CON “SA PARADURA”, LA SOLIDARIETA’ PER GLI ALLEVATORI DELL’UMBRIA ARRIVA DALLA SARDEGNA: A CASCIA CON LA COLDIRETTI E GLI EMIGRATI SARDI DELLA F.A.S.I.

 

di Massimiliano Perlato

La solidarietà è arrivata dalla Sardegna. E lo ha fatto seguendo le tradizioni. Con “Sa Paradura”, si è concretizzato l’incontro con le popolazione dell’Umbria colpite dal terremoto nell’agosto 2016. A Cascia, l’iniziativa realizzata dalla Coldiretti Sardegna in collaborazione con la Protezione Civile e gli allevatori sardi, ha avuto parte attiva nell’organizzazione anche dell’Associazione “Shardana – Sardi in Umbria” e della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia.  “Sa Paradura” è un istituto arcaico della società sarda, che prevede l’intervento in favore di un pastore che per avversità naturali, alluvioni, incendi, attacchi di animali predatori,  abigeato o vendette abbia perso le proprie greggi. Gli altri pastori, agiscono di comune accordo per aiutarlo a risollevarsi donando una pecora, un agnello, un montone, o più a seconda delle proprie disponibilità, così che il pastore sfortunato si possa rialzare e riprendere a lavorare. Questo, ed è qui la grandezza di Sa Paradura, senza che il pastore aiutato si debba sentire in dovere di riconoscenza verso i pastori donatori, avendo in cuor suo assunto da sempre l’impegno morale di agire nello stesso modo davanti alle avversità di un altro pastore che si trovasse nel bisogno.

E’ quello che è successo, con l’arrivo di mille pecore (tra cui molti agnellini con alcuni nati sul traghetto durante la traversata) in uno dei centri della Valnerina.

L’assegnazione delle pecore è avvenuta ‘a stunbu’, grazie alla mano di un bambino bendato che ha destinato le bestie ai 38 pastori di Cascia semplicemente toccandole. Anche la bendatura è un antico rito sardo: non sono ammessi favoritismi e quindi è vietato scegliere le pecore migliori a scapito di altre di minore qualità.

Il dono del maxigregge per Cascia (l’evento è stato inserito nella due giorni della ‘Fiera del capo lanuto’) ha visto l’arrivo di pecore da tutta la Sardegna: dalla Barbagia alla Gallura, dall’Ogliastra al Campidano, dalla Nurra al Sarrabus. Il punto di raccolta anche per il foraggio è stato il centro ricerche Agris di Bonassai, nel Sassarese da dove, a bordo di autoarticolati, le pecore sono partite per raggiungere il porto bianco di Olbia per l’imbarco verso Civitavecchia.

La pastorizia è fatta di gesti ripetuti, di attenzione per le proprie pecore e capre, di lunghi periodi di solitudine e di aspri scontri con la natura. Il pastore è duro ma è morbido nei sentimenti come il formaggio che produce, sapido e profumato per le erbe brucate dagli animali, il cuore del pastore è caldo come la ricotta appena tirata fuori dal siero. Quel cuore che nei secoli ha permesso di autogestire le avventure e le sventure della pastorizia, perennemente in discussione da quando la società ha voluto definire dei ruoli nei quali l’apparire è più importante dell’essere. Il pastore no, il pastore resta uomo davanti a tutto e tutti, rispettoso di regole ferree che permettono di vivere anche nei momenti più duri e difficili, anche con la lontananza dalla famiglia e con le avversità delle stagioni.

La Sardegna ha voluto ridare con questo gesto, speranza e coraggio agli allevatori duramente colpiti dal terremoto.

In chiusura lo spettacolo presentato da Giuliano Marongiu, con la partecipazione fra gli altri, degli Istentales guidati da Gigi Sanna fra i promotori dell’iniziativa che ha messo in vendita l’ultimo cd inciso con Roberto Vecchioni abbinato alla Malvasia dell’azienda Silatteri di Bosa con l’intero ricavato devoluto in beneficenza ai terremotati. 

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8 commenti

  1. Ma che cosa gigante!!! Mi sono emozionata fino alle lacrime…
    Come dice un detto sardo, "Deu si ‘ddu torridi".
    Non ci sono parole per rendere la generosità di chi ha dato, di chi ha organizzato, e anche di chi ha saputo accettare, che talvolta, per umiltà è difficile

  2. Anche nel 2009 all’Aquila fu organizzata Sa Paradura, dove fummo protagonisti anche noi come Circolo, ma tutto avvenne in sordina, nonostante il successo della manifestazione anche in quel caso.

  3. E’ doveroso ringraziare pubblicamente la Presidente Menneas e tutta la sua famiglia per il gran impegno e lavoro profuso per la riuscita de Sa Paradura e anche al direttivo della associazione Shardana che nel suo piccolo ha contribuito con la FASI sul piano economico

  4. I SARDI SONO PERSONE CHE CAPISCONO LE DIFFICOLTA’ E SONO SOLIDALI

  5. Grande solidarietà, da una grande terra!!!!!

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