BOCCIATE LE UNIVERSITA’ SARDE, IN CODA ALLA CLASSIFICA DEGLI ATENEI VIRTUOSI. SONO 61 IN ITALIA: SASSARI E’ 50esima, CAGLIARI 59esima

ph: scorcio della Biblioteca all'Università di Sassari


Le università dell’isola non hanno scalato la classifica annuale stilata dal Sole24ore. Sassari e Cagliari hanno mantenuto le posizioni dello scorso anno, più o meno. Sassari, infatti, è retrocessa di due gradini, passando dalla 48esima posizione del 2015 alla 50esima del 2016, mentre Cagliari si è attestata al 59esimo posto conquistato lo scorso anno. Un risultato per nulla lusinghiero dato che i due atenei sardi sono in coda alla graduatoria nazionale dove figurano, purtroppo per il Mezzogiorno d’Italia, solo università del sud con le “intrusioni” dell’Università per stranieri di Perugia e dell’Università degli studi di Urbino. Il resto del gruppetto di ritardatari è composto da Reggio Calabria, Catania, Palermo, Napoli (3), Bari e Cosenza, oltre a Sassari e Cagliari. Il ranking universitario del Sole24ore è il frutto delle misurazioni di 12 indicatori che dovrebbero misurare i risultati ottenuti nella didattica e nella ricerca. Ovviamente, ogni dato deve essere letto considerando il lungo periodo necessario per metabolizzare e mettere in mostra i passi in avanti e, allo stesso modo, quelli all’indietro. Con tutte le differenze del caso, dettate dall’organizzazione dell’ateneo e dal tessuto sociale in cui opera.

Gli indicatori sono dodici e dovrebbero sintetizzare il cammino che gli studenti percorrono nella loro avventura accademica, dall’iscrizione alla percentuale di occupazione dei neolaureati. L’attrattività viene misurata con la percentuale di immatricolazioni di studenti che arrivano da altre regioni mentre la sostenibilità riguarda il numero medio di docenti di ruolo nelle materie base. Ci sono anche le percentuali di crediti ottenuti attraverso gli stage e la mobilità internazionale, misurata contando i crediti ottenuti all’estero. Tra gli indicatori del “Sole” anche le borse di studio, intese come percentuale degli idonei, e la dispersione, ovvero il numero di immatricolati che si reiscrivono al secondo anno nello stesso ateneo. C’è anche l’efficacia, intesa come la media pro capite dei crediti ottenuti dagli iscritti, e il voto che gli studenti laureandi danni ai corsi di studio. Nella lista degli indicatori più prestigiosi, perlomeno per l’immagine, c’è sicuramente la percentuale di studenti che trovano lavoro entro un anno dalla laurea. Infine, la qualità della produzione scientifica e la competitività della ricerca, cioè la capacità di attrarre risorse per i vari progetti. L’ultimo indicatore riguarda la qualità dei dottorati, giudicati dall’Avur, l’agenzia nazionale che valuta il sistema universitario e la ricerca.

Tra i due atenei sardi ci sono tante analogie. Tendenzialmente Sassari precede Cagliari ma spesso le due università sono molto vicine, soprattutto quando i dati sono positivi. L’università di Sassari è al settimo posto nell’indicatore degli stage e della mobilità internazionale, seguita a poca distanza da Cagliari. Buono anche il dato sulla sostenibilità: Sassari 19esima e Cagliari 30esima. Ma ci sono anche risultati negativi, come quelli che riguardano l’efficacia, Sassari 53esima e Cagliari 56esima, e la competitività della ricerca, Sassari risulta 48esima mentre Cagliari è in coda alla graduatoria, penultima.

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