RICONOSCIMENTO A PAOLO ZUCCA: UN PREMIO AL REGISTA SARDO AL FILM BARI INTERNATIONAL FESTIVAL


di Bruno Culeddu

Paolo Zucca per  “L’Arbitro” ha vinto il premio per la migliore regia  della sezione “Opere Prime e Seconde Premio Francesco Laudadio” al BIF&ST Film Bari International Festival che si è appena chiuso a Bari.

«Un film – ha scritto  la giuria presieduta da Giuliano Montaldo – che si sa districare tra il sacro e il profano, mettendo in discussione i ruoli attraverso un sarcasmo mai volgare, una direzione degli attori impeccabile incorniciata dall’uso sapiente del bianco e nero».

Il premio del BIFEST consacra  il successo  riservato al film di Paolo Zucca in tutto il mondo.

Non si è ancora spenta, del resto,   l’eco del travolgente successo  riservatogli a fine marzo in Messico;  ove è stato scelto per la chiusura della 29ma edizione del Festival di Guadalajara. A vedere “L’arbitro” presso L’Auditorium Telmex  sono accorsi in  5000.

Il  film,  girato tra Bonarcado, Milis, Seneghe e Narbolia è già  stato proiettato con successo di critica e di pubblico in Francia, Spagna, Inghilterra, Svezia, Norvegia, Estonia, Turchia, Corea del Sud e Dubai: adesso  si prepara a volare  anche in Giappone,  Stati Uniti e Argentina.

I fratelli sardi  emigrati  a Buenos Aires non mancheranno di accorrere numerosi e di divertirsi con le gesta del calciatore  Matzutzi un emigrante che dall’Argentina rientra in Sardegna.

Non mancheranno di autoironia e di sorridere per l’accento argentino che uno straordinario Jacopo Cullin ha voluto imporre al suo personaggio.

L’attore in occasione della première britannica del film al Ciné Lumière di South Kensington, per la terza edizione del London’s Italian Film Festival nel fronteggiare il pubblico in prevalenza sardo, ha rivelato la scelta di far parlare l’emigrante con accento argentino. “Inizialmente sarebbe dovuto essere sardo senza alcuna contaminazione – spiega Cullin – ma una volta costruito il look con capelli lunghi e orecchino, abbiamo voluto dargli questo tocco esotico, in omaggio alla tradizione calcistica dell’Argentina. È anche una presa in giro bonaria verso quei sardi che vivono fuori e dopo due giorni hanno già l’accento del posto”.

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