ROSSELLA URRU E LA GRANDE MOBILITAZIONE SU TWITTER: IL "POPOLO DEI CINGUETTII" IN UN INCONTRO A MILANO VOLUTO DA STEFANO MAULLU, CONSIGLIERE DELLA REGIONE LOMBARDIA

Stefano Maullu, sardo di origine, è consigliere in Regione Lombardia


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Sei mesi dal giorno in cui il deserto si è inghiottito Rossella Urru, 30 anni, di Samugheo, e i due cooperanti spagnoli (Enric Gonyalons e Ahimoa Fernandez de Rincon) che erano con lei nel campo profughi del popolo saharawi di Rabouni, nella provincia di Tindouf, nel sud dell’Algeria. Sei mesi di attese e di speranze, ma soprattutto di appelli. Tantissimi, soprattutto via internet. Anzi la mobilitazione più forte è stata proprio quella del popolo della Rete, che aveva trovato nuova linfa dall’appello che Geppi Cucciari aveva fatto durante il Festival di Sanremo, rafforzato da quello di Fiorello su Twitter. Ancora una volta, Twitter ha voluto tenere desta l’attenzione sul rapimento di Rossella allo scadere dei sei mesi di prigionia, pochi giorni dopo la liberazione di Maria Sandra Mariani, la turista toscana liberata dai predoni dell’Aqmi (Al Qaeda del Maghreb) dopo 14 mesi di stenti e terrore. A mobilitare il «popolo dei cinguettii» è stato in consigliere regionale della Lombardia, Stefano Maullu, di chiara origine sarda, che ha organizzato una diretta durante la quale sono intervenuti il sindaco di Samugheo Antonello Demelas, il professor Marco Lombardi, docente dell’Università Cattolica di Milano, e Salvatore Ricca Rosellini medico epatologo di Forlì con esperienze di volontariato nei paesi del Terzo mondo. «Per noi a Samugheo sono stati e continuano a essere giorni terribili – ha spiegato il sindaco –. Siamo preoccupati, ma a sostenerci è la consapovolezza che le autorità stanno facendo tutto il possibile per riportare Rossella a casa al più presto». «Rossella ci sta dando una lezione di vita – ha sostenuto Stefano Maullu –. Una ragazza meravigliosa che ha messo da parte egoismi e personalismi per dedicarsi interamente a chi soffre. Lavorando umilmente lontano dai riflettori. Ora dobbiamo metterla noi sotto i riflettori in ogni momento per farla tornare subito a casa». Il professor Lombardi, conoscitore del mondo africano, ha detto di essere fiducioso: «Lasciamo ai negoziatori il tempo necessario per condurre in porto una trattativa non certo facile, che si è sicuramente complicata in seguito a quello che sta accadendo in Mali». Ricca Rosellini ha invece raccontato di aver conosciuto Rossella: «Una ragazza di grande capacità che nei campi saharawi dove l’ho incontrata nel 2010 si distingueva per la sua grande preparazione e la disponibilità. Il mestiere del cooperante richiede grandi motivazioni, qualità umane eccezionali e una dose di rischio. I cooperanti come Rossella – ha concluso – fanno la differenza. Teniamo viva l’attenzione. Rossella libera al più presto».

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