“L’ISOLA DALLE VENE D’ARGENTO”, LA SARDEGNA ALLO SPECCHIO NEL NUOVO LIBRO DI ANGELO MASCIA


di Tito Siddi

Leggere il nuovo libro di Angelo Mascia “L’Isola dalle vene d’argento” è come guardare la Sardegna allo specchio. Tutto è al contrario, diverso da ciò che si è sempre creduto sinora. Mano a mano che si sfogliano le pagine appare agli occhi del lettore un caleidoscopio di immagini, di personaggi e di situazioni che alimentano domande intriganti che per anni gli studiosi non hanno ancora saputo spiegare. Per decenni la Sardegna nuragica è stata dipinta come una civiltà agro pastorale, facile preda dei dominatori di turno. Quando nei territori dell’attuale Lombardia gli uomini vivevano ancora di caccia e di raccolta di frutti e abitavano nelle palafitte, mille anni prima che le imbarcazioni dei greci solcassero il Mediterraneo, la Sardegna contava già migliaia di nuraghi. Così “L’isola dalle vene d’argento”, 207 pagine della collana I saggi, Ptm editrice, è un viaggio tra i miti della storia, della Sardegna e dei suoi abitanti protagonisti di vicende e situazioni, raccontate e interpretate sinora nel verso sbagliato, dall’alba dei tempi sino ai nostri giorni. Una storia capovolta dove gli abitanti di quest’isola creata da Dio con un manciata di terra e rocce lanciata in mezzo al mare e schiacciata per rapprendersi dal suo calzare, invece di essere ricettori di culture altrui sono invece artefici ed attori sin dagli albori della storia di cui sono muti testimoni le grandi costruzioni nuragiche e i giganti di Monti Prama. “L’isola dalle vene d’argento” ribalta così il corso della storia umana mettendo al centro i Nuragici. Partendo da quella falange del dito di “Nur”, ritrovata in una grotta vicino a Cheremule che analisi di laboratorio americane fanno risalire a 2OO mila anni. Da lì parte il racconto della Sardegna e dei suoi abitanti di Angelo Mascia censendo tutti i luoghi isolani, analizzando segni e cocci e perfino scoprendo l’esistenza della scrittura. Sardi minatori e commercianti con tutti popoli sin dall’antichità con ciò che l’isola offriva e che il loro ingegno aveva saputo creare. Dall’utilizzo e vendita dell’ossidiana prima e dei metalli poi. Angelo Mascia figlio di un minatore e di una cernitrice è nato a Sardara. Laureato in lettere insegna nelle scuole medie. Prima de “L’isola dalle vene d’argento” ha pubblicato nel 1996 “Le terme di Sardara nella Sardegna dell’800” e nel 2012 “Boe Muliake, il re templare”.

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