ECONOMISTA NELLA CITY LONDINESE: PIERGIORGIO CHELUCCI DA DIECI ANNI HA LASCIATO L’OGLIASTRA PER RAGGIUNGERE IL REGNO UNITO

ph: Piergiorgio Chelucci


di Filippo Melis

Piergiorgio Chelucci, 35enne di Lanusei, dopo essersi diplomato al Liceo Scientifico, ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Economiche, aggiungendo poi al suo curriculum anche un master in Economia e Finanza. Da ormai dieci anni vive a Londra, dove lavora come economista. “Sono un economista specializzato nell’analisi quantitativa e qualitativa dei mercati energetici” racconta Piergiorgio “Il mio ruolo adesso è quello di Principal Consultant, ma negli anni passati ho ricoperto i ruoli di Junior e Medior Consultant. Quando ho iniziato, aiutavo i miei superiori nell’analisi dei sistemi energetici, Adesso invece ho raggiunto il grado più alto e il mio ruolo è di matrice più manageriale: gestisco un team di quindici persone. Lavoriamo soprattutto con privati, ma abbiamo spesso collaborato anche con governi europei.” E’ dal 2006 che Piergiorgio vive e lavora a Londra. “Un mese dopo aver finito il master, ho trovato lavoro a Londra e da allora sono rimasto qua. Penso spesso a come sarebbe tornare in patria, anche se ho già comprato casa e messo su famiglia” spiega l’economista, da appena un mese diventato papà. “Spesso infatti metto a confronto ciò che ho adesso con ciò che avevo e potrei riavere in Sardegna. L’Inghilterra è sicuramente il paese della meritocrazia perché se sei bravo nel tuo campo vai avanti, senza bisogno di spintarelle da parte di terzi. Ma gli inglesi a mio parere sono anche molto individualisti mentre noi tendiamo a mettere la famiglia sempre al primo posto. Mi manca molto infatti il concetto di famiglia che abbiamo noi sardi.” Anche Piergiorgio ritiene che l’Inghilterra, a causa del recente referendum, stia affrontando un periodo difficile. “Sono assolutamente a favore dell’espressione democratica e per me il volere del popolo è indiscutibile” afferma il giovane lanuseino “Ma allo stesso modo ho sempre creduto che la soluzione ai problemi non sia quella di chiudersi a riccio; o affrontiamo insieme le difficoltà o non andiamo da nessuna parte. Su di me non influirà molto, io posso prendermi il passaporto per tornare a casa, ma creerà non pochi problemi al mio lavoro. In questi giorni gli investitori della mia azienda erano molto spaventati perché non sanno ancora che cosa succederà dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Ma credo che continueremo a tenere i contatti con tutti i clienti, anche quelli con i governi europei, perché siamo un’azienda indipendente e abbastanza grande da poter reggere il colpo”.

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