DUE DONNE STRAORDINARIE (LA VOCE E LA MUSICA) PER L'OTTO MARZO DEL CIRCOLO "SEBASTIANO SATTA" DI VERONA

nella foto Tommaso Quanilli e Raffaella Petrosino


di Annalisa Atzori

Quest’anno per l’8 di marzo abbiamo deciso di rendere omaggio a due “donne” un po’ fuori dall’ordinario… sono proprio la VOCE e la MUSICA. L’evento nella sala “Efisio Maxia”, dell’Associazione “Sebastiano Satta” di Verona. Il luogo ha colpito tutti in modo veramente positivo: il soffitto alto e in legno ha fatto da cassa armonica, rivelando un’acustica degna di un teatro. Da tenere in attenzione per il futuro. E’ stata la prima di una serie di serate culturali, di un progetto del nostro vice-presidente Salvatore Pau.  La “VOCE” è quella del basso-baritono Tommaso Quanilli, diplomatosi presso il Conservatorio di Musica Lucio Campiani di Mantova sotto la guida dei Maestri Gabriele Monici (per il canto) e Thomas Busch (per la musica vocale da camera). Adesso studia con il tenore Vincenzo Rose. Tommaso è giovane, ma ha già alle spalle collaborazioni come corista nella realizzazione di opere liriche in teatri di qualità e attività di concertista in Italia e all’estero. I personaggi da lui interpretati sono tantissimi: Caronte (in Orfeo di Monteverdi), Calatrava (in La Forza del Destino di Verdi), Colline (in La Bohème di Puccini), Sancho (in Don Quichotte di Massenet), Zuniga (in Carmen di Bizet), Sonora (in La fanciulla del West di Puccini), Don Magnifico (in La Cenerentola di Rossini) e Masetto (in Don Giovanni di Mozart). Per il Teatro Lirico del ‘700 al Teatro Bibiena di Mantova è stato Don Geronimo, in Il matrimonio segreto di Cimarosa. E per i progetti Opera Domani e Opera Kids ha dato voce al Signor Verdic in Lupus in Fabula di R. Sargenti, e a Papageno in Il piccolo flauto magico di Mozart.  La “MUSICA” è quella della pianista Raffaella Petrosino, classe 1989, che suona il pianoforte dall’età di cinque anni.

Raffaella, che strada ha percorso una pianista talentuosa come te? Ho iniziato a suonare il pianoforte con la Prof.ssa Laura Palmieri, avevo cinque anni. Poi, dopo aver conseguito la maturità classica, mi sono diplomata in Pianoforte al Conservatorio E. F. Dall’Abaco di Verona. Ora frequento il secondo anno del Biennio di Collaboratore strumentale e vocale presso il Conservatorio F. Bonporti di Trento. E sto per laurearmi in Lettere Classiche all’Università di Verona.

La musica non è la tua sola passione. Ti dice niente il premio letterario “Campiello Giovani”? Ah certo, sono stata finalista col racconto “L’innocenza della ragnatela di pizzo”, proprio l’anno in cui mi sono diplomata al Conservatorio.

Lavori anche con i bambini, mi pare. Sì, dal 2011 faccio parte del team didattico “Disegnare Musica – Musica d’insieme per crescere”. Operiamo nelle scuole elementari di Verona e provincia.

Insomma, una ragazza d’oro, (arrossisce un po’, anche se i complimenti di certo li riceve frequentemente, sembra essere rimasta una ragazza riservata e umile).

Con Tommaso, entriamo quindi nel vivo delle esecuzioni che abbiamo avuto il piacere di ascoltare.

Come intendete iniziare? Tommaso: la prima aria che eseguirò è “Se vuol ballare signor contino”, tratto da Le nozze di Figaro di Mozart. Sono Figaro appunto, per nulla contento nell’apprendere che il mio padrone, Conte d’Almaviva, ha intenzione di corteggiare Susanna, che è la mia promessa sposa. Avviso il conte che “se vuol ballare, la capriola le insegnerò si”!

Raffaella: come seconda esecuzione, un brano d’amore di F. P. Tosti, Sogno, dove un innamorato sogna la sua bella che gli si vuol donare, ma al risveglio… tutto si dissolve. Proseguiamo con La Calunnia è un venticello, da Il barbiere di Siviglia di G. Rossini. Qui Tommaso, in un crescendo di parole e di voce, è Don Basilio, che spiega a Don Bartolo (tutore e innamorato di Rosina) come funzioni la calunnia: parte come un venticello, sussurra sottovoce dolcemente, per poi diventare uno schiamazzo via via crescendo, si propaga, si raddoppia, passando di bocca in bocca, fino al esplodere quasi fosse un colpo di cannone, prorompendo in una vera e propria tempesta. E credetemi la voce di Tommaso descrive fedelmente il passaggio da venticello a tempesta!

Che cosa potete dirmi della malinconica “Vecchia zimarra senti”, dalla Bohème di Puccini? Tommaso: qui sono Colline, e canto “addio fedele amica mia” alla povera Mimi, consumata dalla tisi, decidendo di vendere la mia vecchia zimarra, il cappotto che mi ha accompagnato in tante avventure, per provvedere alle ultime necessità della ragazza morente.

Raffaella: abbiamo voluto continuare con un’altra canzone d’amore di Tosti, questa è in dialetto napoletano (Tommaso la rende deliziosa), scritta da D’Annunzio, s’intitola ‘A Vucchella, un giovane loda la bocca della sua amata, paragonandola a una piccola rosa.

Vedo che in programma avete anche quel vecchio birbone di Don Pasquale… Tommaso: di quest’opera di Donizetti canto “Ah, un foco insolito”. Sono Don Pasquale, più che ottantenne, che alla sola prospettiva di sposare la giovane Norina non solo ignoro completamente le intenzioni di Malatesta (che vorrebbe mi rendessi conto dell’assurdità della situazione e lasciassi campo libero a mio nipote Ernesto, più adatto alla bella in quanto ad età), ma addirittura sogno mezza dozzina di pargoli e nipoti che scherzano intorno a me… Mi sento giovine come a vent’anni….

E per finire un’altra canzone d’amore di Tosti. Raffaella: eh sì, con L’ultima canzone un uomo, saputo che una sua vecchia fidanzata sta per sposarsi, coglie l’occasione per ricordare il suo amore passato e i baci che le ha dato… Tommaso cantando dice Se ti fai sposa, io ti sto sempre accanto. Magari il futuro marito non ne sarà contento…

Più che contenti, invece, i soci che con sentiti, scroscianti applausi hanno ringraziato questi giovani e bravissimi artisti, augurando loro una lunga carriera piena delle tante soddisfazioni che meritano. Soddisfatto, anche, il “negriero” del nostro presidente Maurizio Solinas che, stupito dell’esibizione, non ha lasciato scampo ai giovani, proponendogli, per un nuovo concerto, di prepararsi sulle canzoni e musiche del mitico compositore sardo Lao Silesu, non facile da interpretare.

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Un commento

  1. olivo renato

    ottima iniziativa con buona ed attenta partecipazione .ci si augura pero’ che ci siano piu’ presenze da parte dei sardi

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