RICORDO DI PADRE RAIMONDO TURTAS, GESUITA, STORICO DELLA CHIESA IN SARDEGNA, VALORIZZATORE DELLA CULTURA E DELLA LINGUA SARDA

Foto di Marinella Mirinino. Sassari 19 settembre 2016.Da sin: Raimondo-Turtas, Paolo-Pulina, Salvatore-Tola

di Paolo Pulina

In questo sito il 15 ottobre 2014 è stato pubblicato un mio articolo relativo alla presentazione, qualche giorno prima (sabato 11 ottobre), presso l’Università di Sassari, di una raccolta di studi in onore di padre Raimondo Turtas, gesuita, storico della Chiesa in Sardegna, valorizzatore della cultura e della lingua sarda. Ecco il link:

http://tottusinpari.blog.tiscali.it/2014/10/15/presentata-all%E2%80%99universita%E2%80%99-di-sassari-una-raccolta-di-studi-in-onore-di-padre-raimondo-turtas-gesuita-storico-della-chiesa-in-sardegna-valorizzatore-della-cultura-e-della-lingua-sar/

Padre Turtas è morto a Sassari il 13 gennaio 2018, a 86 anni e mi è caro completarne il ritratto riferendomi agli anni 2015-2017, in cui meno episodica è stata la nostra frequentazione.

Letto l’articolo sopra citato,  Rimundhu (come amava firmarsi ed essere chiamato) mi scrisse nell’amata variante “bittichesa de sa limba sarda” parole lusinghiere: «Paule meta caru, ite ti poto narrere si non chentu vias gratzias pro su ch’as iscrittu et pro su coro de comente l’as iscrittu.  A mentzus videre e intendhere». Incoraggiato da questo giudizio,  gli chiesi di verificare se aveva tempo e voglia per scrivere la prefazione al mio volume Nicola Congiato (1816-1897), missionario gesuita ploaghese, poco noto in Sardegna, famoso negli USA: materiali per una bio-bibliografia. Lui, con la consueta cortesia, mi rispose positivamente e sollecitamente e così mi fu possibile far stampare,  nel mese di marzo 2015,  il volume, impreziosito dalla sua presentazione.

Con il comune amico professor Ettore Cau, prima della fine del 2015,  andai a fargli visita a Gallarate, presso l’Aloisianum, struttura dei Gesuiti, in cui aveva  voluto trasferirsi da Sassari per un periodo di riposo. Lo trovammo che, nella sua camera, lavorava al computer per l’aggiornamento delle pagine della sua monumentale  (quasi mille pagine) Storia della Chiesa in Sardegna: dalle origini al Duemila (prima edizione: Città nuova, 1999).

Turtas avrebbe poi dovuto interrompere questo suo impegno quotidiano per il sopraggiungere di qualche serio problema di salute, ma nel corso delle nostre successive visite si dimostrava sempre convinto di poter riuscire nell’impresa. In effetti, rimessosi in forma e rientrato a Sassari, la sua attività era sempre concentrata su quel lavoro di revisione: a me chiese di aiutarlo a trovare in internet «tutto il materiale relativo agli ultimi 15 anni del sardo come possibile lingua liturgica; […] mi servirà per le pagine conclusive della seconda edizione della Storia della Chiesa in Sardegna».

Quando, il 19 settembre 2016, andai a fargli visita a Sassari con Salvatore Tola, ci mostrò orgoglioso, sullo schermo del computer, qualche pagina del suo certosino lavoro correttorio e fu molto contento di farsi fotografare insieme a noi.

Nella pagina Facebook di Sardinia Antiqua in ricordo di Turtas, è detto che  «attualmente, su incarico del Rettore, era impegnato nell’edizione di un imponente corpus documentario per la Storia dell’Università di Sassari e nella revisione del suo capolavoro, il volume Storia della Chiesa in Sardegna: dalle origini al Duemila, che speriamo possa essere pubblicato dagli allievi».

A questo  augurio ci associamo ben volentieri, con commozione, noi amici di Rimundhu.

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