QUANDO L'APPARENZA NASCONDE I SEGRETI: IL LIBRO DI SIMONETTA DELUSSU E PAOLO MONTALDO

Simonetta Delussu e Paolo Montaldo


di Carmen Salis

Presentato, prima a Tertenia nel mese di gennaio e poi a Cagliari il 15 febbraio scorso, il giallo “L’apparenza”, di Paolo Montaldo e Simonetta Delussu, edito da AmicoLibro edizioni. Un delitto sconvolge la vita serena e tranquilla di una famiglia che vive in un paese situato al centro della Sardegna. In un tratto della superstrada che divide in due l’isola, una coppia e il loro figlio vengono trucidati a colpi di fucile. A salvarsi, il figlio più giovane, paraplegico. Nessun movente, nessun indizio: il maresciallo Perra dovrà percorrere con difficoltà una strada tortuosa per poter svolgere quelle indagini che lo porteranno a risolvere il caso.

Paolo, di chi è stata l’idea, e perché un giallo scritto a quattro mani? <<L’idea è stata mia. Volevo fortemente scrivere un giallo che fosse ambientato in Sardegna ma avevo dei grossi dubbi circa la sua reale composizione e struttura: nel senso che ritenevo, a torto o a ragione, che lo scrittore di gialli avesse comunque in mente come sarebbe dovuto andare a finire il tutto, colpevole compreso, mentre io stavo cercando il modo di far si che lo scrittore stesso non fosse in grado di conoscere tutti i dettagli del giallo stesso, come accade nella “realtà”. Da qui la mia idea di scrivere un lavoro a quattro mani in cui letteralmente ci fosse una parte scrivente che davvero non conoscesse tutti gli angoli e gli anfratti  della vicenda.>>

Simonetta, una storia che coinvolge il lettore perché oltre a stimolare la curiosità, siete riusciti a descrivere con autenticità un tempo e un modo di vivere che è comunque parte della nostra cultura. <<Sì infatti, il mondo che io e Paolo riproponiamo è proprio la Sardegna agro-pastorale con i suoi paesaggi e il suo matriarcato, parliamo di un mondo oramai quasi scomparso ma che ancora sopravvive nei piccoli centri. In Ogliastra e in barbagia non è raro ritrovare vecchi sapori e odori.>>

Paolo, la disabilità è protagonista casuale nella storia? <<No, assolutamente, è stata una situazione fortemente voluta. Volevo due cose: in primis che il mio protagonista fosse distante anni luce dai canoni classici del protagonista che si può leggere ovunque ed in secundis volevo che, quello che per me è il principale artefice del tutto, fosse in realtà incapace di compiere alcun gesto, da qui l’impossibilità di camminare ed il grave deficit cognitivo.>>

Simonetta, il tuo compagno di viaggio conosceva il colpevole, tu no. <<Proprio cosí ma questo è stato l’unico vincolo messo da Paolo, infatti mi son mossa un po’ alla cieca e qualche volta ho minacciato Paolo, affinché mi dicesse chi fosse questo benedetto assassino. Ma è stato irremovibile, l’assassino l’ho scoperto insieme ai lettori.>>

Paolo, l’apparenza e la verità sono le vere protagoniste di questo giallo. Sono protagoniste anche della vita di tutti i giorni? <<Nel mio piccolo ritengo di sì. Per quello che vedo tutti i giorni direi proprio. Personalmente lo ritengo un grosso male anche se questa mia frase può essere registrata tra le più grandi banalità della storia, ritengo che purtroppo sia un male inscindibile della società odierna.>>

Simonetta, la magia e la fede, i sogni e le apparizioni. <<Il libro ne è  impregnato: i personaggi si muovono e seguono  i sogni e le apparizioni che li guideranno man mano per uscire da dubbi e  perplessità,  fino a risolvere il delitto. Ne sono impregnati i protagonisti e tutto il mondo che li circonda.>>

 Paolo, la Sardegna, la vostra terra. Impossibile non raccontarne colori e cultura. Anche in un giallo? <<Avevo molti dubbi nel raccontare una storia, un giallo, ambientato nella mia terra. Primo perché temevo di non essere in grado di scriverla con sufficiente distacco lasciando trasparire il mio sconfinato amore per questa terra. Pian piano poi, mi son reso conto quanto questo non fosse necessariamente un male, nel senso che potevo (o almeno, spero di esserci riuscito) coniugare il mio amore per questa terra con la vicenda che aveva in mente e qui mi è stato di grande aiuto il Dottor Alberto Floris, mio caro e vecchio amico, a cui il libro è dedicato, che mi ha letteralmente aperto gli occhi su un mondo infinitamente più vasto.>>

Simonetta, questo lavoro è stato definito un giallo psicologico, perché? <<Perché in effetti lo è, ci sono dei risvolti da non sottovalutare e le realtà sono più di una e si rifrangono e si sdoppiano. Tutto alla fine è apparenza.>>

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