SARTIGLIA DI ORISTANO, GREMIO DEI FALEGNAMI, SA MASSAIA MANNA VALERIA CADONI, PER LA VESTIZIONE DI SU CUMPONIDORI, VESTIRÀ L’ABITO DI GALA IMPREZIOSITO DAI GIOELLI DI NANNI ROCCA

sa massaia Manna Valeria Cadoni


di Gian Piero Pinna

L’orafo oristanese, Nanni Rocca, ha creato appositamente i gioielli che adorneranno sa Massaia Manna del Gremio di San Giuseppe, Valeria Cadoni, scegliendoli con cura per i significati che rivestono nella tradizione sarda. Infatti, ci spiega che “tra i gioielli indossati da sa Massaia Manna, possiamo notare, oltre a “sa Gutturada”, tipica collana campidanese in oro e coralli, un altro gioiello di maggiore spicco, “su Dominu”. Questo gioiello, indicava chi era la padrona di casa, “sa Mere de domo” e serviva a far capire agli ospiti e alla servitù, che alla persona che lo indossava, era dovuto il massimo rispetto” e precisa che è stato realizzato completamente a mano in filigrana d’oro, granato e micro perle. L’orafo oristanese, ha anche realizzato molteplici gioielli per tante grandi personalità, tra i quali Papa Giovanni Paolo II e i presidenti emeriti della Repubblica, Cossiga, Scalfaro e Ciampi, inoltre, svariate sue opere sono state acquisite e vengono esposte permanentemente in tre musei della Sardegna. Rocca, quest’anno ha realizzato anche una “vestizione” simbolica di “Su Cumponidori”, trasformandosi in una specie di Massaia Manna: “Ho modellato una maschera di su Cumponidori in argento – aggiunge – e come nella vestizione, gli ho messo prima il cilindro, poi il velo, realizzato sempre in argento e lavorato artisticamente per riprodurre i ricami, quindi, gli ho applicato una camelia in corallo, sul petto”. Intanto “Sa Massaia Manna”, Valeria Cadoni, dopo la prima esperienza dell’anno scorso, vissuta con comprensibile timore, quest’anno è più serena: “La prima volta, quella dell’anno scorso, che è arrivata inaspettata – dice – ero più emozionata, quest’anno, nonostante le ansie che mi procurerà, sono molto contenta di ripetere l’esperienza”, ma già il pensiero vola alla giornata fatidica, quando sarà la regista della vestizione. A coadiuvarla, ci saranno due “massaiedde”, Anna Laura Atzei e Giorgia Mugheddu, inoltre ci saranno altre due ragazze che avranno il compito di passargli gli aghi e i fili per la vestizione, Michela Massa e Giusy Fadda, ma ad aiutarla, avrà a disposizione anche un nutrito gruppo di amiche. La prima volta che ricoprì il ruolo di Massaia Manna, confessa candidamente, “pur avendo assistito a tante vestizioni, non mi ritenevo in grado di dirigerne una, è una cerimonia che comporta un’enorme responsabilità, con essa ha inizio la “vita” stessa de su Componidori e di conseguenza, mi sono fatta consigliare da due donne esperte, che avevano in passato e per molte volte, ricoperto sia il ruolo di massaiedda, sia quello di massaia manna. Da loro ho appreso tutti i segreti che mi hanno permesso di dirigere la vestizione. Anche martedì 4 marzo, indosserò il tradizionale abito di gala oristanese, che avevo l’anno scorso e che mi è stato cucito su misura da Lalla Spanu, madre di su Cumponidori dell’anno scorso, Valentina Uda. È stata gentilissima e quando sono andata a restituirgli l’abito, non lo ha voluto indietro e me lo ha dato come dono per il mio compleanno. È stata un’emozione anche indossare i bellissimi e preziosissimi gioielli di Nanni Rocca – continua Valeria – e che indosserò anche quest’anno, con l’aggiunta di altri pregiatissimi pezzi, come gli orecchini e gli anelli, oltre a una bellissima collana e una spilla in corallo. L’anno scorso, sono stati molto apprezzati e ammirati da tutti. Ognuno di quei gioielli, ha un suo significato, ce n’è uno “su Dominu”, che è come un distintivo che indica chi sia la padrona di casa”.
Il padre della Massaia Manna, nonché, presidente del Gremio di San Giuseppe, Francesco Cadoni, anche se confessa di avere addosso un po’ di stanchezza, non manca di guardare con ammirazione e orgoglio la figlia, poi si sbilancia e si lamenta per il fatto che  le istituzioni non sono state molto generose col suo gremio e soldi se ne sono visti meno dell’anno scorso; il che, è tutto dire, perché pare che anche l’anno scorso non ne siano arrivati.

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