IL CHIODO FISSO DI ADRIANA PILUZZA, ARCHEOLOGA ORIGINARIA DI OZIERI: A ROMA PER FAR CONOSCERE LA FILIGRANA SARDA

Adriana Piluzza


di Donatella Briganti

La prima volta che provò ad imitare la madre che stava lavorando nel suo laboratorio di Ozieri, in provincia di Sassari, si mise attenta e curiosa a realizzare le iniziali dei cuginetti per regalarli loro a Natale. Aveva 9 anni e da allora non ha più smesso di portare avanti una tradizione non solo della sua Sardegna, ma anche di famiglia: la realizzazione di gioielli in filigrana sarda. Adesso Adriana Piluzza, 35 anni, è decisa a portare questi preziosi pezzi della sua terra anche nella Capitale.

E’ archeologa ed istruttrice di nuoto ma la sua vera passione è quella che il padre e la madre le hanno trasmesso. Da più di dieci anni ormai vive a Roma, ha sposato un romano, ma la filigrana sarda è il suo piacevole chiodo fisso, tanto da ricreare anche a Roma un piccolo laboratorio e ne è convinta, anche a Roma la sua tradizione può trovare nuova vita. Non che il momento sia dei migliori, lo sappiamo tutti, ma lei ci crede davvero e ce la sta mettendo tutta. Mentre il padre orafo e la madre, specializzata, appunto, in questa particolare tecnica, continuano a lavorare in Sardegna, lei si sta organizzando al meglio ‘in continente’. Anzi, ha già portato in città le creazioni di famiglia e cerca un appassionato ed esperto braccio destro per far conoscere ai romani questi gioielli unici e rari.

Una tecnica dalle origini antichissime che Adriana, da brava archeologa, conosce bene. La filigrana era presente in Italia già nell’oreficeria etrusca con stupende opere in granuli, nell’oreficeria romana imperiale con i primi gioielli ottenuti esclusivamente in filigrana a giorno, con l’esclusione della lamina di base. Poi con le civiltà barbariche ed il gusto bizantino arrivarono nuovi capolavori e la Sardegna si affermò una delle regioni dove la filigrana si sviluppò maggiormente. Oggi non è facile trovare filigranisti e artigiani che sappiano portare avanti questo meticoloso lavoro. Ma Adriana ha cercato di ‘rubare’ da mamma e papà tutto ciò che serve e riuscirà senza dubbio a ‘filigranizzare’ Roma.

“Penso che questa mia seconda città possa amare questi gioielli come li amiamo noi” spiega Adriana. “Non sono banali oggetti di metallo venduti spacciandoli per chissà cosa, sono vere e proprie opere d’arte e il lavoro necessario per realizzare anche il ciondolo che può sembrare il più banale, richiede attenzione, precisione e dedizione, oltre che passione. A me è sempre piaciuto osservare i miei e capirne sempre un pizzico di più e oggi, anche se non posso certo avere la manualità di mia madre che lo fa da più di trenta anni, mi appassiona tanto il processo così complesso ma che poi dà vita a pezzi di vero splendore e di vera qualità”.

Infatti, non si tratta solo prendere un filo e attorcigliarlo. Quando Adriana spiega tutti i lunghi passaggi, gesticola e rende ancor più chiara l’idea della precisione che ci vuole per ricavare già solo il filo che diverrà poi granulato nell’intreccio. Le fantasie che ne possono derivare sono innumerevoli e la loro bellezza è di certo importante e dal sapore antico ma di un’eleganza senza tempo.

“La nostra intenzione e quindi la forza dei nostri gioielli in filigrana – ci tiene a sottolineare Adriana – è l’intreccio che creano anche fra tradizione e innovazione. Manteniamo il processo artigianale che garantisce il risultato, ma sperimentiamo nuove forme e nuovi disegni per creare vere opere d’arte ma al passo con i tempi”.

Ma ad Adriana, oltre che farli, cosa piace di più di questi gioielli?

“Sembrano quasi fatti di tessuto, una trama, data dall’effetto ottico che regalano. Non sono facili da realizzare ma sicuramente sono facili da apprezzare”.

I Piluzza commercializzano già in tutta Italia e anche all’estero ma Adriana, dopo aver realizzato il sito www.fedesarda.it ,  studiato il mercato romano e averlo unito con l’ormai approfondita conoscenza che ha della Capitale, organizzerà anche delle dimostrazioni e delle rappresentazioni aperte a tutti.

“Voglio che ci siano anche molti bambini a guardare e capire l’importanza dell’artigianato e in particolare dei gioielli in filigrana sarda – dice entusiasta – perché voglio che quest’arte non vada perduta e continui a vivere e a crescere con le nuove generazioni. Permettere loro di osservare, studiare e imparare è importante per tutti, anche per salvaguardare qualcosa che è nostro da secoli e ci caratterizza. Certo, non tutti possono farlo, ci vuole sì volontà ma anche talento. La manualità e la destrezza richiesti da questo lavoro non sono un gioco, si può migliorare ma una base di fattore X non può mancare”.

E Adriana, che quel talento ce l’ha, non vuole tenerlo solo per sé ma vuole che si diffonda per tutta la Capitale, la sua seconda Sardegna.

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