RAPPORTO REGIONE SARDEGNA – EMIGRAZIONE SARDA NEL MONDO: I CONTI DELLA SERVA SUI NUMERI CHE CARATTERIZZERANNO LA BOZZA DI PROGRAMMAZIONE DEL 2013

la protesta a Cagliari degli emigrati appartenenti alle Associazioni sarde in Italia e nel mondo


di Maria Adelasia Divona
 

Il 27 novembre scorso, il Servizio emigrazione dell’Assessorato alo lavoro ha fatto pervenire alla FASI e ai circoli le indicazioni per la programmazione 2013. Al di là delle note contabili sui tagli, le indicazioni della programmazione 2013 non sono altro che la messa in pratica di quanto già annunciato nel programma emigrazione 2012 pervenutoci a maggio, in cui l’obiettivo generale era dare “una impronta gestionale e irreversibile” alle nostre organizzazioni affinché queste potessero dare un aiuto concreto allo sviluppo dell’Isola. Rispetto all’obiettivo generale venivano anche prospettate due criticità da fronteggiare, che vengono declinate anche nelle indicazioni per la programmazione 2013. Si tratta dello “scollamento di alcuni circoli dalla realtà d’origine e scarso collegamento con le istituzioni”, e della “mancanza di ricambio generazionale all’interno dei circoli e dei loro direttivi e conseguente incapacità organizzativa e di programmazione”. Un altro elemento importante, enunciato nella programmazione 2012, e che viene richiamato nella programmazione 2013, riguarda la valutazione della spesa per la quale “gli uffici dell’Amministrazione si doteranno, per la valutazione dell’efficacia degli interventi programmati ai fini del perseguimento degli obiettivi, di idonei indicatori di impatto, realizzazione e risultato”.

VOCI

RIPARTIZIONE 2012

RIPARTIZIONE 2013

Variazione %

SPESE DI FUNZIONAMENTO E ATTIVITA’

 

 

 
Circoli degli Emigrati

€ 2.060.000,00

€ 1.000.000,00

-51,5

Federazioni dei Circoli

€ 280.000,00

€ 60.000,00

-78,6

Federazione e Associazioni di Tutela

€ 82.500,00

€ 40.000,00

-51,5

Premialità a favore dei Circoli

€100.000,00

 

TOTALE

€ 2.422.500,00

€ 1.200.000,00

-50,5

CONGRESSI E STRUMENTAZIONE ORGANIZZAZIONI

 

 

 

Congressi

€ 65.000,00

– 

 

Adeguamento sistemi informativi

€ 50.000,00

– 

 

SERVIZI

 

 

 

Consulta regionale dell’emigrazione

€ 70.000,00

€50.000,00

 

INTERVENTI DI ASSISTENZA

 

 

 

Sussidi e contributi

€ 70.000,00

€ 20.000,00 

-71,4 

SISTEMI INFORMATIVI

 

 

 

Comunicazione

€ 71.500,00

(Messaggero Sardo)

150.000 

+109,8 

Ulteriori attività di informazione, documentazione e dibattito

€ 60.000,00

(sito web)

€ 30.000,00 

-50,0 

PROGETTI REGIONALI

 

 

 

Progetti tradizionali

€ 420.000,00

(da economie realizzate nella ripartizione dei contributi)

 

Progetti a bando

€ 300.000,00

– 

 

TOTALE COMPLESSIVO

€ 3.529.000,00

€ 1.500.000,00*

-57,5

* Come da prospetto allegato alla programmazione 2013, la capacità di spesa per il 2013 non supererà €1.500.000. Nel documento inviato ai circoli tuttavia mancano all’appello €100.000.

 

Ho provato a fare i “conti della serva” mettendo a confronto le due programmazioni: la tabella che segue è un prospetto riassuntivo di quello che ho ottenuto. Tenete presente che la ripartizione 2012 fa riferimento al documento pervenutoci a maggio, e non riporta dunque le ulteriori sforbiciate di risorse che sono state apportate successivamente, ad esempio per i progetti regionali. Nella ripartizione 2013 ho inserito tra parentesi alcune voci che non trovano una collocazione specifica nelle ripartizione 2012, ma che possono intuitivamente essere riconducibili alle voci di spesa in cui sono inserite.

Vediamo le voci di spesa nel dettaglio: di fatto il totale del taglio alla spesa per l’emigrazione per il 2013 è pari al 57,5% delle risorse disponibili, con le spese per funzionamento e attività dei circoli praticamente dimezzate. In buona sostanza, il documento di programmazione assegna un forfait di 3.000 euro a ciascuno dei 132 circoli, qualora essi siano operativi e in regola, più una quota variabile tra 2.000 e 4.000 euro per quei circoli che svolgono attività qualificanti, rispetto alle quali l’Amministrazione dovrebbe chiaramente esplicitare i criteri, così come fa, in parte, quando parla di indicatori di premialità.

