Paolo Borsellino nella tristemente nota via D’amelio a Palermo.
La SardaTellus, con una sala piena di persone coinvolte emotivamente l’ha voluta ricordare, con una introduzione della Presidente del Circolo Lucia Cireddu, raccontando la breve vita lavorativa, dalla scuola Allievi Agenti di Trieste, ai vari piantonamenti tra cui quello al nostro attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fino alla scorta al giudice Paolo Borsellino, dove dopo solo un mese di servizio perse la vita a soli 23 anni nel luglio 1992 insieme ai sui colleghi che svolgevano il servizio di scorta. Significativa la presenza alla commemorazione di due donne della Polizia dello Stato in rappresentanza della Questura di Genova. Dopo la lettura di una toccante biografia da parte della famiglia di Emanuela, la dottoressa Eliana Pastorino, in rappresentanza del mondo civile, sopratutto nella difesa delle donne, con un discorso appassionato, ricordando le parole del messaggio della famiglia che fanno riflettere: perchè ancora oggi è necessario sacrificare la vita per difendere la giustizia e la libertà? Colpisce la forza di queste donne nel riuscire a trasformare un dolore così privato e intenso in impegno civile, capacità di comunicare i valori per la cui difesa Emanuela è morta. In quei valori ci riconosciamo anche parlando dell’otto marzo, della condizione delle donne in una società che ha visto la conquista di tanti e importanti diritti nel lavoro, in famiglia, in politica,ma anche il permanere o il riesplodere di grandi ingiustizie e contraddizioni. il messaggio nel vedere le immagini del filmato proiettate in sala su Emanuela, vedere il suo sorriso simpatico su un viso paffutello e carino, i capelli biondi in contrasto con il berretto scuro della divisa, i primi piani di una donna giovane e decisa e, poi le immagini della strage in cui è stata uccisa insieme ai compagni della scorta e al giudice Borsellino, lascia ancora oggi senza fiato e con un profondo senso di angoscia e rabbia. Altro non è facile dire vedendo sopratutto le due giovani agenti donne sedute in prima fila. Grande commozione ha suscitato la proiezione di immagini di Emanuela, dalla giovinezza col sorriso, fino alla sua ultima casa. Il professore Agostino Calvi, in rappresentanza di due suoi studenti lavoratori sardi, Ilaria Sanna e Antonio Zedda, che hanno voluto ricordare la loro conterranea con uno scritto, letto appunto dal professore, essendo assenti per impegni di lavoro. Interessante l’analisi della studentessa Ilaria Sanna, sull’attualità del ruolo della donna ancora oggi sul posto del lavoro, letto dal professore: sono passati tanti anni eppure le cose non sono cambiate di molto,le donne che abbandonano ancora la propria terra e i propri sogni alla ricerca di lavoro immediato pensando forse sia giusto dover abbandonare quella che chiamano casa, con la speranza di avere un futuro migliore, per un lavoro “sicuro”. Come ogni donna che lascia la propria terra, anche Emanuela Loi ripeteva che sarebbe tornata nella sua regione, diceva che le avrebbe fatto bene allontanarsi per un po dalla Sardegna, ma raramente è cosi, perche una volta che ci si allontana e si vive una vita altrove non si torna quasi mai indietro. L’inserimento nella nuova realtà è quello più difficile, non sei più nella tua città, non sei con la tua gente, e ti sembra che ciò che ti circonda non ti appartenga, poi col tempo questa sensazione diminuisce, ma non sparisce. Non ci si dimentica delle proprie origini, anzi si cerca di restare legati anche con le piccole cose come ha fatto Emanuela decidendo di tenere la macchina targata Cagliari pur avendola portata con sé in Sicilia. Il giudice Borsellino la prima volta che vide Emanuela le chiese: TU FAI LA SCORTA A ME? DOVREI ESSERE IO A FARLA A TE. Ecco, molte persone si fermano a giudicare una donna dall’aspetto esteriore, ma difficilmente ci si mette nei suoi panni per capire quanto sia difficile nascere e crescere anche al giorno d’oggi con la paura di non essere mai abbastanza forti, e con la consapevolezza che la prima cosa che noteranno non è la determinazione, ma la nostra fragilità. Emanuela Loi era una donna prima ancora di essere un agente, lei aveva scelto, con tanto coraggio di essere fedele allo Stato per il bene collettivo, era una donna forte, con un carattere allegro e benchè le ripetessero che il lavoro della scorta non era un lavoro per una donna, lei mise il suo lavoro davanti a tutto, ma questa sua dedizione purtroppo le costò la vita.

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