LA PRESENTAZIONE IN TUTTE LE CASERME D'ITALIA DEL CALENDARIO STORICO DEI CARABINIERI PER IL 2013


di Gian Piero Pinna

Il Calendario Storico dell’Arma per il 2013, con una tiratura di 1.200.000 copie, di cui 8.000 in lingue straniere, non mancherà anche quest’anno di essere oggetto di apprezzamenti ed esposto nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro. Dopo la presentazione in anteprima delle 10,30, nella Scuola carabinieri di Roma, a distanza di un’ora, in ogni comando dell’arma, in tutta l’Italia, è avvenuta la presentazione ufficiale alla stampa. Nel Comando provinciale di Oristano, l’impegno è stato brillantemente assolto da Comandante Tenente colonnello, Giulio Duranti, che ha spiegato ai giornalisti presenti come “il Calendario, suscitando in ogni Carabiniere sentimenti di coesione e unità, rappresenti anche un momento importante per la famiglia dell’Arma attraverso il richiamo a intramontabili valori e semplici eroici gesti quotidiani. Nato nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica – ha continuato il colonnello Duranti – la pubblicazione del Calendario è  giunta alla sua 80ª edizione, ed è stata puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell’Arma e, attraverso di essa, della Storia d’Italia”.

Le artistiche tavole dell’edizione 2013 del Calendario Storico – ideate e realizzate dal Maestro Paolo Di Paolo – proseguendo il percorso storico iniziato due anni fa, ripercorrono i momenti più significativi per l’Istituzione nel suo terzo Cinquantennio di storia (1914-1964), nelle quali vengono richiamati l’incessante e straordinario operato del Carabiniere in anni drammatici, caratterizzati dalla Grande Guerra, dalla 2ª Guerra mondiale e infine dalla lotta partigiana fino alla Liberazione.

 Nelle pagine del calendario, vi sono raffigurate le molteplici attività attraverso le quali l’Arma è stata in prima linea nei conflitti mondiali, nonché l’impegno in Patria per il mantenimento dell’ordine pubblico e per il soccorso ai cittadini in caso di calamità naturali. “Tante le gesta eroiche che hanno contribuito a rafforzare i reciproci sentimenti con la collettività – ha spiegato ancora il colonnello Duranti – dall’annuncio dell’entrata in guerra contro l’Austria, il 24 maggio 1915, con la partenza per la prima volta della Bandiera dell’Arma dei Carabinieri al fronte, alla strage di Ciaculli (Palermo) del giugno 1963, che rappresenta una delle nuove forme di delittuosità mai utilizzate prima di allora dalla criminalità. La copertina riporta un particolare del“Monumento Nazionale al Carabiniere”, eretto nel giardino del Palazzo Reale di Torino, a ricordo della gloria dei Carabinieri attraverso i tempi”.

Nel presentare il tema centrale che ispira l’opera, il Comandante Generale dell’Arma Leonardo Gallitelli, nella prefazione sottolinea come .“Le pagine del Calendario”  permettano di“entrare in contatto con i grandi avvenimenti della Storia e con i tanti uomini che, con le loro azioni, le loro scelte e il loro eroismo, ci hanno lasciato un inestimabile patrimonio di valori cui tutti i Carabinieri, con legittima fierezza, attingono quotidianamente per proporsi quali fedeli e silenziosi servitori dello Stato”.

Le tavole che aprono il Calendario sono dedicate alla difficile vita di trincea della Prima Guerra Mondiale e all’assalto del Monte Podgora, dove i Carabinieri hanno combattuto all’arma bianca per la conquista di“quota 240”, una delle pagine più eroiche della storia dell’Arma.

“Sono gli anni in cui si afferma l’impiego dell’aviazione come importante strumento bellico – continua Duranti – cui si sono cimentati volontariamente militari provenienti da tutti i Corpi armati, fra cui ben 173 Carabinieri e tra questi il Ten. Ernesto Cabruna, decorato per le sue gesta di Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Nel 1916 il Governo Italiano si preoccupò di risolvere il problema degli“irredenti” fatti combattere dagli austriaci contro gli italiani e sul fronte russo, che, caduti prigionieri dell’armata“zarista”, furono deportati in Siberia – costituendo una speciale commissione, in cui figuravano  tre Ufficiali dell’Arma, con il compito di ricercare i prigionieri su tutto il territorio russo: la missione  consentì di riportare a“casa” circa 4000 irredenti, e per lo straordinario impegno profuso da uno degli Ufficiali dei carabinieri l’operazione venne denominata “missione Manera”, prendendo il nome da quell’Ufficiale.

Si susseguono poi immagini relative al tormentato periodo del primo dopoguerra, allorquando, malgrado la vittoria dell’Italia, tra la popolazione si diffuse un senso di amarezza e insofferenza, sfociato in disordini cui fece fronte l’Arma trovandosi a rappresentare l’autorità dello Stato nella gestione dell’ordine sociale: a tale scopo, nell’ottobre del 1919, vennero istituiti i“Battaglioni Mobili Autonomi Carabinieri”, impiegati in supporto alle Legioni Territoriali nella difesa del Paese e nell’ordine pubblico. Gli anni tra le due Guerre si caratterizzano anche per la prima intensa lotta alla mafia in Sicilia: straordinario fu l’impegno dell’Arma che impiegò 800 Carabinieri al fianco del Prefetto Cesare Mori, inviato dal Governo con pieni poteri. La riproduzione della prima pagina del“Processo verbale” che portò alla denuncia per“associazione per delinquere” di 121 individui è uno dei brillanti risultati ottenuti dall’Arma nei quattro anni di quel duro lavoro svolto a fianco del c.d.“Prefetto di ferro”.

