CONTINUITA' TERRITORIALE: MERIDIANA E ALITALIA HANNO RINUNCIATO A PRESENTARE OFFERTE. NON PIACE LA TARIFFA UNICA PER TUTTI


di Umberto Aime – Nuova Sardegna

Le grandi compagnie il cartello l’hanno fatto, ma stavolta per disertare insieme la gara sulla continuità territoriale aerea. È clamoroso, è un’entrata a gamba tesa, di quelle che fanno male. Con un colpo di teatro, Alitalia e Meridiana si sono sfilate allo stesso momento dal bando che prevede la tariffa unica (residenti e non) da Alghero, Cagliari e Olbia per Roma (45 euro esentasse) e Milano (55 euro) con in più, a favore del vincitore, degli oltre 56 milioni l’anno e fino al 2016 pagati dalla Regione come “compensazione” a favore del futuro servizio pubblico. Ma a essere stato rifiutata è anche la parte del bando che prevedeva alcune imposizioni commerciali (dai Quattro Mori sulle fusoliere all’offerta in volo di prodotti sardi) e diverse penali per controbilanciare l’eventuale mancato rispetto del futuro contratto. È stato un voltafaccia, quello di Meridiana, in cui tra l’altro la presidenza della Regione era ormai pronta a entrare nel capitale sociale e questo rappresenta nei fatti un’ulteriore beffa. Ma anche di Alitalia, che invece doveva essere blindata, intesa come partecipazione sicura alla gara, dopo i recenti contatti col ministro allo Sviluppo, Corrado Passera. In 48 ore, tutto è cambiato. Al giorno di scadenza per la presentazione delle offerte, prima Meridiana, con un comunicato, e poi Alitalia, attraverso l’ufficio stampa, hanno fatto sapere che a loro «così com’è, questa continuità territoriale non interessa economicamente». La ricostruzione delle compagnie è identica nello spiegare la rinuncia, «i criteri imposti dalla Regione sono destinati ad avere solo un effetto devastanti sui nostri bilanci» e «il risultato finale se avessimo accettato le imposizioni, avrebbe provocato una perdita secca intorno ai 20 milioni ogni anno, per nulla coperti dalle compensazioni, anche quelle più alte, previste su ciascuno dei sei voli da garantire per quattro anni». Eppure, fino all’altro giorno le indiscrezioni dicevano ben altro, con gli amministratori delegati Giuseppe Gentile (Meridiana-Air Italy) e Andrea Ragnetti (Alitalia) impegnati a disegnare sulla mappa una possibile spartizione delle rotte. Non era così. Ieri, quasi con le stesse parole, le due compagnie hanno ricordato a sorpresa «di essere società private e quindi devono rendere conto ai soci e, allo stesso attuale, nessun socio è disponibile a lavorare in perdita». Dunque, è questo il nuovo scenario e visto che nessun’altra azienda ha presentato offerte, la conclusione è una sola: anche la gara numero due per la continuità territoriale aerea, dopo quella di marzo senza le compensazioni, è andata deserta. Vale a dire, una doppia mazzata. Cosa accadrà? Prima di tutto per rassicurare i sardi, da oggi in poi non ci sarà comunque il pericolo del far west tariffario. Fino a giugno il ministero ai Trasporti ha prorogato il vecchio regime (quello che prevede prezzi particolari solo per i residenti, intorno ai 55 euro su Roma e ai 65 su Milano, sempre esentasse) e qualche altro mese di stand-by potrebbe essere concesso più avanti. Ma adesso i tempi sono molto più stretti e bisogna saper uscire in fretta da un’impasse che nessuno aveva previsto. Delle due “sorelle”, Meridiana è stata la più esplicita nel rifiuto. Ha diffuso un comunicato in cui si legge: «Quanto proposto dalla Regione non è assolutamente gestibile per una compagnia come la nostra, alla ricerca di un equilibrio economico e finanziario in grado di garantire la crescita dell’azienda e la salvaguardia dei posti di lavoro». Alitalia si è affidata invece all’ufficio stampa, che dopo aver confermato quanto era nell’aria(«non presenteremo offerte») ha aggiunto: «La palla ripassa alla Regione e se cambierà qualcosa rispetto al bando, noi siamo disposti a risederci intorno a un tavolo». Concetto reso ancora più chiaro da Meridiana: «Nell’essere consapevoli che siamo la compagnia di riferimento per la Sardegna, siamo disponibili a trovare una soluzione alternativa, insieme alla Regione, entro le prossime 48 ore, che possa salvaguardare il diritto a una mobilità agevolata a favore dei residenti». Ecco la verità, alle compagnie non è andata giù l’imposizione della tariffa unica per tutti. Nelle prime ore, il colpo basso ha trovato impreparata la giunta Cappellacci. All’inizio qualcuno ha persino sbandato a Villa Devoto e in Via Mameli, sede dell’assessorato ai trasporti, poi c’è stata la reazione. Come? Al di là del comunicato firmato dal presidente della Regione, di cui diamo conto in pagina, l’assessore ai trasporti Christian Solinas ha convocato una riunione urgente con i consulenti legali (gli avvocati Vignolo e Luminoso) per decidere le prossime mosse. Le ipotesi sul tappeto sono diverse, per evitare che il libero mercato possa trasformarsi in un boomerang. Una sarebbe quella di «prendere la valigetta con dentro i milioni previsti per la continuità» e offrirli come «unico pacchetto» a una o più compagnie qualificate, che finora non si sarebbero esposte per non andare a sbattere sul colosso Alitalia, ma adesso che Alitalia non c’è, la loro posizione potrebbe cambiare molto in fretta. Un’altra ipotesi è quella di «spacchettare» la maxi gara andata deserta e verificare se esiste un interessamento di qualcuno sulle singole rotte. C’è anche una terza ipotesi ma è molto rischiosa: aprire le porte ai gruppi low-cost, col rischio però che il possibile salvatore possa poi trasformarsi in padrone assoluto, e allora sì che la medicina sarebbe peggio del male.

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