INCONTRO CON LUCA PAULESU AL CIRCOLO "ELEONORA D'ARBOREA" DI PESARO PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO "NINO MI CHIAMO"

al centro Luca Paulesu


 
di Luigi Lilliu

Dopo l’osservanza di un minuto di raccoglimento per le vittime alluvionate della Sardegna ed un appello alla solidarietà informando i presenti anche dell’apertura di un c.c. bancario dedicato, ha avuto inizio la prevista cerimonia di presentazione del libro. 

L’affollata sala, spaziosa, della splendida Biblioteca comunale “San Giovanni” di Pesaro è l’immagine del successo della presentazione del libro “Nino mi chiamo” di Luca Paulesu, alla presenza di Autorità civili e militari, fra cui,  in primis,  il Sindaco della città Luca Ceriscioli ed il Presidente della provincia Matteo Ricci.

C’era viva attesa per incontrare l’autore dell’originale fantabiografia su infanzia, vita e pensiero di Antonio Gramsci e cioè Luca Paulesu, che l’ha sapientemente scritta e illustrata con ironiche vignette, impreziosendola di inediti familiari, che soltanto lui, quale nipote di Teresina Gramsci, sorella di Antonio, poteva regalarci in modo così autentico. 

Un evento organizzato dall’Associazione Culturale Sarda “Eleonora d’Arborea” di Pesaro, che ha ottenuto una risposta entusiastica dal pubblico, dai soci e dagli amici dell’Associazione e simpatizzanti della Sardegna, che a fine cerimonia hanno raggiunto l’autore facendosi autografare il pregevole volume.

Si potrebbe quasi definire la giornata di Antonio Gramsci, tale e tanto è stato l’interesse di conoscerlo  nella descrizione fatta dal pronipote Luca e collocato, per  l’occasione,  nell’ambiente che egli prediligeva “fra i libri” ovvero nel suo mondo, quindi sabato 23 novembre 2013 sarebbe stato per lui un giorno felice.

Felicità che egli ha conosciuto poco nelle vita, contrassegnata da dolorose sofferenze fisiche e morali sin da bambino (a 18 mesi è colpito da una malattia che gli compromette lo sviluppo fisico; soffre intimamente l’arretramento della condizione sociale ed economica familiare; dopo le elementari, per mancanza di soldi, non prosegue gli studi, né può comprarsi i libri che amava e per giunta, nonostante di fisico gracile, non resistente alla fatica, deve lavorare sodo per aiutare la famiglia).

Le cose non andranno meglio da adulto, per la totale dedizione all’impari lotta tesa ad  affermare il valore dei suoi ideali, sostenuti con lucida determinazione, intelligenza incomparabile e la forza del sentimento che nutriva per il genere umano, pagherà con la libertà e la vita, prematuramente stroncata, il prezzo più alto che una persona può offrire alla causa comune, lasciandoci, però, un fulgido esempio di  civile impegno.

Al cospetto di tutto ciò, la gioia per la famiglia (moglie e due figli) vissuta sempre da lontano –  senza avere nemmeno mai visto il figlio Giuliano – e l’amore per la sua Sardegna, di cui amava tutto ed in particolare la lingua sarda, fino a raccomandare alla sorella Teresina  di lasciare che i figli l’apprendessero liberamente, in quanto necessaria alla formazione culturale, unitamente ai valori della tradizione e della storia, sono poca cosa e costituiscono un intermittente sollievo alle sofferenze e privazioni nel duro carcere in cui era ristretto.

Insomma, parliamo di un sardo di cui siamo ovviamente orgogliosi. Lo storico britannico scomparso Eric Hobsbawm, in una lettera a lui indirizzata, scrisse: “Tu Nino sei stato molto più che un sardo, ma senza la Sardegna è impossibile capirti”.

 

Del resto sulla vita e pensiero di Antonio Gamsci fioriscono incessanti studi nel mondo (università americane, Francia, Giappone, ecc.). In Italia  gli studi fanno capo all’International Gramsci Society con sede in Roma, con grande interesse da parte dei giovani, perché giovane era Gramsci e ardore giovanile avevano le sue idee di valenza universale, talchè sul piano squisitamente intellettuale viene naturale il suo accostamento all’insigne poeta Leopardi: entrambi accomunati da sofferenza ed eccelso percorso intellettuale giovanile, entrambi oggetto di approfondite ricerche e studi ed entrambi amati e ammirati non soltanto dai giovani.

La Biblioteca San Giovanni è stato il luogo ideale per ospitare l’evento in questione, incontrare lo scrittore Luca Paulesu e presentare il libro a cura di Franco Bertini, giornalista de “il Resto del Carlino”  apprezzato e amato dai pesaresi per i suoi trascorsi sportivi (gloria del basket locale e campione nazionale) e per il rigore e la spiccata competenza con cui egli esercita la professione giornalistica.

Anche per l’amico Luca Paulesu è stata una giornata speciale, sia per il successo della sua opera, geniale, che per la ripresa dei suoi rapporti con la città di Pesaro, risalenti ai tempi della leva militare trascorsa presso il C.A.R. locale, nel quale si è idealmente ritrovato alla vista dell’ufficiale presente per lui in biblioteca.

Inoltre, sono stati una lieta sorpresa i ricordi riferiti dal giudice Pierfrancesco Casula (già Presidente del Tribunale di Rimini), legati ai racconti del di lui padre, che, ufficiale di complemento a Torino negli anni 1919 e 1920, non correva il rischio di imbattersi – in uniforme – nelle manifestazioni delle c.d. “settimane rosse”, grazie alle informazioni che  riceveva dal commilitone Mario Gramsci, il quale veniva avvertito dal fratello Antonio di astenersi dall’uscire.

Dopo il servizio militare, il padre del giudice veniva nominato Direttore didattico a Ghilarza, mantenendo i contatti con la famiglia Gramsci.

Infine, l’amenità circa una relazione giovanile di Antonio Gramsci con una ragazza di Cagliari negli anni in cui egli frequentava il Liceo Dettori (dal 1908 al 1911), riferita da un’anziana signora socia del nostro sodalizio.

In conclusione una bella giornata che, tuttavia, è stata privata della presenza del Senatore Luigi Zanda, il quale, causa un improvviso e sofferto contrattempo, non ha potuto partecipare all’evento,  a cui era atteso per presentare il libro “Nino mi chiamo”.

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