DALLA SARDEGNA TRA STORIA, FEDE E CULTURA AD OROPA, A CANDELO E AL NURAGHE CHERVU DI BIELLA

turisti sardi da Pozzomaggiore e Terralba a Biella


di Battista Saiu

Continua il flusso di viaggi “andata e ritorno”, tra la Sardegna e il Piemonte. Ultimo in ordine di tempo l’arrivo – dal 29 aprile al 5 maggio – di un pullman di cinquanta persone provenienti dall’Isola, con tappe intermedie a Biella, Oropa, Candelo. Il loro tour piemontese conclusosi ieri, guidato e organizzato da padre Quintino Manca, parroco di Pozzomaggiore (Sassari), è iniziato a Omegna e Lago d’Orta, con visita a Stresa e giro completo con il “treno delle centovalli” da Domodossola fino a Locarno, in Svizzera. Molto attesa la tappa di Biella. Ad accoglierli ad Oropa una nutrita rappresentanza di compaesani che hanno scelto un luogo simbolo, cuore pulsante dell’identità biellese, molto amato dai Sardi di Sardegna e da quelli di su disterru, gli isolani che da anni vivono alle falde del Mucrone. Ai pedi della “Vergine nera”, hanno intonato canti mariani in lingua sarda e i Gosos de N.S. de Oropa, le lodi a Maria, “Mama de Oropa, consoladora”. Dopo il pranzo con specialità della cucina locale, la visita a Palazzo La Marmora che, per i Sardi, è la casa di Alberto, seguita da una passeggiata tra le “rue” del Ricetto di Candelo. Infine, tappa all’area monumentale di Nuraghe Chervu per l’immancabile foto ricordo. Specularmente al viaggio dei Pozzomaggioresi, farà seguito – dal 14 – 20 maggio – una sorta di viaggio di ritorno di altrettanti Biellesi, organizzato dall’Università Popolare per visitare la Sardegna, da Porto Torres a Cagliari, con soste a Nuoro e ad Orgosolo.

A Cagliari, accoglierà i gitanti Paolo Bullita, che i soci di Su Nuraghe conoscono per averne apprezzato la profonda cultura nei suoi interventi ai convegni su Garibaldi e sulla lingua organizzati dal Circolo nello scorso 2011. Nell’antica capitale del Regno che vanta seimila anni di storia, la scelta dei luoghi da vedere è quanto mai ricca e varia. Immancabile visita alla cattedrale in cui è custodita la “Madonna di Giosafatte”, “sorella” di quella di Oropa e di Crea, copia degli antichi simulacri eusebiani portati in Piemonte e in Sardegna – secondo diffusissima tradizione – da Sant’Eusebio da Cagliari, al rientro dall’esilio in Palestina.

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