Ma la delinquenza efferata fu particolarmente attiva anche in Sardegna ove, fra le decine di pericolosi criminali che impegnarono l’Arma in una difficile campagna repressiva, va ricordata la pericolosa banda di Antonio Congiu che commise raccapriccianti delitti di cui teneva un vero e proprio inventario, da lui stesso definito“cartellino di lavoro”, grazie anche al quale, dopo la sua cattura, i carabinieri ricostruirono le attività delittuose. Nelle tavole successive viene rappresentato l’affetto popolare verso i Carabinieri testimoniato dalle copertine di vari giornali fra cui primeggiano quelle del più diffuso settimanale dell’epoca“la Domenica del Corriere”, nella convinzione che:“Una tavola a colori di prima pagina acquista maggiore credibilità se vi è la presenza di un militare dell’Arma”. Viene quindi ripreso il tema della Copertina, con una tavola dedicata alla realizzazione del monumento al Carabiniere che rappresenta la vicinanza delle comunità ai loro Carabinieri, espressa tramite donazioni spontanee da tutti i Comuni d’Italia. Il 10 giugno 1940 l’Italia entra nel secondo conflitto mondiale. L’Arma combatte su tutti i fronti, dal Baltico ai Balcani, dalla Francia alla Grecia e all’Albania, in Africa settentrionale e in Africa Orientale, impiegando 53.000 uomini. Anche in Russia, campagna particolarmente impegnativa, fu dispiegata l’Arma, alla quale fu assegnato un settore operativo lungo il bacino del fiume Don: tra i tanti eroismi, straordinario fu quello del Carabiniere Placido Mosca, durante la ritirata della Divisione Torino, che con i Reparti accerchiati da forze corazzate russe, senza alcuna via di fuga,  si lanciò a cavallo contro il nemico, impugnando il Tricolore e trascinando nella carica centinaia di suoi commilitoni. La travolgente azione spezzò l’accerchiamento consentendo all’intera Unità di porsi in salvo. Al Carabiniere Mosca, falciato da una raffica di mitragliatrice, venne concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare“alla Memoria”. Sul fronte orientale africano, a Culqualber, in Etiopia, avvenne l’eroica resistenza del Battaglione Carabinieri mobilitato in difesa di quelle alture: il Battaglione resse, dalla primavera all’autunno 1941, l’assedio inglese, fino a che, privo di munizioni, continuò a difendersi con assalti all’arma bianca. Quasi tutti i Carabinieri caddero nella strenua resistenza. Per l’episodio la Bandiera dell’Arma è stata insignita di Medaglia d’Oro al Valor Militare. L’Africa settentrionale fu il luogo in cui avvenne il battesimo del fuoco dell’allora Battaglione Carabinieri Paracadutisti“Tuscania” che, dislocato al bivio di Eluet el Asel durante il ripiegamento del dicembre 1941, si rese protagonista di una tenace resistenza all’avanzata inglese, che gli valse una Medaglia d’Argento al Valor Militare e l’ammirazione degli stessi avversari che affermarono, tramite la voce di Radio Londra, che i Carabinieri“si erano battuti come leoni e che fino ad allora, in Africa, non avevano mai incontrato così accanita resistenza”. L’8 settembre 1943 iniziò il drammatico periodo dell’occupazione nazista.L’Arma, rimasta a presidio dei propri Comandi, si caratterizzò di fatto come unico riferimento per le popolazioni in balia della ferocia degli occupanti. Di questo periodo molti sono gli episodi di eroismo da parte di militari dell’Arma sintetizzati nelle successive tavole. L’Arma partecipò, inoltre, alla lotta per la Resistenza con il“Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri”, che poteva contare su circa 6000 unità. Nella guerra di liberazione le perdite dell’Arma sono state di 2735 caduti e 6521 feriti. La Bandiera venne decorata, per le operazioni svolte, con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Il 2 giugno del 1946 gli italiani scelsero la Repubblica ed il 28 giugno il Senatore Enrico De Nicola nominato Presidente Provvisorio dello Stato, venne scortato al Palazzo del Quirinale dal“3° Squadrone Carabinieri a Cavallo”, denominazione assunta dal Reparto“Carabinieri Guardie del Re”, ossia gli attuali  Corazzieri. L’Arma, nel secondo dopoguerra, fu nuovamente impegnata a garantire sicurezza alle comunità, affrontando molteplici problematiche, vecchie e soprattutto nuove. Mentre nel Nord del Paese si manifestò con insolita efferatezza la criminalità urbana, in Sicilia prese forma un inquietante sentimento di pseudo-indipendentismo, in nome del quale operavano agguerrite formazioni banditesche, ed in Alto Adige, trovava facile terreno il terrorismo a sfondo etnico. In Sardegna, invece, imperversavano pericolose bande criminali, terrorizzando le popolazioni soprattutto delle provincie di Nuoro e di Sassari: gravi episodi funestarono l’isola con deplorevoli uccisioni di diversi carabinieri impegnati a garantire la sicurezza nel trasporto di valori. In quegli anni, divennero tristemente famosi i nomi dei banditi Liandru, Liandreddu, Francesco Sini, Antonio Sanna e dei fratelli Tandeddu, tutti poi assicurati alla giustizia grazie alla mobilitazione attiva dell’Arma che si prodigò con battute e servizi di ogni genere per la cattura dei pericolosissimi criminali”.

Le tavole del Calendario 2013, si concludono con il riferimento ai quattro alberi piantati sul Monte delle Rimembranze a Gerusalemme, in onore di altrettanti militari dell’Arma proclamati“Giusti tra le Nazioni”, per aver salvato dalla morte numerosi cittadini ebrei altrimenti destinati ai campi di sterminio.

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