COLPO DI FULMINE PER MADRID: DOPO L’ERASMUS, LA DECISIONE DI RIMANERE IN SPAGNA PER SORIANA CHESSA

ph: Soriana Chessa


di Donatella Deiana

Soriana Chessa, 33enne originaria di Ulassai oggi vive a Madrid, una delle città europee di cui si è innamorata. Un vero e proprio colpo di fulmine durante una vacanza. L’amore si è poi rafforzato con il soggiorno nell’ambito del progetto Erasmus. Conseguita la maturità al Liceo scientifico di Jerzu parte a Bologna a 19 anni per studiare Storia dell’arte. Appassionata di materie umanistiche una volta laureata si iscrive a Cagliari in Lingue dove si laurea con un bel 110 e lode. Per tre estati di fila lavora come guida turistica a “Su Marmuri”, la grotta del suo paese. Un’esperienza stancante ma bella perché le ha permesso di stare a contatto con la gente, di mettere in pratica le lingue che stava studiando, di imparare dai turisti e sicuramente di conoscere un tipo di turismo diverso da quello che si incontra nelle spiagge della Sardegna. Durante il corso di studi in lingue decide di fare l’esperienza che ormai quasi tutti i ragazzi oggi intraprendono: l’Erasmus.

Cosa ti ha portato a scegliere Madrid? In realtà ho fatto la mia scelta considerando che a Madrid c’ero già stata in vacanza e mi era piaciuta molto “de Madrid al cielo” e soprattutto riflettendo sulla priorità di una lingua piuttosto che un’altra, lo spagnolo era la mia prima scelta nella facoltà di lingue. Pensandoci oggi forse avrei dovuto scegliere una città spagnola più piccolina, perché nella capitale affluisce una grande quantità di gente da tutto il mondo e ci sono meno spagnoli e meno possibilità di conoscere le tradizioni del luogo. Dall’altro canto sono contenta di non aver scelto Barcellona perché oggi ho scoperto che è una città molto chiusa in cui è difficile relazionarsi con la gente.

È stato facile ambientarti? Si facilissimo, la verità è che a Madrid non senti la nostalgia.

Dopo l’Erasmus cosa ti ha spinto a decidere di stare lì? In realtà è stato un po’ un caso. Avevo portato il curriculum in un azienda di autobus turistici senza alcuna speranza, sapevo che in Spagna come in Italia c’era la crisi e non mi volevo fare troppe illusioni. Ma, mentre ero alle Canarie con i miei amici, sono stata chiamata per iniziare a lavorare. Era passato solo qualche giorno dalla mia laurea che feci le valigie per trasferirmi a vivere a Madrid, e da quel giorno iniziò la mia fantasmagorica avventura “dando vueltas” con gli autobus!

Quindi dalla tua esperienza non è stato difficile trovare lavoro in una metropoli? Come ho appena raccontato, il mio primo lavoro l’ho trovato veramente senza pensarci tanto ma il problema qui a Madrid si pone quando si cerca qualcosa all’altezza delle proprie aspettative perché essendo una capitale c’è veramente tantissima gente preparata, che ha studiato e viaggiato tanto quindi di conseguenza la concorrenza è parecchia. Poi come tutti sappiamo l’Italia arriva sempre tardi: noi italiani in primis manchiamo di esperienza e di conoscenza delle lingue (non è il mio caso).

Un aneddoto curioso che ti è successo lavorando sugli autobus turistici? Mi succedeva di tutto e di più sugli autobus, come si dice qui “una locura” ma ora le prime cose che mi vengono in mente sono solo due. Un giorno si era avvicinata a me una coppia per chiedermi delle informazioni e ad un certo punto a loro è scappata un’espressione “sardissima”, tant’è che io ho chiesto da dove venivano… ed erano di Jerzu! Mentre un’altra volta si è avvicinato uno dicendomi: “Sai una coppia di Jerzu mi ha detto che ti ha visto a Madrid lavorando!”.

