A VILLAURBANA, LA XVI SAGRA DEL PANE FATTO IN CASA


di Eligio Mariano Testa

Sedicesima rassegna de “Su pani fattu in domu”  2013 e Villaurbana da vita a una tra le più importanti sagre in Sardegna, tre giorni 25/26/27 ottobre di festa e cultura, per mantenere forte la tradizione del pane. Oggi la tecnologia ha reso tutto molto più semplice, cambiando lo stile di vita, sempre meno famiglie hanno il tempo e le possibilità di poter fare il pane in casa, resta il ricordo fra i più anziani e per i più giovani la felicità, almeno per un giorno, di partecipare e di rivivere il passato. Villaurbana, per tre giorni regala istanti del passato a tutti, così, e  nelle stradine invase da un profumo unico, la gente fa la fila aspettando il prezioso alimento.

La sagra, è stata resa possibile grazie a un l’insieme di collaborazioni, tra la Regione Sardegna, il Comune di Villaurbana, la Proloco, associazioni di volontari e gruppi di persone.

Il paese di Villaurbana nella sedicesima sagra del pane fatto in casa, ha voluto dare un messaggio forte, unendo e condividendo la festa del pane con alcune delegazioni internazionali, il pane elemento che da sempre ha unito l’uomo, oggi a Villaurbana erano presenti persone di svariate nazionalità, tra cui anche i gruppi folk di Londra, Kostanjevica dalla Slovenia, Altomonte dalla Calabria, Sulmona, Ovodda, Dorgali, Busachi, Villaurbana.

Tantissime persone si aggiravano tra le case del centro storico, girovagando da uno stabile all’altro: da Su magasinu a s’antiga, al Museo del pane e ancora a Sa domu e su forru. Tutta gente pronta a portarsi via su coccoi appena sfornato, cotto come una volta nei tipici forni per il pane. Ventinove stand con i piatti tipici di Villaurbana, più tre esposizioni di piatti tipici inglesi e sloveni e di Altomonte. Una festa del pane che va oltre ogni aspettativa, un risultato positivo che premia tutta Villaurbana, per l’impegno e la volontà di mantenere viva una tradizione vitale che per tutto l’anno vive del pane, con una passione straordinaria. Ogni volta che l’uomo si rivolge alla terra con amore nasce la volontà di non perderla.

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