UNA GIORNATA DA RIPETERE: A VIGEVANO UNA PAGINA FOLKLORISTICA CON IL SAPORE PURO DI SARDEGNA


di Cassiano Abis

Segniamoci questa data nel calendario delle nostre ricorrenze. Un avvenimento straordinariamente d’ effetto che molti auspicano diventi a cadenza periodica, e vi spiego perché. Nel primo pomeriggio si è cominciato a vedere per le vie di Vigevano, ridente cittadina del pavese, un viavai di persone nei caratteristici e variopinti costumi della Sardegna, si dirigevano in direzione del Castello Sforzesco e si cominciava ad assaporare la festa che era prossima a cominciare (In realtà era già cominciata con l’ annuncio, una quarantina di giorni fa, della manifestazione con un ‘tam tam’ sui social e sui vari forum. Ci sono parecchie proposte di dare la cittadinanza onoraria della Sardegna al prof. A. Bianchini per tutto l’ amore che manifesta per la nostra terra). Dalle 15.00, poco più, dopo i dovuti e meritati ringraziamenti alle Autorità e agli organizzatori, hanno avuto inizio, come da programma, le varie esibizioni dei nove gruppi ospiti. Uno spettacolo sapientemente variegato con alternanza di canti, balli musiche e interventi di pura cultura. Ha aperto le danze il gruppo ‘Domo nostra’ proveniente dal circolo omonimo di Cesano Boscone (MI) a cui è seguito il gruppo ‘Ba.Sa. Mì’. Entrambe con scioltezza e disinvoltura hanno ‘animato la piazza’ con partecipazione. Per una pausa tra i balli, un ‘fuoriprogramma’ è stato dedicato alla poesia, con la lettura di alcune poesie strettamente attinenti all’ emigrazione recitate da Cassiano Abis. D’ effetto è stata “Sangue e Sardità” della poetessa e scrittrice Pia Deidda. ‘Sos Emigrantes’, giovani tenore, hanno salutato il pubblico con una ‘Moda Seria’ seguita da una ‘Moda Lesta’. A seguire “ Sa ‘oghe de su coro” con un repertorio variegato di canti e il gruppo “Naramì” che ci ha sorpresi col ‘ballu ‘e sa tassa’ e l’ esordio del ‘ ballu ‘e su muccatore’ per concludere con ‘sa ‘ramadura’ e ‘sa coia’. Alberico Guerzoni ha illustrato avvalendosi di documentazione fotografica, le origini e l’ evoluzione delle varie ’mode’ nel vestire dei nostri antenati secondo le varie parti dell’ isola.  Il gruppo “Ichnos” ha ridato fiato a strumenti e danze seguito dal gruppo “A. Nazzari ”. In un secondo fuori programma, la lettura di un brano tratto da “Per le mute vie” di Eliano Cau ha voluto ricordare la morte dei minatori di Marcinelle, in Belgio, l’8 agosto del 1956. Sembrava giusto ricordare i duecentosessantadue morti di cui centotrentasei italiani, per lo più calabresi. Erano emigrati come noi. Il gruppo “Giu.An.Ga” ha aggiunto un sapore anche d’ oltreoceano alla festa de ’S’ Amistade’, infatti la cantante è sudamericana, questo per dire che tutti i gruppi, a parte ‘Sos Emigrantes’ sono composti non solo da sardi, ma anche da diversi napoletani, pugliesi, calabresi, lombardi etc. e ciò pensiamo vada ad impreziosire ulteriormente il valore di questa festa, dei sardi sì, ma aperta a ogni altra cultura. Tutti i gruppi si sono esibiti con maestria e ognuno ha reso partecipe il festante pubblico. Nessuna competizione. Solo festa. Solo ‘amistade!!!’ Incontro festoso di vecchi conoscenti, nuove amicizie, tante cose da raccontare, anche a costo che i balli e i canti finiscano per essere per alcuni di questi, un piacevole sottofondo, una cornice per piacevoli ed emozionanti incontri. Gli organizzatori, gli artisti e anche l’ attento uditorio fanno un ulteriore sforzo per dare il meglio di sé, e sono felici che la festa abbia raggiunto tutti gli obiettivi prefissati. E come tradizione comanda, a concludere, tutti a ballare, mannos e minores, a bratzetto leadu in ballu tundu, passu ‘e tres, passu torrau….cun sorrisos e abbratzos de amistade, in sa speranzia ’e si torrare a biere pro sa secunda editzione.  A cando at’ a essere? In ‘ue? Su tempus at’ ‘a esser maistru, bois parade sas orijas e tenedesì prontos. “S’Amistade” s’ at a ripetere!!! A nos biere sanos e allargo.

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4 commenti

  1. s’amistade e stata una bella giornata di coltura sarda con tradizioni costumi sardi balli canti suoni,
    e da ripetere

  2. E’ la prova lampante, se mai ce ne fosse bisogno, che noi sardi, quando ci mettiamo " Tottus inpari" riusciamo a fere di tutto e bene! Giusto tutto quello che ha scritto Cassiano, la festa è stata molto bella ed è piaciuta a tutti, merito di tutti i gruppi, gli intellettuali e i volontari che hanno dato il meglio di loro stessi, affinché la manifestazione riuscisse interessante, bella e divertente. Grazie Cassiano, grazie Massimiliano e, soprattutto, grazie a tutti quelli che si sono esibiti, che, non dimentichiamolo, oltre ad essersi impegnati al massimo, l’hanno fatto gratis!

  3. Cassiano Abis

    “A nos biere sanos e allargo”;… alla fine dell’ articolo, voleva essere “A nos biere sanos e allirgos”
    scusate per l’ imbranescion. 🙂

  4. Cassiano Abis

    Sono stati veramente tutti molto bravi e generosi.
    Peccato che Sos emigrantes abbiano avuto quel problema con la voce.
    c’è mancato quell’ ingrediente, forse il più arcaico e meno contaminato.
    Ragazzi, una ‘moda’ o duas puru si la deppides.
    arrivederci a tutti!!!!

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