CAMBIA IL CLIMA, DEVONO CAMBIARE ANCHE LE POLITICHE: UN’EMERGENZA DA AFFRONTARE AL PIU’ PRESTO


di Rossella Muroni – Presidente Nazionale di Legambiente

Anche in Italia iniziano a essere ormai sempre più evidenti gli effetti dei cambiamenti climatici. L’ondata di maltempo che si è abbattuta in questi ultimi giorni sul Nord e Centro Italia con violenti temporali, allegamenti e trombe d’aria, dopo settimane di afa e caldo record, e dall’altro lato l’emergenza siccità che invece sta continuando a colpire il sud della Penisola ci ricordano ancora una volta che il clima sta già cambiando con fenomeni metereologici estremi che ormai aumentano di anno in anno, causando danni all’ambiente, a settori strategici come l’agricoltura, la pesca e il turismo, e soprattutto mettendo in pericolo la salute e la vita delle persone.

Oggi infatti si muore anche per colpa del clima impazzito. Solo in Italia, come emerge dai dati raccolti nel dossier “Le città alla sfida del clima” di Legambiente, dal 2010 a oggi sono 126 i Comuni italiani dove si sono registrati impatti rilevanti e 242 i fenomeni meteorologici che hanno colpito la Penisola, in particolare ci sono stati 52 casi di allagamenti da piogge intense, 98 casi di danni alle infrastrutture da piogge intense con 56 giorni di stop a metropolitane e treni urbani nelle principali città italiane.

E anche il bollettino rosso di queste settimane è davvero preoccupante: se il maltempo sta flagellando il Nord, il caldo record e l’assenza di piogge che sta interessando ancora gran parte della Penisola ha portato tre regioni (Sardegna, Emilia Romagna e Toscana) a chiedere e ottenere lo stato di emergenza per siccità, richiesta che nelle ultime ore è arrivata anche dalla Campania.

Intanto diversi fiumi sono quasi a secco come il Po e il Piave e alcuni laghi stanno registrando l’abbassamento del livello dell’acqua: si va dai 40 -50 cm nei grandi laghi del nord (Maggiore, Garda, Como), a oltre un metro e 40 cm registrato al Lago di Bracciano – la riserva idrica di acqua potabile per Roma e alcuni comuni limitrofi – causato prevalentemente dalle intense captazioni idropotabili degli ultimi mesi.

La questione dei cambiamenti climatici è un’emergenza con la quale dobbiamo fare i conti e che deve essere affrontata al più presto attraverso una intelligente politica di adattamento che può diventare una occasione per riqualificare anche le periferie e i grandi centri urbani, oggi in forte sofferenza e indietro nelle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici. Per questo motivo è importante che vi sia un impegno congiunto da parte dell’Europa e di tutti gli Stati nel rispettare fedelmente gli Accordi di Parigi, avviando interventi rapidi e politiche di adattamento.

Anche l’Italia deve fare la sua parte, approvando al più presto i piani nazionali di adattamento al clima, creando e diffondendo una nuova cultura basata sull’adattamento climatico, sviluppando una nuova economia che punti su innovazione e sostenibilità e incentivando una corretta e sostenibile gestione della risorsa idrica, un bene comune fondamentale per la vita, da preservare nella qualità oltre che nella quantità.

A oggi rimane tra l’altro da affrontare e risolvere il problema della dispersione idrica (solo nella città di Roma è del 42,74% stando agli ultimi dati di Ecosistema Urbano), quello di una rete di captazione, adduzione e distribuzione che fa acqua da tutte le parti (e non è un gioco di parole), e la questione delle eccessive captazioni idropotabili e il sovra sfruttamento della risorsa idrica.

A questo riguardo Legambiente ha riassunto in un vademecum quelli che sono gli interventi da attuare per incentivare una gestione sostenibile dell’acqua a partire dall’ammodernamento degli acquedotti per ridurre le perdite delle reti di distribuzione e gli sprechi nel trasporto della risorsa idrica.

È poi importante praticare il riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura per ridurre i prelievi di acqua e gli scarichi nei corpi idrici ricettori. Sul piano della gestione della risorsa è necessario che le Regioni mettano in campo politiche indirizzate verso il risparmio e l’efficienza nell’uso dell’acqua; mentre sul fronte dell’agricoltura, prima vittima di questa emergenza siccità, occorre ripensare ad una riconversione del sistema di irrigazione dei terreni agricoli (quasi totalmente fondato sulla modalità ad aspersione o a pioggia), puntando a sistemi di microirrigazione e a goccia, che possono garantire almeno il 50% del risparmio di acqua utilizzata e rivedere completamente il sistema di tariffazione degli usi dell’acqua, con un sistema di premialità e penalità che valorizzi le esperienze virtuose.

Occorre poi ragionare sugli scenari futuri di riconversione agricola verso colture meno idroesigenti, o comunque adeguate alle condizioni climatiche e alle disponibilità idriche del territorio. Senza dimenticare, infine, che il tema della risorsa idrica rappresenta un fattore chiave anche per la sostenibilità in edilizia, dove oggi si gioca una sfida importante.

Per questo è fondamentale inserire sempre di più la voce del risparmio idrico all’interno dei regolamenti edilizi. Molti comuni già lo stanno facendo obbligando e/o incentivando azioni come le cassette w.c. a doppio scarico e l’utilizzo dei riduttori di flusso. Una buona pratica che fa bene e che andrebbe replicata su tutto il territorio, dato che tra l’altro si tratta di interventi a basso costo che consentono da subito risultati concreti.

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