Il contributo sarà ridotto o sospeso in presenza di “rami secchi”, ovvero circoli inadempienti che non svolgono attività o sono regolati da principi poco democratici al loro interno. Credo che su questo punto dovremmo essere tutti d’accordo: viene applicato un criterio di ripartizione delle risorse su base meritocratica, che avvantaggerà i circoli che, seppur con grandi difficoltà, funzionano. Duole che a fare le spese dell’applicazione del principio meritocratico, sovente ignorato nel nostro paese e nella nostra Isola, siamo proprio noi, ma facciamocene una ragione, anche se siamo consapevoli che non sarà con le nostre briciole che saranno risolti i problemi dei Sardi di dentro.

In una lettera infuocata inviata lo scorso anno all’Ass. Milia avevo scritto “Con questa lettera si vuole sottolineare il ruolo svolto dai “Sardi di fuori” riuniti nei Circoli per la promozione dell’immagine della Sardegna: noi siamo in prima linea su questo fronte, e se venisse applicata ai nostri bilanci una valutazione basata su criteri di efficacia ed efficienza della spesa i nostri amministratori regionali capirebbero che facciamo veramente tanto in tema di promozione culturale, turistica ed enogastronomica rispetto alle risorse che ci vengono assegnate dalla Regione”….pare che il mio desiderio si sia teletrasportato dall’Assessorato alla PI all’Assessorato al Lavoro … Il documento parla infatti di 100.000 euro destinati su base premiante ai circoli che si dimostrano sostanzialmente più efficienti: bene che i circoli vengano valutati sulla base di criteri di efficacia, efficienza ed economicità attraverso indicatori di impatto, realizzazione e risultato, senza tuttavia dimenticare che si parla di associazioni che si reggono sul lavoro volontario dei soci, e che questi indicatori sono troppo stringenti per realtà come le nostre. Peraltro, gli 8 indicatori lasciano qualche perplessità: ad esempio, la presenza di un 30% di soci con meno di 40 anni non è direttamente proporzionale alla progettualità e al reperimento di nuove fonti di finanziamento, ma progetti e fundrising sono da connettere con le competenze dei soci che se ne occupano, siano essi under o over 40.

Rispetto poi ai criteri di qualità e quantità per valutare le attività promozionali, solo l’ultimo (almeno 3 attività promozionali nell’ultimo triennio) viene definito. Come viene valutata la qualità delle iniziative? Calcoleranno il ROI (return on investment) sul Finanziamento per le attività? Bene poi il fatto che l’Assessorato insista sulla creazione e aggiornamento dei siti web, delle mail e della PEC, ma vogliamo parlare dell’aggiornamento di www.sardegnamigranti.it ? L’ultima news risale al giugno 2012, per non parlare della sezione riservata al Messaggero Sardo on Line che vede la presenza di numeri solo fino al 2010. In conclusione, la premialità, nella misura massima di 5.000 euro per circolo meritevole verrà erogata ad un numero variabile di circoli sulla base di punteggi conseguiti sugli indicatori. L’Assessorato dimentica però di esplicitare come vengono attribuiti i punteggi sugli indicatori: se ce li facessero conoscere potremo già cominciare a metterci in regola. Mi lascia inoltre perplessa il contributo di 150.000 euro per la realizzazione e spedizione del Messaggero Sardo: sono realmente necessarie tutte queste risorse? C’è poi un “vuoto” di 100.000 euro di cui la programmazione non parla, se è vero, come da prospetto inviato che “la capacità di spesa per il 2013 non supererà euro 1.500.000”.

Ma lasciamo l’Assessorato, e torniamo a noi. Provo a ragionare in un’ottica propositiva, alla luce della nostra limitata capacità di fare lobbying nella nostra Isola. Chi siamo noi, e cosa facciamo? Siamo associazioni che operano con attività di rilevanza sociale ed economica, attraverso le quali abbiamo sviluppato delle professionalità che si sostanziano in iniziative che rafforzano i legami con la nostra terra d’origine e costruiscono reti di relazioni sempre più forti con le Istituzioni e con il mondo associativo ed imprenditoriale delle realtà in cui siamo immersi. E ciononostante, la nostra azione non ci consente di avere visibilità, riconoscimento e considerazione in Sardegna né a livello di comunità, né tantomeno a livello politico.

