15 MAGGIO 1916 STRAFE – EXPEDITION: LA PIU' GRANDE BATTAGLIA DI MONTAGNA MAI COMBATTUTA DALL'UOMO

Cartolina di propaganda antitaliana


di Dario Dessì

Che Iddio punisca  l’Italia fedifraga

Tutti i sudditi dell’impero asburgico e i loro alleati (Drei Kaiser Bund la lega dei tre imperatori) si mettono in marcia  contro gli italiani traditori.

Dopo le lotte accanite e cruente nelle Trincee delle Frasche e dei Razzi, il 17 maggio del 1916, mentre i fanti della Brigata Sassari stavano  trascorrendo un meritato e rilassante riposo ad Ajello,  giunse improvviso l’ordine di partenza per una località sconosciuta.

Si trattava dell’Altipiano di Asiago, dove gli austriaci erano intenti a travolgere le postazioni difensive italiane per irrompere nella pianura veneta. La gravità della situazione, chiaramente delineatasi con la perdita del Col Santo e con l’abbandono dell’ altipiano di Tonezza, aveva, indotto il Comando Supremo a considerare oltre l’eventualità estrema di uno sbocco nemico sulla pianura veneta anche  la  possibilità di un forzato ripiegamento della fronte Giulia sino a una linea costituita dai Colli Euganei e dai monti Berici, per cui nasceva la necessità di  prendere adeguati provvedimenti sia sul piano strategico che su quello logistico.

Perentorio fu a quel punto un comunicato di Cadorna che terminava così: “Faccio appello altresì al sentimento di patriottismo e di onore militare delle truppe. Si dica loro che  sull’Altipiano di’Asiago si salva l’Italia e l’onore dell’Esercito. L’Altipiano d’Asiago, forte per buonissime posizioni già organizzate a difesa, va mantenuto a costo di qualunque prezzo. Si deve resitere o morire sul posto”.

Fronte Trentino : Monte Fior – Monte Castelgomberto – Casera Zebio.

Sono trascorsi cento anni da qundo,  il 5 giugno 1916,gli intrepidi  fanti sardi “, della Brigata Sassari ebbero a schierarsi a fianco degli alpini in quelle nuove posizioni, a presidio della Val Franzela, della Val Gadena e del Forte Lisser, per contenere e respingere le truppe di Conrad von Hoetzendorf, l’ultimo dei feldmarescialli della tradizione austriaca Benedek  Radetzky. Di fronte al  formidabile dispositivo offensivo di Conrad, il quale disponeva di circa 200 battaglioni appoggiati da 1.000 pezzi di artiglieria,  c’era la 1° armata italiana comandata dal generale Guglielmo Pecori Giraldi con 160 battaglioni e appena  700 pezzi da fuoco.  Tra il 7 e l’8  giugno il nemico aveva attaccato in forze  M. Fior e M. Castel Gomberto,  presieduti dai battaglioni alpini Morbegno, Argentera e Val Maira, ed era riuscito ad occupare alcune nostre linee.

Il 7 giugno moriva  in combattimento il maggiore Riva cagliaritano, le cui spoglie riposano assieme a quelle del figlio, medaglia d’oro, Alberto Riva Villasanta nel Cimitero degli Invitti a Redipuglia.

L’8 giugno  cadeva il S. Tenente Brunner Guido da Trieste, al quale fu conferita una Medaglia d’Oro al Valore Militare, la seconda  individuale assegnata a un fante della Brigata Sassari.

Numero d’ordine 23361/85  Ministero della Guerra  Segretariato Generale

                     S.M. il Re con Suo Decreto in data del 23 agosto 1916;

                     Visto il Regio Decreto 26 marzo 1833,

                     Vista la Legge del 31 dicembre 1840,

                     Visto il Regio Decreto 25 maggio 1915, N.753.

