LA CARTOGRAFIA DELLA SARDEGNA: RICERCA STORICA


di Ramona Pisanu

Nel Quattrocento lo sviluppo scientifico della cartografia matura per effetto degli studi umanistici sull’opera di Tolomeo, la cui diffusione è agevolata dall’invenzione della stampa. Il modello scientifico rappresentato dall’opera del geografo alessandrino ha influenzato il lavoro dei cartografi rinascimentali, come pure dei corografi sardi del ‘500, Sigismondo Arquer e Giovanni Francesco Fara. 

Al metodo corografico (analisi descrittiva della geografia) si rifà la monografia di Sigismondo Arquer, “Sardinia brevis historia et descriptio”, pubblicata a Basilea nel 1550 nell’edizione latina della “Cosmographia” del geografo Sebastiano Münster. L’opera del Münster ha avuto larga diffusione e il lavoro dell’Arquer, il primo sulle caratteristiche geografiche dell’isola, ha costituito per molto tempo una delle poche fonti sulla Sardegna. A corredo del testo è una carta geografica, modellata sulla falsariga delle tavole tolemaiche: essa è il primo esempio di concettualizzazione dello spazio insulare da parte di un intellettuale sardo, tuttavia costituisce ancora una bozza schematica in cui l’orografia e l’idrografia risultano sommarie e imprecise. La carta era rivolta d’altronde a illustrare un’opera colta e a suggerire al lettore un’identificazione dei luoghi descritti: la toponimia è infatti molto precisa, e – prima volta in una carta scientifica – le località vengono chiamate con il loro nome corrente; le città, i porti , i castelli, le ville sono raffigurati con semplici ma efficaci disegni che ne richiamano i tratti più significativi. 

Un tentativo di conciliare la conoscenza erudita degli antichi geografi con un’indagine scientifica di stampo rinascimentale, viene attuata da Giovanni Francesco Fara con i due libri “Chorographia Sardiniae”. Scritta intorno al 1580, frutto di una conoscenza diretta del territorio, è stata per oltre due secoli la fonte principale da cui i geografi hanno tratto notizie. Benché priva di carte, l’opera dello storico sassarese, grazie alla ricchezza di informazioni e ai calcoli della grandezza dell’isola, ha inciso a lungo sulla successiva cartografia. 

Di ispirazione antitolemaica è invece la carta di Rocco Cappellino (1577), architetto militare giunto in Sardegna nel 1522 su ordine di Carlo V per dare nuovo assetto alle fortificazioni di Cagliari. Risultato di una ricognizione diretta dei luoghi, la carta è il primo studio cartografico in cui il rilievo montano e i principali fiumi vengono tracciati con precisione. La toponomastica è molto ricca anche nelle zone interne, fino ad allora completamente ignorate dai cartografi. Disegnata orizzontalmente, presenta però anche numerose imprecisioni, fra cui la collocazione a SE del golfo di Cagliari e a NO del golfo dell’Asinara, che verranno riprese da molti cartografi successivi. 

I nuovi sviluppi della cartografia cinquecentesca sono legati soprattutto allo studio dei metodi di proiezione, analizzati sia attraverso il calcolo matematico sia mediante procedimenti geometrici. La carta della Sardegna di Abramo Ortels (Ortelio) , inserita nel “Theatrum Orbis Terrarum” (1570) è appunto basata su una proiezione ovale. La Sardegna è inserita in una carta che raggruppa le tavole delle isole mediterranee (Sicilia, Malta, Elba, Gerba, Corfù).

La raffigurazione del geografo di Anversa non aggiunge molto a quanto si sapeva già sulla forma dell’isola. 

Ben diverso è invece il ruolo dell’importante carta di Gerhard Kremer (Mercatore) che costituisce una svolta nella rappresentazione cartografica dell’isola. A Mercatore si deve infatti un particolare tipo di proiezione cilindrica universalmente adottato per la compilazione delle carte nautiche. Il primo disegno mercatoriano della Sardegna risale al 1554 ed è incluso nella “Grande Carta d’Europa”. Questo disegno viene poi ripreso e notevolmente perfezionato nell'”Atlas sive Cosmographicae Meditationes” del 1585.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *