L'8 APRILE ALLE ORE 18 PRESSO IL CIRCOLO "MONTANARU" DI UDINE, LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GIOVANNI GELSOMINO "ENRICO BERLINGUER ULTIMO LEADER"

Bianca Berlinguer con Giovanni Gelsomino

riferisce Domenico Mannoni

Complessivamente il libro contiene 21 interventi , 176 pagine oltre 200 foto in parte inedite e raccoglie i ricordi talvolta quotidiani e intimi di chi ha conosciuto il più amato segretario del partito comunista italiano,

Quelli dedicati a Berlinguer sono scritti da persone che lo hanno conosciuto da vicino e sono tutti scritti apposta per il libro, che si apre con una breve biografia del leader politico.

A seguire un saggio di Antonello Mattone sul rapporto tra berlinguer e la Sardegna: dagli anni giovanili sino a diventare segretario nazionale del Pci. Ne esce l’immagine di una persona convinta delle proprie idee, e di un politico che conosce da vicino i problemi della realtà meridionale e in particolare della Sardegna, dove insiste per la valorizzazione delle risorse agropastorali in modo da uscire dai limiti di una industrializzazione monopolista e assistita per affermare la necessità di recuperare alla produttività vaste zone agricole inserendole in un moderno progetto di trasformazione in grado di sviluppare le risorse locali, in primo luogo umane.

Nel saggio si esamina anche il primo tentativo di compromesso storico, nell’autunno ’80 quando Pietro Soddu tentò di formare una giunta regionale con il pci, dc, psi, psdi e psd’az. Purtroppo il tentativo fallì e per la Sardegna fu una occasione persa

Gavino Angius ripercorre il suo rapporto con Berlinguer (è sicuramente tra quelli che lo hanno conosciuto meglio), ricordando il suo amore per Stintino e la vela, la sua sobrietà, il suo umorismo, la cena al ristorante l’Assassino a base di lumache, cordula, formaggi…ma anche l’esperienza della prima giunta di sinistra a Sassari, il grande amore per la sua città, e per il calcio: il Cagliari di Riva e la Roma. La sua attenzione maniacale alle parole che pronunciava in un comizio. Scriveva tutto i maniera dettagliata.

Alfredo Reichlin spiega perchè si sente il bisogno di tornare a parlare di enrico berlinguer: la risposta: sono i problemi di oggi la crisi non solo dell’economia ma della trama unitaria della Repubblica messa alla prova da una sfida che riguarda il posto della nostra nazione in Europa.

Mario Birardi ricorda il capo più amato il suo rapporto speciale con Berlinguer, il lavoro all’interno del partito, le sue giornate passate a La Maddalena e le visite a Caprera. Il suo stile di vita, le sue doti di uomo, il rapporto con la gente.

Guido Melis che ne percorre la storia politica definendo Berlinguer l’interprete più acuto e anche più credibile di una evoluzione dentro la democrazia occidentale.

Poi una serie di testimonianze sui militanti che vivevano e operavano ai tempi di berlinguer: augusto Morelli, agostino spano, luigi polano, flavio secchi, alfredo nadotti, gino ajello.

Si ripercorre la storia delle sezioni del Pci a sassari ai tempi di berlinguer e quella della Stintino dei pescatori.

Il rapporto non esaltante di Berlinguer con la scuola il liceo azuni, solo in due materie primeggiava:storia e filosofia e guarda caso il professore era un lurese Giovanni Forteleoni che nel libro viene ricordato dalla figlia.

C’è poi la storia di Domenica, figlioccia di berlinguer battezzata da lui il 15 marzo 1942, quando aveva 21 anni, nella chiesa di s.giuseppe a sassari. Per la prima volta ci parla del suo Berlinguer, del suo ultimo incontro a Stintino quando le ha detto: mi sembrate troppo magro e troppo stanco, pensate alla vostra salute. E lui si è fatto una risata.

E infine il ricordo di Tore Patatu che fu sua guardia del corpo a stintino che ci presenta un berlinguer del tutto inedito. Ed ancora gli scrittori salvatore mannuzzu (Dimenticare Berlinguer?) secondo il quale il lascito più di Berlinguer forse è l’austerità: come nuova dimensione globale dei consumi, e quindi come nuova dimensione dei modi di produzione e dei modi di governo del pianeta” e fabio stassi, finalista al Campiello che racconta il 13 giugno 1984 giorno dei funerali “…Così senza sentirmi uno straniero, quel giorno scendevo anch’io con gli altri verso Botteghe Oscure e avevo nella testa delle immagini…Roma quel giorno era tutta lì, nel caldo prematura e senza tregua di giugno…”Da rileggere l’editoriale comparso sul Manifesto a firma luigi pintor quando è morto berlinguer. E la biografia del nonno materno che ha inventato la medicina del lavoro

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