                     Di Moto Proprio

                     Ha conferito la Medaglia d’oro al valor militare, coll’annessovi soprassoldo di lire duecento annue, al Sottotenente del 152 ° Reggimento Fanteria

BRUNNER GUIDO da Trieste

Comandante di plotone, nella difficile, contrastatissima difesa di Monte Fior,  conscio della suprema importanza del momento, resistette, impavido, nella linea del fuoco per 12 ore, dirigendo e animando col suo entusiasmo il proprio reparto ed altri rimasti senza ufficiali, accorrendo ove maggiore era il pericolo, sempre audace, sereno, instancabile, finché colpito al cuore, cadde gridando, qui si vince  o si muore! Viva l’Italia”.                                                                                                                                                                                          Monte Fior 18 giugno 1916.

“Quale ufficiale d’ordinanza, in ripetute azioni, disimpegnava il suo mandato con entusiastico slancio, sprezzo del pericolo e profondo sentimento di abnegazione, riuscendo a coadiuvare con efficacia il comando e dimostrando elevatissimo senso del dovere.                                                                        Carso, 10 – 15  novembre 1915.

Un eroe irredento morto per la Patria

La notizia della morte del triestino sottotenente di cavalleria Guido Brunner, avvenuta in combattimento sull’Altipiano di Asiago, produsse  una profonda impressione.

Allo scoppio della guerra europea, non essendo riuscito a fuggire in Italia, dovette servire nell’esercito austriaco, e fu mandato nei Carpazi, ufficiale automobilista. Partì, ma con un veleno terribile in tasca, per sopprimersi nel caso che l’Italia avesse dichiarato la guerra.

Finalmente nel marzo 1915, dopo quai un anno di guerra e di lotta e di sofferenze intime riuscì a fuggire. Con un coraggio meraviglioso, sfidando ogni pericolo, vincendo ogni insidia ed ogni fatica, raggiunse e passò il confine e corse a Roma.

A maggio partì per il fronte, sottotenente di cavalleria. Dopo pochi giorni volle essere aggregato a una brigata di fucilieri, partecipando così a tutte le azioni.

Tra il 5 e l’8 giugno 1916 sull’acrocoro delle Melette i quattro Battaglioni Alpini“Argentera”, “Morbegno”, “Val Maira” e “Monviso”, inquadrati nel “Gruppo Alpini Foza” e sei Battaglioni del 151° e 152° Reggimento Fanteria della Brigata “Sassari, privi di alcun sostegno di artiglieria, riuscirono ad arrestare  sull’ultimo baluardo montano del Monte Fior e del Monte Castelgombertogli agguerriti reparti della 6^ Divisione Imperiale, tra i quali il 27° Reggimento “Konig der Belgier” e il 2° Reggimento della Bosnia – Erzegovina, al tempo entrambi di stanza a Graz.

Il 14 giugno 1916, appena nove giorni dopo lo schieramento in linea della Brigata Sassari sul nuovo fronte dell’Altipiano di Asiago, il colonnello Eugenio De Maria assumeva il comando della Brigata “Sassari”, con il compito di contenere gli assalti nemici contro i capisaldi di M. Castelgomberto e M.Fior.

Il 16 giugno il 151° Reggimento combatte per la conquista di Monte Fior subendo forti pardite; più fortuna ha invece il 152° reggimento sul Monte Castelgomberto, dove riesce a mettere in fuga gli austriaci. Il 22 giugno arrivano dalla Sardegna due battaglioni di fanti per rimpiazzare le forti perdite subite in poco più di due settimane di battaglie.

Nel frattempo la Brigata Sassari aveva ricevuto l’ordine di attaccare lungo il tratto di fronte tra la quota 1.673 a  destra del Monte Zebio e la quota 1.476 alla sua  sinistra.

Gli austriaci prevedendo la riscossa italiana avevano allestito una robusta linea di resistenza munita di particolari opere difensive, tali da essere  considerate quasi imprendibili. Disponevano di doppi trinceramenti, protetti da  doppie barriere di reticolati e da quelle alture ben protette facevano convergere il fuoco continuo e micidiale delle mitragliatrici  oltre a quello delle artiglierie leggere e pesanti su le posizioni sottostanti, dove erano ammassati i fanti sardi senza alcuna minima protezione. Tra le fila austriache, inoltre, alcuni soldati bosniaci, impiegavano pallottole dum dum, le quali, una volta penetrate nelle carni, esplodevano provocando orribili devastazioni.

