INTERVISTA A MARIO VIRDIS, DELEGATO PER ORISTANO E PROVINCIA DELL’ORDINE EQUESTRE DEL SANTO SEPOLCRO DI GERUSALEMME

Mario Virdis


di Gian Piero Pinna

Si è cavaliere  del Santo Sepolcro di Gerusalemme, anche al di fuori delle riunioni ufficiali, quando ci si sente il saio bianco e la croce patente sul petto cucita addosso. L’essenza del cavalierato, la si può ricondurre alla presenza di tre requisiti: fede incrollabile in Cristo, obbedienza, umiltà. Passano i secoli, cambiano usi e costumi, ma la figura ed il messaggio di Cristo, per i cavalieri del Santo Sepolcro, restano centrali. Per loro, la guida resta sempre quella contenuta nel messaggio di San Bernardo, racchiuso in quel prezioso libro che si chiama:  “De Paupera Militia Christi”. Per capirne di più abbiamo intervistato Mario Virdis, delegato per Oristano e provincia  dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, nativo di Bauladu, ma oristanese di adozione. Da anni impegnato nel Rotary International, dopo 37 anni trascorsi a fare il manager bancario. Andato in pensione, ha ripreso con lena gli studi, conseguendo tre lauree, la prima nel 2006 in Scienze della Comunicazione e Giornalismo, la seconda nel 2008 in Editoria Comunicazione Multimediale e Giornalismo, che ha riguardato proprio la storia della lotta tra le tre religioni monoteiste: ebrei, cattolici e musulmani e la terza nel 2011 in Politiche Pubbliche e Governance: tutte con il massimo dei voti e la lode. Nonostante la lunga militanza e l’impegno nel Rotary, nel 2003, è entrato a far parte dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, con il grado di cavaliere.

Come è strutturato l’Ordine cavalleresco del Santo Sepolcro in Sardegna?

Prima l’Ordine in Sardegna era presente con una “Sezione” della Luogotenenza Italia Centrale e Sardegna, mentre oggi è Luogotenenza autonoma. La Luogotenenza Italia Sardegna è retta dal Luogotenente Gr. Uff. Dr. Efisio Aste e ha due Sezioni, Sardegna Nord, retta dal Comm. Sebastiano Casu e Sardegna Sud, retta dalla Dama di Commenda Professoressa. Luisa D’Arienzo. Nelle quattro Province storiche della Sardegna, dipendenti dalle due Sezioni, operano quattro Delegazioni: a Cagliari, retta dal Comm. Dr. Patrizio Mulas, a Nuoro, retta dal Comm. Dr. Salvatore Cambosu, a Sassari, retta dal Comm. Dr. Leonardo Tilocca e quella di Oristano retta dal Comm. Mario Virdis.

Quanti sono i cavalieri dell’Ordine a Oristano e quali sono le origini dell’Ordine equestre e i loro campi d’azione?

