LA RECENSIONE DELLA PUBBLICAZIONE "LA GIOIA DELL'EROS": IL FASCINO NARRATORIO DI DON GIUSEPPE PANI

la copertina del libro


di Gianluca Grosso

Il concetto di eros non può essere riassunto in un’unica definizione omnicomprensiva, ma va necessariamente ricostruito a seconda delle singole branche del sapere cui si riferisce. Filosofia, psicanalisi, letteratura, antropologia, sociologia ed altre scienze umane declinano significati oltremodo diversi tra loro, sovente addirittura in totale antitesi.

A misurarsi sull’eros dal punto di vista religioso e morale arriva uno splendido saggio di Don Giuseppe Pani intitolato La gioia dell’eros. Corpo e desiderio nella Chiesa, in uscita presso i tipi delle edizioni Iris di Oliena.

L’autore, docente di Teologia Morale presso l’Istituto Superiore di scienze religiose di Sassari, avvalendosi delle ampie ricerche effettuate per i suoi corsi di Teologia morale sessuale e familiare e di Teologia del corpo, ma non disdegnando le esperienze di vita vissuta nel suo incarico di  Parroco di Sant’Andrea Apostolo a Villanova Truschedu, delinea un quadro esauriente ed avvincente del tema trattato, suddividendolo in quattro capitoli .

Mantenendo un preciso filo conduttore, Don Pani affronta temi complessi come il dualismo tra il corpo e l’anima, il significato e l’importanza del corpo e della corporeità fin dalla Bibbia, il senso del desiderio e le sue adulterazioni, sia nelle forme dell’esaltazione sfrenata dell’erotismo, che in quelle contrapposte del suo svilimento, ad opera anche di certi settori ecclesiali.

Lungo i quattro capitoli intitolati, nell’ordine,“Il corpo che noi siamo”, “Corpo, eros e Rivelazione”, “Eros e Cristianesimo” e “Per una spiritualità dell’Eros”, si dipana un’analisi rigorosa ed originale, che travolge molti luoghi comuni ancora oggi assai diffusi; l’autore riesce ad affascinare il lettore, anche nei passi più difficili, ricorrendo sovente ad un’ampia contaminazione di genere musicale, cinematografico, letterario, artistico che arricchisce i contenuti senza però distrarre.

Da non perdere neppure l’introduzione, che a volte il lettore è portato a saltare a piè pari, e che invece in questo caso offre a Don Pani la possibilità di chiarire argutamente la genesi dell’opera ed anche di fare qualche garbata polemica, anticipando le probabili obiezioni e critiche, per lo più pedanti e scontate che potrebbero arrivare dai soliti noti.

L’opera si conclude con una appassionata postfazione di Luciana Putzolu, docente di Lettere nel Liceo Volta di Ghilarza, che ne sintetizza mirabilmente il significato anche attraverso l’opinione di alcune sue studentesse. Così scrive la professoressa Putzolu: «Nel lavoro di don Pani sono tante le suggestioni e le risonanze: un saggio sull’amore, ricchissimo di riferimenti a teologi, filosofi, poeti e artisti, ma anche un libro che interroga l’anima e ti riporta alle origini e all’essenza del tuo essere. (…) So che l’intento dell’autore è quello di raggiungere tutti ma soprattutto i lettori giovani. La gioia dell’eros è un libro che può indicare una strada, quella dei cercatori dell’amore vero».

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