AUTODENUNCE FISCALI: INCASSI RECORD PER IL FISCO SVIZZERO (CON IL CONTRIBUTO ANCHE DEGLI EMIGRATI ITALIANI)

di Dino Nardi

Grazie all’amnistia fiscale, introdotta in Svizzera nel 2010 – che consente di dichiarare patrimoni e redditi precedentemente nascosti senza incorrere in denunce per frode e nel pagamento di multe, pur con un recupero di imposte retroattivo fino a dieci anni – ed anche a seguito dell’accordo sullo scambio di informazioni fiscali, entrato in vigore lo scorso 1 gennaio 2017, le autodenunce da parte dei residenti in Svizzera (stranieri ed autoctoni) sono aumentate in modo esponenziale nel corso dell’anno appena conclusosi, come informa una nota dell’Agenzia telegrafica svizzera ripresa, poi, dai media elvetici. Soprattutto per merito degli immigrati italiani, spagnoli e portoghesi che – grazie alla campagna di informazione promossa dalla UIM e dal patronato ITAL UIL nonché dallo stesso sindacato locale – stanno mettendosi in regola con il fisco elvetico autodenunciando i conti bancari/postali/polizze vita ed i beni immobili (case e terreni) posseduti nei loro Paesi di origine. Denaro e beni che, nella maggioranza dei casi, per mancanza di informazioni, non venivano inseriti nelle dichiarazioni dei redditi in Svizzera pensando, in buona fede, di non avere quell’obbligo essendo quei beni già tassati nel loro Paese.  Un vero e proprio boom di autodenunce nel 2017: circa 30.000 (90.000 dal 2010 ad oggi con un recupero complessivo di imposte di oltre tre miliardi di franchi). Ipotizzando una classifica tra Cantoni, primeggia quello di Ginevra con 10.815 autodenunce (2.836 nel 2016) che ha costretto l’Ufficio preposto per le autodenunce ad aumentare di venti unità il proprio organico. In altri Cantoni come i Grigioni (879) e Zurigo (6.150) le autodenunce sono triplicate rispetto al 2016, anno in cui erano già, peraltro, aumentate fortemente in confronto al 2015).  In questo quadro generale brilla, poi, il Cantone Ticino dove dal 2010 sono state presentate complessivamente 4.264 denunce (2010: 67; 2011: 128; 2012: 173; 2013: 225; 2014: 440; 2015: 684; 2016: 963; 2017: 1.584) che hanno fatto incassare al Cantone oltre sei milioni di franchi svizzeri (2010: 112 milioni di franchi; 2011: 356mio; 2012: 193mio; 2013: 247mio; 2014: 780mio; 2015: 1.166mio; 2016: 1.368; 2017: 1.802mio).  Morale: questo accordo sullo scambio di informazioni fiscali firmato dalla Svizzera con altri 38 nazioni – che sembrava danneggiarla e fosse utile, più che altro, ai Paesi limitrofi alla Confederazione (per esempio all’Italia) per scovare i propri evasori fiscali che avevano trafugato dall’Italia i loro denari per deporli nelle banche elvetiche – alla fin fine ha giovato e sta giovando moltissimo alla stessa Svizzera. Mentre sta mettendo in gravi difficoltà migliaia di famiglie straniere che devono dannarsi l’anima per riuscire a procurarsi la documentazione necessaria per l’autodenuncia da parte delle autorità e degli istituti bancari e dagli uffici postali dei propri Paesi e….. passare notti insonni al pensiero di quanto verrà a costare loro l’essersi messi in regola. Gli scherzi del destino! 

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