La Delegazione di Oristano, che dirigo, è composta da circa venticinque cavalieri e dame (nell’Ordine sono ammessi sia cavalieri che dame) ed è retta da un Consiglio composto da un Segretario (Comm. Emilio Firinu), un Tesoriere-Cerimoniere (Cav. Giorgio Sanna) e un “Priore” (autorità religiosa),  nella persona dell’Arcivescovo S.E. Mons. Ignazio Sanna, Grand’Ufficiale dell’Ordine. Le Origini dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, risalgono ai tempi della liberazione di Gerusalemme da parte di Goffredo di Buglione, capo delle milizie della crociata, costituito per la difesa del territorio appena liberato dalla dominazione musulmana, nel 1099. E’ il primo ordine crociato ad essere costituito, a cui seguiranno altri, come quello di Malta e quello dei Templari, quest’ultimo tragicamente scomparso. Allo scopo iniziale di difensori della Terra Santa, l’Ordine oggi ha sostituito quello caritativo e di sostegno economico al Patriarcato latino di Gerusalemme ed ai cristiani della Terra Santa. Al termine delle Crociate, gli Ordini cavallereschi si dispersero in Europa: alcuni scomparvero, altri come i cavalieri di Malta dopo mille peripezie sopravvissero. L’Ordine del Santo Sepolcro agli inizi del secolo XIX, dopo aver perso per diverse cause la gran parte dei suoi possedimenti: case, chiese, priorati, ed anche quella vasta rete di protezioni che per secoli aveva annoverato, tornò alla sua originaria missione, quella caritatevole di aiuto e di assistenza ai più deboli.  Per l’Ordine del S. Sepolcro le imprese militari, la vita conventuale, il voto di castità, la frugalità, il digiuno, la rinuncia alle ricchezze, agli agi ed agli onori della vita, restarono solo come ricordi di un glorioso passato. Artefice del rinnovamento dell’Ordine fu il Pontefice, Papa Pio IX:  la Santa Sede, dopo diversi tentativi, riuscì a stipulare un accordo con la Sublime Porta (l’Autorità musulmana che dominava incontrastata in terra Santa), che consentì di ripristinare, nel 1847, il Patriarcato di Gerusalemme. Papa Pio IX, poi, nel 1858, mise mano alle regole dell’Ordine, ne modificò la Costituzione e adottò un nuovo Statuto, dando un assetto più moderno alla struttura. L’Ordine venne posto direttamente sotto la protezione della S. Sede e la reggenza affidata al Patriarca Latino. Il Pontefice, inoltre, definì il “nuovo e fondamentale ruolo” dell’Ordine: il mantenimento delle opere e delle strutture del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Negli anni successivi il Pontefice Leone XIII, con Lettera Apostolica del 1888, estese alle donne “che si fossero distinte tra le altre per la pietà, la generosità e lo zelo verso la religione cattolica”, l’onore di appartenere all’Ordine del S. Sepolcro. Nel 1906 Papa Pio X, ampliando le innovazioni fatte da Pio IX (che aveva introdotto nell’Ordine, al posto del solo grado di cavaliere, tre gradi di appartenenza: Gran Croce, Commendatore e Cavaliere), assimilò l’Ordine nelle decorazioni agli altri Ordini sacro-militari, decorandolo di un trofeo militare. Lo stesso Papa era il massimo vertice dell’Ordine (Gran Maestro), mentre il Patriarca di Gerusalemme rivestiva la carica di Luogotenente. Successivamente, con Breve del 1928, Papa Pio XI stabilì che l’Ordine dipendesse esclusivamente dall’autorità del Patriarca di Gerusalemme, che divenne anche Gran Maestro dell’Ordine. Pio XII nel 1949 stabilì che il Gran Maestro dell’Ordine fosse, invece,  un Cardinale di Santa Romana Chiesa, assegnando al Patriarca di Gerusalemme la prerogativa di Gran Priore. Giovanni XXIII nel 1962 e poi Paolo VI nel 1977, diedero un ulteriore impulso inserendo nello statuto norme più precise al fine di consentire un’azione più coordinata ed efficiente. Nel Febbraio del 1996 il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II (oggi Santo) ha “elevato” la dignità dell’Ordine: assegnandole il ruolo di “Associazione Pubblica di fedeli”, eretta dalla Sede Apostolica a norma del can. 312 par.1. L’associazione gode di personalità giuridica, sia canonica che civile. Anche lo Stato Italiano, riconosce l’Ordine: con R.D. del 10 Luglio 1930, n° 974. L’odierno Statuto dell’Ordine indica chiaramente gli scopi e gli impegni che assumono gli odierni appartenenti all’antica e nobile Istituzione:

-Rafforzare nei suoi membri la pratica della vita cristiana, in assoluta fedeltà al Sommo Pontefice e secondo gli insegnamenti della Chiesa, osservando come base i principi della carità dei quali l’Ordine è un mezzo fondamentale per gli aiuti alla Terra Santa;

-Sostenere ed aiutare le opere e le istituzioni culturali, caritative e sociali della Chiesa Cattolica in Terra Santa, particolarmente quelle del Patriarcato Latino di Gerusalemme, con il quale l’Ordine mantiene legami tradizionali;

-Zelare la conservazione e la propagazione della fede in quelle terre, interessandovi i cattolici sparsi in tutto il mondo, uniti nella carità dal simbolo dell’Ordine, nonché tutti i fratelli cristiani;

-Sostenere i diritti della Chiesa Cattolica in Terra Santa.

L’organizzazione centrale dell’Ordine del Santo Sepolcro è così strutturata:

– il Gran Maestro, un Cardinale di Santa Romana Chiesa, nominato da Sua Santità;

– il Sommo Pontefice, che regge e governa l’Ordine attraverso il Gran Maestro;

– il Patriarca Latino di Gerusalemme, che è anche il Gran Priore dell’Ordine;

 – un Ufficio di Presidenza, di cui fanno parte un Governatore Generale e tre Vice   Governatori Generali;

 – un Gran Magistero, avente funzioni consultive; esso è composto di non più di 18 Membri nominati dal Gran Maestro. La struttura operativa si articola poi su due distinte gerarchie, quella Ecclesiastica, cui è affidata la responsabilità dello sviluppo spirituale dell’Ordine, sotto la guida del Cancelliere e del Cerimoniere, e quella Laica, cui è affidata la responsabilità gestionale dell’Ordine sotto la guida del Governatore Generale. L’organizzazione territoriale si configura in Luogotenenze (una o più per ogni Stato), ciascuna guidata a sua volta da un Luogotenente laico, da un Gran Priore e da un Consiglio. Le Luogotenenze sono suddivise in Sezioni, che a loro volta, se ne esistono i presupposti, possono essere suddivise in Delegazioni. Il Luogotenente, i Presidi (Responsabili delle Sezioni) ed i Delegati (Responsabili delle Delegazioni), sono affiancati da una struttura Ecclesiastica parallela costituita dai Priori rispettivamente di Sezioni e Delegazioni.