Nel quadro dell’Unione Europea, la nostra attività è definita come “imprenditoria sociale”: noi perseguiamo finalità sociali, solidaristiche e culturali e il lucro non è il nostro obiettivo principale. Ci orientiamo alla realizzazione di un lucro modesto, che è quello ad esempio che realizziamo con la vendita dei prodotti, o delle altre piccole attività per autofinanziamento. Ma alla luce della crisi, e alla luce dei tagli che vedono i nostri budget limitarsi sempre di più, dobbiamo inventarci degli spazi nuovi che ci consentano di autosostenerci. E’ ormai chiaro che la Regione in futuro ci darà sempre meno soldi. E allora se vogliamo sopravvivere dobbiamo reinventarci: proviamo a diventare imprese sociali che svolgono attività fuori dall’Isola per produrre un ritorno di tipo economico e sociale in Sardegna.

A fronte dei tagli al budget dell’emigrazione lavoriamo affinché, sulla base di un principio di reciprocità, così come il nuovo ddl “Interventi a favore dei sardi nel mondo” inserisce le associazioni sarde di promozione sociale tra i destinatari della nuova legge sull’emigrazione, anche ai circoli dei sardi (che in alcuni casi sono anche associazioni di promozione sociale nelle regioni di residenza) sia data la possibilità di accesso ai bandi pubblici destinati alle associazioni presenti sul territorio della regione Sardegna, quantomeno in quota parte del budget disponibile. E’ già accaduto, ad esempio, con il bando per i progetti di Sa Die de Sa Sardigna che ha destinato il 40% dei fondi ai Circoli.

L’accesso dei circoli ai bandi della RAS può essere concepito come una quota di riserva per i progetti di piccola entità, mentre per i progetti di una certa consistenza economica come un vincolo di partnership delle associazioni sarde che legandosi con un circolo o con la FASI per un determinato progetto hanno la possibilità di beneficiare di un punteggio maggiore nella valutazione per l’assegnazione dei finanziamenti. L’accesso ai bandi RAS non deve essere limitato a quelli emanati dall’Assessorato al Lavoro, dal quale dipendiamo, secondo me in maniera anacronistica, ma deve essere esteso ai bandi dell’Assessorato all’Istruzione e cultura, all’Ass. al Turismo, All’Ass. all’agricoltura, ovvero tutti quelli in cui può trovare collocazione l’impresa sociale, ma che già ora sono interessati nella pratica dalle attività dei circoli. In questo modo riusciremo a guadagnare una maggiore visibilità in Sardegna e a fornire il nostro contributo sotto forma di valore aggiunto alle realtà isolane. Voglio sottolineare come nel nostro fare impresa sociale di tipo culturale, turistica e promozionale fuori dall’Isola abbiamo imparato delle prassi e delle modalità di progettazione, intervento, promozione e networking che possiamo trasferire sia da circolo a circolo che alle stesse associazioni sarde nella forma di buone pratiche di innovazione sociale, e che i nostri legami con le istituzioni locali dei territori in cui agiamo ci consentono di essere noi stessi un ponte con il continente sulla base del quale poter sviluppare nuove interconnessioni, anche di tipo economico, per le realtà sarde che sapranno approfittarne.

Questo ci consentirebbe di consolidare i nostri rapporti con la RAS e con le realtà isolane, e di rendere sostenibili economicamente le attività dei circoli senza dover aspettare i contributi che saranno, vieppiù di anno in anno, in misura minore. E’ ovvio che non in tutti i circoli sono presenti le stesse competenze, ed è altrettanto ovvio che ciascuno si è specializzato in attività diverse. Questo implica inoltre che si renderanno necessarie le collaborazioni tra circoli e lo sviluppo di una rete di collaborazione e partecipazione in un’ottica di sopravvivenza, mettendo risorse e competenze “in circolo” per creare altre opportunità di cui possano beneficiare il maggior numero di emigrati. Questa è una proposta. Voi ne avete delle altre?

 

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11 commenti

  1. Sinceramente, voi che vi occupate di emigrazione sarda e promuovete la Sardegna nel mondo, avete e sate facendo bene. Ma oggi, con i problemi che ci sono in Sardegna, non è che pretendete un pò troppo da quest’isola che ha sempre più persone alla fame?

  2. Frantziscu Lay

    Al messaggerosardo non darei un euro..

  3. Irene Saba (Magenta)

    per la serie “facciamoci del male”
    la regione sarda vuole uccidere il volontariato pro Sardegna

  4. Francesco Pintore

    Le varie amministrazioni regionali degli ultimi cinquant’anni non hanno capito che i circoli sono una risorsa e e non un palla al piede. Qualcuno pensa che siano pieni di vecchi nostalgici. Sono statoi in Argentina, ospite del Círculo Raíces Sardas. C’erano persone fantastiche, figli di discendenti e orgogliosi delle loro radici sarde. Sono gli ambasciatori della Sardegna nel mondo

  5. Beniamino Ghiani (Peschiera Borromeo)

    Io ne ho un’altra, Chiudiamo tutto e dimentichiamo il nostro impegno per la Sardegna. Tanto non lo capiranno mai. Se poi si vuole la promozione per rilanciare il turismo e l’industria alimentare sarda, beh allora che se lo paghino.
    Onestamente è meglio occuparsi di calcio….

