IL DIALOGO COME STILE POETICO E COME AUGURIO DI STILE DI VITA: “SGUARDI INCOMPIUTI” DI FRANCESCO PASELLA E JEAN ORE


di Cristoforo Puddu

Il titolo della silloge “Sguardi incompiuti”, che accomuna i testi poetici dei giovani tempiesi Francesco Pasella e Jean Òre (alter ego di Gianfranco Orecchioni), non deve trarre in inganno perché, in sole dodici composizioni di versi nuovi ed innovativi, essi riescono a sviluppare un ampio, “compiuto”,  orizzonte lirico.

Il confronto a due voci – tra itinerari compositi di elevata “sostanza” e di sfida alla marginalità in cui sono confinati i codici della letteratura e, in particolare,  della poesia nella società  contemporanea – riaccende la comunicazione e consente un  dialogo aderente alla vita. La parola comune si eleva a parola poetica, diventa pregna di significato profondo, e si umanizza attingendo all’universo sociale e alla coscienza intellettuale maturata a seguito della  frequentazione assidua  del linguaggio lirico moderno e cosmopolita.

I segni del Novecento, percorso da mutazioni letterarie irreversibili, sono evidenti e si presentano come patrimonio del substrato interiore e lirico di Francesco e Jean. Il linguaggio di entrambi è sovente caratterizzato  da “purezza” ungarettiana e ci rimanda allo stile  ermetico:  «All’Hotel de la Solitude c’è una babele di lingue imperfette; una lunga affilata lacrima che ci divide, unendoci per sempre» (F.P.); «Disperazione paradisiaca IV La foglia s’infrange al suolo» (J.Ò.).

Nella cadenza lirica viene intenzionalmente “curato” un certo aspetto di oscurità. Per comprendere il senso il lettore è chiamato di proposito a “partecipare” districandosi  tra  analogie, virtuose metafore, immagini simboliche ed enigmatiche, sempre capaci di “ferire” e “colpire” il bersaglio, in quanto  tese a scardinare e dissacrare l’ordinarietà quotidiana, anche del dolore, «con l’orgoglio di bruciare il mio tempo, o viverlo con i miei ritmi e i miei amuleti, quelli fuori del tempo, che mi sono stati tramandati» (Lontano) o con versi d’avanguardia e on the road «Come poeti. Senza nessuna meta, girovaghi-romantici incastrati da una società morta – in evoluzione – » (Allucinazioni VII).

A me sembra che i due poeti, con questa loro raccolta, abbiano voluto rivolgersi non solo a chi conosce il sistema dei segni specialistici del “linguaggio settoriale” della dimensione poesia ma anche a coloro che non sono abituali “fruitori” dei testi poetici. Offrendo il frutto di un produttivo dialogo  in progress,  è come se volessero indicare la strada per conoscere il piacere che nasce dal confronto vivente, dal dialogo, che può diventare non solo stile poetico ma anche stile di vita in una società che, contro  tutte le apparenze, è dominata dalla non comunicazione fra gli individui.

Sappiamo che la poesia contemporanea è relegata,  per marginalità strutturale,  in una nicchia, anche – bisogna dirlo –  qualche volta per autocompiacimento degli autori.  Per fortuna ci sono anche aree dove si colgono segni di una linfa nuova che può essere vitalizzante proprio perché vuole portare la poesia fuori dalle barriere di una riserva blindata.

Due giovani come i nostri poeti di Tempio Pausania dimostrano di avere  strumenti per trovare e proporre  nuove forme letterarie e per riattivare una comunicazione in grado di incanalare flussi di idealità e valori lirici nella rilegittimazione della poesia anche oltre la cerchia degli “addetti ai lavori”.

Esempi che ci disvelano – finalmente!… si vedano le rispettive ultime poesie della silloge – il “modernismo” lirico del Terzo Millennio sono sia  il quasi manifesto, espresso dalla composizione L’amore dei poeti («L’amore dei poeti è insorto oltre le solide barricate, per lanciare granate di versi assordanti e veritiere; l’amore dei poeti ha smesso di vivere dentro trincee celate di polvere, ormai trasmette messaggi senza codici cifrati»),  sia  l’intimistica Number 25 («Lungo i bordi delle tue labbra Bramo poteri di onnipotenza Seni matematici rosa Bacio soltanto un fiore d’Iris. E quando i meridiani combaceranno Noi saremo lì»).

Dopo tanta oscurità e mistero, che sia sempre e solo il sentimento dell’amore – sia esso pubblico o privato – l’essenza e l’originalità della vera, nuova e futura poesia universale? E non è solo un auspicio…

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la córdovaedizioni e il gruppo Zaum comunicano che è già possibile scaricare dal seguente indirizzo internet www.jean-cordova.com/zaum-pubblicazioni/ il primo numero della collana ebook di poesia, dal titolo “Sguardi incompiuti”, degli autori Francesco Pasella e Jean Òre (alter ego di Gianfranco Orecchioni), con prefazione di Cristoforo Puddu.

L’obiettivo del progetto Zaum è la realizzazione di una collana di ebook di poesia totalmente gratuita diffusa dalla córdovaedizioni, laboratorio di incontri e di nuovi linguaggi in divenire, in modo tale da consentire a molti autori, oggi anonimi e sconosciuti, di poter vedere pubblicate, anche per la prima volta, le proprie opere; si propone inoltre di creare una fitta di rete di scambio tra i promotori e gli autori che verranno selezionati.

L’iniziativa ha già registrato le prime adesioni, e mosso l’interesse della prestigiosa rivista oubliettemagazine.com  che le ha dedicato un’ampia recensione sul proprio sito. Prosegue inoltre la selezione dei testi da parte della córdovaedizioni e del gruppo Zaum per il lancio dei nuovi ebook in programmazione.

Chi fosse interessato a proporre le proprie opere al gruppo redazionale può inviare una e-mail a: jeancordova.opere@gmail.com corredata dei dati personali, una breve nota biografica e dalle sei alle quindici poesie in lingua italiana a tema libero e senza limiti di lunghezza. Il materiale elencato deve essere inserito in un unico file word.

Si ricorda che la pubblicazione è gratuita e non sussiste nessuna finalità di lucro.

Per ulteriori informazioni consultare il sito www.jean-cordova.com

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