E appunto contro tali posizioni,  la sera del 27 giugno 1916, la Brigata Sassari ebbe a combattere con l’obbiettivo di  riconquistare il terreno  precedentemente perduto, durante le primissime fasi dell’offensiva austriaca.

Alle 21, durante uno scontro particolarmente impegnativo, proprio quando gli austriaci  erano stati finalmente raggiunti nei pressi della quota 1673  a Casera Zebio, cadeva, dopo soli 13 giorni di comando,  il colonnello Brigadiere Di Maria, nobile dei Baroni di Allesi cav. Eugenio da Cefalù. Il valoroso caduto fu immediatamente sostituito sul campo dal comandante del 152° Reggimento, il colonnello Tallarigo.

Questa fu la motivazione della terza Medaglia d’Oro individuale attribuita a un fante della  Brigata Sassari.

“Primo fra i suoi soldati, incitandoli all’assalto, col grido d’Italia sulle labbra, con la fede della vittoria nel  cuore, cadeva fulminato dal piombo nemico, mentre le sue truppe assaltavano alla baionetta le posizioni avversarie”      

25 luglio 1915, 15 novembre 1915, 27 giugno 1916

Reiterati furono gli attacchi contro gli insormontabili reticolati nemici, posti a difesa delle trincee austriache, il cui  presidio era stato, nel frattempo  rafforzato. Tali attacchi, purtroppo non producevano risultati di rilievo, tranne che un incremento delle perdite.  Col passare dei giorni cresceva sempre più  il convincimento che qualsiasi ulteriore tentativo con gli stessi  metodi di attacco contro quelle robuste opere di difesa era destinato al fallimento.

Sugli altipiani,  in quei giorni primaverili ed estivi del 1916 gli attacchi ai trinceramenti austriaci proseguirono sino al 1 settembre 1916, quando, dopo tre mesi di combattimenti laddove erano state state messe  in gioco l’esistenza  e l’avvenire dell’Italia. I fanti della  Brigata andarono a riposo a Val Capra , a Valle di Ronchi e a Val Ghelpak.  A causa della guerra, la popolazione dell’Altopiano, nel maggio del 1916, fu costretta ad abbandonare le proprie case (tra il maggio e l’agosto del 1916 i civili costretti ad abbandonare l’Altipiano ammontarono a 76.338) e pertanto  quei  luoghi disabitati  con poche casupole dal tetto in paglia, apparvero subito desolanti e deprimenti ai fanti  sopravissuti  dai cruenti assalti all’imprendibile Monte Zebio.

LE PERDITE nell’Altipiano dei Sette Comuni dal 5 giugno al 1 settembre 1916

Ufficiali  deceduti                      49          

Feriti      106           

Dispersi          4

Uomini di Truppa  deceduti    456           

Feriti    2317           

Dispersi     158

La prima medaglia d‘Oro alle bandiere del 151° e del 152° Fanteria.

Dopo due mesi di cruenti combattimenti il 5 agosto la Brigata riceve il seguente comunicato del Comando Supremo : “ S.M. il re di motu proprio si è degnato di concedere la medaglia d’oro al valor militare alle bandiere dei due reggimenti della Brigata Sassari 151° e 152° fanteria per il seguente motivo:

“ Conquistando sul Carso salde posizioni nemiche e fortissimi trinceramenti detti delle Frasche e dei Razzi che sotto nutrito fuoco rafforzarono a difesa; riconquistando sull’altipiano dei Sette Comuni posizioni dalle nostre armi perdute, a Monte Castelgomberto, a Monte Fior e a Casera Zebio, sempre noncuranti delle ingenti perdite, diedero ripetute prove di sublime audacia e di eroica fermezza”

Po respingher s’assaltu furiosu

de s’inimigu apparsu furibundu

Cun s’esercitu immensu e poderosu

Rintronat de mitraglia ogni profundu

antru, ogni monte intronat cun fragore

chi paret s’isterminiu de su mundu

Ma s’indomitu italicu valore

l’opponed una salda resistenzia

In Tirolo, in Trentinu e in Cadore

Da Paginas eroicas di Gavinu Ruggiu

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