MORES E IL SOGNO DELLA FORMULA UNO: L’UNICO AUTODROMO DELLA SARDEGNA SARA’ INTERNAZIONALE

di Mario Carta

Una visione si può tramandare, un sogno si può ereditare. Soprattutto quando è una visione che corre a 300 all’ora. Il «Franco di Suni» di Mores diventerà grande. Ideato dall’impresario edile ed ex pilota Uccio Magliona, che ha posato la prima pietra della struttura il 20 luglio del 2000 per inaugurarlo il 15 marzo di tre anni dopo, ora grazie all’intervento del figlio Omar, anche lui pluricampione della velocità montagna (7 titoli italiani di fila) il primo e unico autodromo della Sardegna verrà portato dagli attuali 1,654 chilometri a 3.1, giusto 99 centimetri in più della lunghezza necessaria per l’omologazione per l’attività internazionale. E pensare che appena due anni fa era apparso l’annuncio: “Vendesi autodromo”. «Eravamo esaperati – racconta Omar Magliona, che a Mores nella sala comandi dell’impianto è piuttosto indaffarato fra progetti e contatti –. Poi abbiamo rifatto il manto stradale e abbiamo trovato degli amici che ci danno una mano. La ditta di Adamo Borrielli mi affianca con le spese, l’ingegner Pierluigi De Biasio pensa al progetto».  L’idea è in una fase piuttosto avanzata. Il tracciato c’è già, si sta sistemando il fondo poi verranno tirate le quote e arriverà il progetto definitivo, da sottoporre ad Aci Sport, Fmi e naturalmente al Comune di Mores. «Ma la concessione edilizia c’è già, e se saremo bravi e la burocrazia non si metterà di traverso – prosegue fiducioso il figlio d’arte automobilistica –, contiamo di inaugurarlo tra aprile e maggio del prossimo anno». In tempo per la nuova stagione, quella di un rilancio che i Magliona vogliono condividere e concordare con amministrazione civica e realtà locali: «Un autodromo è vivo tutto l’anno – spiega Omar –. Ci si possono fare fiere, concerti. Ma bisogna aumentare le strutture ricettive e migliorare la viabilità d’accesso. E’ un invito che rivolgo agli imprenditori locali. Noi da privati abbiamo fatto il nostro, e per quanto ci riguarda siamo pronti. Anzi, la struttura è sovradimensionata anche rispetto al raddoppio della pista tranne che per quanto riguarda i paddock. Servono 30.000 metri quadri contro i 12.000 attuali, ma provvederemo. Poi, ristorante da 300 posti, bagni, due bar, 3200 posti in tribuna e 8000 spettatori in totale. C’è tutto quello che serve».  L’intenzione è quella di puntare sul mercato estero. Il miraggio è ’arrivo delle scuderie di Formula1. «Anche quelle minori. Ma come posizione siamo competitivi e come clima lo siamo ancora di più rispetto agli autodromi del Nord Italia. Ci penalizzano i trasporti marittimi. L’aumento del costo delle navi ci ha tagliato le gambe, ma possiamo ovviare abbassando il noleggio dell’impianto». Che cambierà, in meglio. «Tra le caratteristiche c’è finalmente la curva veloce che mancava, e il rettilineo fra un po’ arriverà a 650 metri. Il tracciato segue le asperità del terreno e sistemeremo una spettacolare decompressione. E’ bello da godersi, perché abbiamo la fortuna che dalle tribune si può seguire l’intero percorso».  Il sogno continua, tramandato di padre in figlio, e sta per diventare realtà. «Ci stiamo lavorando – conclude Omar Magliona –. Ripeto: il sogno è portare qui qualche team di Formula1, magari anche minore. E farci un giro sopra. Quello mi manca. Mi piacerebbe proprio».  Suo padre sarà contento. «Certo. Mi ha passato lo scettro e ci credo anch’io, sia da sportivo che da imprenditore. Era uno sogno a occhi aperti, sta diventando realtà. Dò appuntamento a tutti gli sportivi per l’inaugurazione, e intanto giù con i lavori, sempre con il piede a tavoletta sull’acceleratore».

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