ESORDIO DE “GLI OTTOVOLANTI”, NEONATA COMPAGNIA TEATRALE DELL’A.C.S.I.T: A FIRENZE, L’11 E 12 DICEMBRE, UNA COMMEDIA BRILLANTE A TEATRO


evento segnalato da Alessandro Matta

TRAMA “Finalmente soli”, pensava Lapo, rientrando a casa dopo una dura settimana lavorativa e pregustando un fine settimana da trascorrere solo con sua moglie Grazia.Ma la suocera Bonaria, il di lei spasimante Gavino, l’amica della suocera Maddalena, l’amico dell’amica Bacchisio, ed i figli Antonietta ed Efisio non sembrano condividere questo legittimo desiderio romantico di Lapo e Grazia. E in quello stesso fine settimana, la loro casa sarà invasa da tutti questi stravaganti personaggi che porteranno equivoci, litigi, assurde competizioni, improbabili malattie, annullamenti di voli, guarigioni, riappacificazioni, ed infine partenze! Ma compagnia fa rima con allegria, e prima di restare… finalmente soli, Lapo e Grazie avranno certo di che stare allegri!
MOTIVAZIONE Uno spettacolo nato dalla volontà di Alessandro Matta, che ne ha redatto anche il copione. Collaborando da anni con ACSIT – Associazione Culturale Sardi in Toscana, Matta ha desiderato proporre uno spettacolo teatrale come possibilità di promuovere le attività di ACSIT. Il copione racconta, non a caso, attraverso una brillante commedia, le vicende di una coppia con marito Toscano e moglie Sarda, che si porta dentro la forza delle tradizioni della propria origine, nonostante anni di vita trascorsi ormai “in continente”!
L’IDEA REGISTICA La regia, di Alessia De Rosa, in attiva collaborazione con Matta, ha voluto portare su un piano della quotidianità reale alcune dinamiche troppo spesso stereotipate, come i battibecchi tra marito e moglie, quando di mezzo arriva la suocera. Una coppia di mezza età, i figli ormai grandi, un amore ancora vitale ed il desiderio romantico di stare finalmente soli: tutto questo si deve confrontare con affetti familiari non rimandabili come quello per la propria madre specie se malata, con un’educazione all’ospitalità che passa avanti a tutto, insomma con una complessità che è propria della vita. Per raccontare questa complessità con leggerezza, la regia ha scelto un gusto anni 50colorato ed esuberante, sia per le scenografie (ideate e realizzate da Alessandro Benedetti) che per i costumi e acconciature, come a suggerire di riportare le difficoltà quotidiane in un clima brillante. Lo spettacolo avviene in un unico atto, a scena aperta, dove tutto accade di fronte agli occhi del pubblico, dove i momenti di narrazione si alternano al sound in stile pin up.

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Un commento

  1. nche noi faciamo tottus impari cn il coro polifonico di serri voci in musica cn altri 9 cori e M giovanna cherchi

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