  6. Sono d’accordo con il Sig Antonio Musu ….pur apprezzando il vostro impegno credo che in questo periodo di restrizioni per tutti sia doveroso un sacrificio anche da parte vostra.Saluti

  7. Antonio Maria Masia (Roma)

    Il grave momento che stiamo correndo come Circoli dei Sardi nel mondo, a seguito dei pesantissimi tagli, decisi e in corso di decisione, da parte della Giunta Regionale ai, peraltro già modesti, contributi riservati ai Circoli a parziale sostegno del loro funzionamento e attività. Da una parte ci chiedono in forma istituzionale di promuovere e rappresentare la Sardegna fuori dell’Isola, la sua cultura, le tradizioni, la lingua, l’economia, le eccellenze in ogni settore. Ed è esattamente quello che FACCIAMO, con impegno, dedizione, spirito di servizio e sacrifici personali e familiari. Dall’altra ci riducono drasticamente le risorse. Come sempre, ed è un incredibile ERRORE di prospettiva e di strategia, si penalizza la cultura, quando sopravvengono problemi e crisi. Noi siamo solidali e consapevoli delle difficoltà e della grave situazione della nostra Regione in termini di occupazione, di imprenditoria, di rispetto dei vari patti di stabilità, ma riteniamo SBAGLIATO e PREGIUDIZIEVOLE intaccare, al di là della ragionevolezza, l’attività dei Circoli che sono costante vetrina e importante veicolo di diffusione e della cultura e dei prodotti e dell’economia in genere della nostra Sardegna.

  8. Io suggerirei di diminuire il numero dei vari circoli associandoli tra loro ,si ridurrebbero le spese e garantirebbero allo stesso modo il divulgare della cutura sarda.

  9. ….direi che questi tagli sono una vergogna!!!!!!!!!!!!!!!

  10. Pietro Congiu (Bolzano)

    il Circolo Sardo di Bolzano non presenta solo folklore, ma nel corso dell’anno
    son numerose le iniziative per la promozione della cultura sarda in questa Città.
    Mentre la provincia di Bolzano ci riconosce questa peculiarità e ci sostiene, la Regione Sardegna col prossimo anno vuole chiudere i circoli sardi.
    L’attuale Giunta regionale manda al macero tutti i riconoscimenti nei nostri confronti da parte delle giunte regionali precedenti, per essere stati
    ambasciatori dell cultura sarda e per aver promosso il turismo e i prodotti tipici della nostra Isola.
    Un lavoro costante e capillare ci ha portati ad essere una componente eccellente nel complesso dei circoli a carattere regionale presenti in questa
    Provincia-
    Negli anni passati abbiamo promosso incontri politici interregionali con la presenza a Bolzano del presidente Floris e, dopo, il presidente Pili, che
    ci hanno incoraggiato a continuare la nostra attività in favore della comunità sarda a Bolzano e Provincia.
    L’organizzazione della festa sarda a Bolzano, a cadenza biennale, è un avvenimento di eccezionale importanza che richiama la comunità
    bolzanina sarda e simpatizzante ad acquistare prodotti tipici di esclusiva provenienza sarda.
    Infine il Circolo sardo di Bolzano è un punto di riferimento per tutti i sardi di passaggio o che hanno necessità di avere informazioni su varie tematiche
    di loro interesse.
    Per quanto sopra questo Circolo invita il presidente Cappellacci e l’On.Liori a non disperdere questo cospicuo patrimonio rappresentato dal Circolo di
    Bolzano e dai circoli sardi in generale-=

  11. La Sardegna e’ alla fame,perche’ non si riescono a sfruttare le risorse che abbiamo,e questo mi pare palese e incontestabile oltre che condiviso da tutti.Continuiamo a non renderci conto pero’,che gli emigrati con i circoli sono una risorsa su cui si dovrebbe investire fortemente.La miglior pubblicita’ e’ da sempre il passaparola,e chi,meglio di loro,che fanno parte del tessuto sociale delle realta’ in cui vivono,possono essere il trampolino per il rilancio dell’economia sarda,sopratutto nel settore turistico (ma non solo)?E’ forse piu’ semplice svendere pezzi di Sardegna al miglior offerente,ma forse non e’ esattamente la linea giusta e che possa portare dei vantaggi alla nostra terra e al nostro popolo.

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