L’Ordine è attualmente presente in quasi tutte le nazioni del mondo: conta 52 Luogotenenze (24 in Europa, 15 nel Nord America, 5 in Sud America, 6 in Australia ed Estremo Oriente), con un numero di appartenenti attivi, cioè di coloro che partecipano alla sua vita nell’impegno di servizio e di carità assunti all’atto dell’ammissione, di oltre 23.000. In relazione alle esigenze economiche del Patriarcato Latino di Gerusalemme e delle altre Istituzioni Cattoliche, che ivi operano a supporto della presenza cristiana in Terra Santa, l’Ordine cerca di sopperire come meglio possibile. La strategia dell’Ordine è stata e continua ad essere quella di portare i cristiani di Terra Santa ad un livello culturale e professionale tale da consentire loro un inserimento attivo nella vita sociale del proprio Paese, a pari livello degli appartenenti ad altre professioni di Fede.

Dalla fine del secolo scorso ad oggi l’Ordine ha finanziato la realizzazione e la gestione, oltre alle tradizionali attività diocesane, anche di ben 40 asili nido, 40 scuole elementari, 26 scuole medie e 7 licei, in Israele, Palestina e Giordania, con un personale di oltre 800 docenti e più di 100 religiose. Queste scuole ospitano, oggi, circa 18.600 allievi distribuiti nelle varie classi.  Le scuole sono frequentate mediamente da un 65% di Cristiani (tra cattolici, ortodossi, etc.) e da un 35% di Musulmani. I costi di gestione del Patriarcato e delle sue 68 Parrocchie, i salari dei circa 1.500 Insegnanti ed Impiegati delle strutture scolastiche, i costi del Seminario Patriarcale e degli Orfanotrofi e Dispensari, nonché delle nuove iniziative e degli altri progetti del Patriarcato (inclusa la costruzione di alloggi per le giovani famiglie), sono ingenti e continuano ad aumentare, gravando sull’Ordine, e quindi possono essere sostenuti solo grazie alla generosità dei suoi Membri attivi. Quanto realizzato non è certamente che una goccia in un mare di bisogni e di necessità che stentano a trovare copertura. Tutti i cavalieri lo sanno e contribuiscono, come possono, anche andando personalmente in Terra Santa, a toccare con mano quanto bisogno ci sia di ciascuno di loro.

Cosa spinge una persona a far parte di un Ordine cavalleresco di così antiche origini e oggi ha ancora una ragione di esistere?

Appartengo ormai da molti anni a questa nobile Istituzione. Oggi, che ho la responsabilità di una Delegazione (con il grado di Commendatore dirigo quella di Oristano e Provincia) posso dire che sono felice di essere entrato a farne parte. Non mi ha certo aggiunto nulla (in onori) al mio precedente impegno di cristiano, ma sicuramente l’idea di poter contribuire, unitamente ai miei cavalieri e dame, anche se in minima parte, ai bisogni della Terra Santa mi da conforto. Credo che anche oggi, nel Terzo Millennio, la cristianità abbia ancora tanto bisogno di cristiani attivi, e anche di numerosi cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che con grande spirito di servizio continuino a contribuire alla difesa del cristianesimo nel mondo, in particolare dei luoghi che videro la nascita e la morte di Nostro Signore Gesù Cristo.

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Un commento

  1. Come convinta cristiana e fervente cattolica , devota alla Regina della Pace , a N.S. di Bonaria e a Gesù Salvatore mi sentirei davvero onorata di poter essere accolta nel’ Ordine dei Cavalieri , per offrire attivamente il mio contributo a quella Giusta Causa che per suo glorioso passato vorrei diventasse la mia . Stiamo vivendo in questo presente una minaccia tragica per tutti noi Cristiani , soprattutto per i nostri Fratelli del Medio Oriente e dell’Africa . Quante stragi di innocenti e quanti Martiri per Fede ! Ebbene , credo che anche per noi molli Cristiani d’occidente sia giunto il momento di affrontare, se necessario, il martirio non solo spirituale , contrapponendo con coraggio la forza della nostra Fede ai disvalori di un’Europa di miscredenti , ma anche della nostra vita . Nei corsi e ricorsi , la Storia si ripete . Il Palazzo del Gran Maestro a Valletta rappresenta nei suoi mirabili affreschi le sanguinose battaglie con cui i Cavalieri seppero respingere i Mori nei secoli per salvare Malta, a prezzo della vita . Sarebbero capaci oggi Cavalieri e Dame di arrivare a tanto , oltre lo spirito di servizio speso a difesa dei deboli e bisognosi ? Maria Paola Valdes Cagliari , 8 Gennaio 2016

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