Ma adesso che lavoro svolgi? Ora lavoro da poco più di un anno per una multinazionale inglese “Achilles”. Un lavoro prettamente amministrativo, di fatturazione e compilazione di svariati documenti, che mi porta a contattare i fornitori che vogliono lavorare con grandi gruppi produttori di macchine come Nissan o Abb. Quindi non mi occupo della vendita ma di dare un supporto per tutti i dipartimenti, utilizzando quotidianamente diverse lingue.

Quali sono le differenze più evidenti tra un madrileño e un italiano doc? Premetto che io voto Italia, sempre e comunque! A dire il vero vi sono più somiglianze che differenze ma se penso a cosa ci differenzia inizierei col fatto che noi siamo più cortesi, meno sfacciati e riusciamo a divertirci anche senza ubriacarci. Inoltre abbiamo un atteggiamento diverso nei rapporti amicali, ho notato che i madrileñi molto spesso non ti parlano per secoli e poi quando gli serve qualcosa chiamano. E poi un’altra differenza sostanziale oltre agli orari di pranzo e di cena, è il cibo: mangiano tanto prosciutto e fritture!

Cosa si evince vivendo nella capitale? La gente qui è accelerata, toglie il vestito da strega e pensa già al Natale, finisce il Natale e si prepara per il carnevale, neanche il tempo di un battito di ciglia che i negozi si riempiono di uova di Pasqua. La vita è molto frenetica ma penso che anche a Milano e Roma sia così. Sarebbe una buona cosa se tutti si prendessero un po’ di tempo per fare un po’ di yoga! Tuttavia una cosa che mi piace molto è che la gente è solare e vive molto la strada, tutti i giorni: i madrileñi escono, fanno le passeggiate nelle strade, nelle piazze nei parchi e nei locali. Non si rinchiudono in casa nonostante non ci siano tanti soldi. Mentre una cosa che odio tantissimo è che urlano e sporcano tantissimo.

In quale periodo dell’anno consiglieresti una vacanza a Madrid? A questa domanda ti rispondo con una celebre frase: “Nueve meses de invierno y tres meses de infierno”, questo per dire che a Madrid o c’è troppo caldo o c’è troppo freddo, quindi la vacanza ideale sarebbe in primavera (maggio) o in autunno (tra settembre-ottobre).

Vorresti tornare in Sardegna? Per il momento non ho intenzione di tornare perché qui sto bene e la situazione in Sardegna dal punto di vista lavorativo non è facile, senza pensare che dimenticherei le lingue che ho studiato non avendo possibilità di praticarle e soprattutto dovrei riiniziare tutto da capo lasciando qui qualcosa di più o meno stabile. Ma uno dei miei sogni nel cassetto, che mi piacerebbe realizzare dopo aver fatto tanta esperienza all’estero, è quello di vivere con i prodotti della terra (come nei paesini interni della mia isola) aprendo un agriturismo in Sardegna in un posto come l’Ogliastra dove mare e montagna convivono armoniosamente. Credo che la Sardegna abbia bisogno di gente che ha visto altre cose per poterla sfruttare al meglio e in maniera diversa dal solito, perché solo chi ha vissuto fuori potrà vivere la propria terra con altri occhi!

Cosa ti manca di più della tua terra d’origine? Di sicuro la famiglia ma principalmente il mare. Anche perché il mare non può venire a trovarmi mentre la mia famiglia si! Qui a Madrid si dice: “para el mal es el mar e para el bien es el mar también” letteralmente “per il male c’è il mare e per il bene c’è lo stesso il mare”.
Soriana oggi ha tante aspettative, e una di queste è quella di trovare un lavoro che la gratifichi in tutto, perché per i suoi studi vorrebbe un lavoro retribuito maggiormente e soprattutto che le permetta di “alzar de grado” ovvero crescere professionalmente negli anni.

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2 commenti

  1. ” ….di imparare dai turisti e sicuramente di conoscere un tipo di turismo diverso da quello che si incontra nelle spiagge della Sardegna ”
    Desidero gentilmente capire qual è il tipo di turismo diverso da quello che si incontra nelle spiagge della Sardegna ?
    Per il resto tantissimi auguri a Soriana Chessa.

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