CON LA CONTINUITA’ TERRITORIALE CHE NON FUNZIONA, SARDEGNA SEMPRE PIU’ ISOLATA

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di Maria Vittoria Dettoto

Torna la Pasqua. E con essa la voglia di stringersi attorno ad un tavolo coi propri cari. Migliaia di emigrati avrebbero il desiderio di farlo. Ci scommetto. Tra essi ci sono due miei fratelli ed una sorella, da anni residenti in Lombardia.

Il problema è che il costo del biglietto è davvero troppo elevato. Quasi equivalente ad uno stipendio se ci si sposta in aereo..
Dunque addio ambito rimpatrio in Sardegna.
Addio porceddu arrosto e profumo di lentischio.
La Sardegna è un’isola isolata.
E lo diventa sempre di più.
Le leggi sulla continuità territoriale dei passeggeri ,non hanno mai portato di fatto ad u a difesa del diritto dei sardi alla mobilità.
Perché la mobilità è un diritto non un lusso.
Ricordiamocelo.
Si fa tanto rumore su questo tema. Da anni. Continuità territoriale..aerea e marittima..
Monopoli di Stato gravanti su entrambe.
Dove non intercede lo Stato,lo fa la Regione.
560.000.000 elargiti dalla Regione Sardegna alla Tirrenica:72.000.000 spalmati in cinque anni.
Obiettivo prefissato ai sardi un servizio marittimo ottimale a costi competitivi sul mercato.
Risultato reale raggiunto: prezzi per i sardi,paradossalmente più elevati di quelli dei non residenti.
Carlo Zappareddu, mio concittadino (ndr di Ozieri) ed amico, Presidente Regionale Sardegna dell’Anmil, mesi fa ha sottoscritto un accordo con la Tirrenia che permette ai diversamente abili di godere dello sconto del 20% del prezzo del biglietto.
Plauso a Zappareddu ed alla categoria che rappresenta.
Ma di quello sconto dovrebbero godere tutti i sardi.
L’insularita’ non dovrebbe rappresentare un handicap,ma un quid in più che permette alla Sardegna flussi turistici per rilanciare un economia sofferente.
Ma il turista in Sardegna evita di venire se deve affrontare un costo del biglietto, triplo di quello per altre regioni italiane o stati esteri limitrofi o addirittura in altri continenti.
Un imprenditore fatica ad aver voglia di investire in Sardegna,se il costo del trasporto delle merci è superiore al resto d’Italia.
Se sa che una volta raggiunta la Sardegna,se non dotato di auto propria,faticherà a raggiungere il paese di destinazione.
Non si parla mai o se ne parla poco,del trasporti su rotaia o su gomma: mezzi vecchi. Orari di collegamento dilazionati nel corso della giornata.
O addirittura inesistenti.
Provate a raggiungere in autobus l’interno della Barbagia o del Goceano..
Sara una bella avventura.
Ve lo assicuro.
O provate a connettervi ad internet o alla rete telefonica.
Intere aree un Sardegna sono ancora oggi scoperte dal segnale.
O se sono coperte,lo sono dal segnale di una sola compagnia telefonica, operante di fatto in regime di monopolio.
E’ questa la Sardegna che vogliamo dare tra le mani dei nostri figli?
Ritengo che abbiamo ampi margini di miglioramento.
Che si debba far leva su una classe politica che risulti capace di far sentire la nostra voce, non solo a Roma ma anche a Bruxelles.
Credo che i sardi,residenti e non,meritino di godere della propria terra quando vogliono.
Solo attraverso una rivoluzione politica e culturale,ciò e’ di fatto realizzabile.
Abbiamo cervelli in grado di porla in essere.
Cosa stiamo aspettando?

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