DA MALE', STORIA DI UN TRENTINO "SARDIZZATO": UN TESTIMONE OCULARE DEI FATTI DI BUGGERRU DEL 1904


di Maurizio Solinas

Era il 1968 quando il mio futuro suocero seppe che in dicembre andavo in Sardegna con sua figlia Wilma, mi pregò di passare da Gonnesa a salutare la nipote di sua nonna. Scopersi così che Anna Ravelli era originaria del Trentino, non c’erano dubbi visto il cognome, tipico della Valle di Sole. Costei aveva un fratello Angelo, giovane fante, morto sull’altipiano di Asiago sparando contro i trentini nella Grande guerra, ironia della sorte. Figli di tale Antonio che partì da Carciato verso la fine del 1800 per andare a lavorare in miniera a Buggerru. La signora Anna sposò un Tidu mutandosi definitivamente da trentina in sarda, mise al mondo cinque figli e nel frattempo lavorava in miniera come cernitrice e non faceva le 36 ore settimanali. La domenica “per riposarsi”, panificava per la famiglia la quantità per tutta la settimana. A 73 anni era ancora una donna alta e robusta, molto sveglia e sapeva il fatto suo, con due manone, se ti dava uno schiaffo volavi in orbita. Era stata lei a prendere carta e penna e a scrivere all’anagrafe di Malè per rintracciare i parenti trentini. A Malè perché le lettere indirizzate a suo padre dalla sorella avevano quel timbro postale e il francobollo con l’aquila a due teste dell’Impero austroungarico. I riferimenti alle persone che essa conteneva la portarono nelle mani del lontano cugino Giovanni Ramponi. Erano passati quasi cento anni dal viaggio di Ravelli da Carciato a Buggerru.

Riordinando i documenti di casa ho trovato alcune lettere del Ravelli a sua sorella, in particolare una molto interessante per i riferimenti di un testimone oculare ai “Fatti di Buggerru” del 18 settembre 1904, l’ho trascritta quasi fedelmente:

Carissima sorella!

Da lungo tempo il mio silenzio sai come si fa da oggi a domani e mai si scrive. Sai che io era 2 mesi … ammalato e anche ora non sto bene come prima. Cara sorella Maria ti pregherei se tu mi mandassi un po’ di burro e anche una podisca (forbice per potare) come quella che mi manda l’anno passato un po’ più piccola però a mola ferma e una piccola senza molla guarda ti prego che è per fare un regalla mi manderai un po’ di fagioli pochini per carità di quelli dal calice e di quelli della mostranza e di quelli grici però delle badrette e di quelli mezzi rossi e mezzi bianchi e se mai e possibile un po’ di semenza di radichio. Che verrà il momento che io ti pagherò il tutto sappi che non sono più alla miniera ma ho preso un orto grande in affitto e è per quello ti domando tutte quelle semenze; che nella miniera e tutta miseria; sappi che qui cie statto un gran sciopero con 13 morti qui cie ancora proibitto andare in 2 per le vie. Preme in questo paese cera 2 Reggimenti di Militari e 200 Carrabinieri con un ora al giorno per andare alla bottega compagnatti da 4 soldatti o Carrabinieri e la porta sempre chiusa giorno e notte ma che vedevi che spavento se vedeva una porta aperta subito fucilate cose teribili. O Dio! Dio! Maledetto paese! Più cara Maria non mi prolungo sollo ti prego di tutto quello che ti ò detto che lo farai avere a un fratello che si ricorderà grande rispeto ti salutto te e tutta la tua famiglia. Addio addio e sorella e cognatti nipiotti e nipotte.

Ti raccomando pronta risposta e non fare come ò fatto io e mi firmo il tuo affezzionatissimo fratello.

Ravelli Antonio

Spedita il 16 novembre 1904 da Gonnesa a Maria Ravelli Andreotti e arrivata a Malè il 19 novembre 1904. Da notare che la lettera da Gonnesa ha impiegato 4 giorni ad arrivare a Malè in Val di Sole, con i mezzi di allora e una frontiera da superare. Alla faccia della posta prioritaria di oggi. Si noti anche la possibilità di spedire del burro che arrivasse in tempo utile per mantenere integrità e non irrancidire. Per la cronaca, i nipoti e pro nipoti hanno tutti “assaggiato” l’emigrazione, alcuni, i più fortunati, sono tornati nell’Isola ed hanno saputo sistemarsi bene, comunque lavorando molto duro.

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2 commenti

  1. Ravelli Antonio, il mio bisnonno che sposo’ a Gonnesa Giuseppina Carta da cui ebbe due figli: Giacomo e Anna.Giacomo Ravelli mori’durante la guerra del 15-18 http://www.cadutigrandeguerra.it/Albo_Oro/Archivi/19/357.jpg e Anna mia nonna sposo’ un Tidu da cui ebbe 5 figli…uno di loro e’ mio padre.Lei invece chi sarebbe ?Come conosce tutte queste informazioni?

  2. Maurizio Solinas

    Come ho specificato nell’articolo ho sposato Wilma Ramponi di Carciato, tua parente, anche se molto alla lontana. Tramite lei ho conosciuto bene tua bisnonna Anna e tre dei suoi figli, soprattutto ho intrattenuto rapporti stretti con Davide Tidu, se sei una delle sue figlie senza dubbio mi hai conosciuto. A Gonnesa passavo le ferie da Gianni, finché era in vita, ho perso le tracce di Stefano e altre sue sorelle (o tue o zie), ma mi incontro con Pinella (ci sentiamo spesso) e Ornella, via FB con Ines e figli e con il marito di Marisa. Mi piacerebbe conoscerti, puoi metterti in contatto con me tramite FACEBOOK maurizio.solinas.12@facebook.com

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