COME SOPRAVVIVERE AL 2012: TERREMOTI E CATASTROFI FRUTTO DI LIBRI FANTASIOSI. MA SI ESCLUDE LA FINE DEL MONDO


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In questi mesi si parla molto della presunta profezia degli antichi Maya, secondo la quale il 21 dicembre del 2012 ci sarà uno sconvolgimento naturale che porterà alla fine del mondo. Questa notizia – propugnata da sedicenti scienziati e studiosi e diffusa attraverso libri, documentari e internet – ha trovato grande eco sui media. Sull’argomento sono già usciti diversi libri e due film: 2012 L‘avvento del male (2001) e 2012 (2009). Altri lungometraggi sulla presunta catastrofe sono previsti per l’anno appena iniziato. Dell’argomento, tra le altre cose, ha trattato anche l’ultimo telefilm della serie X-files , dove si prevede per il 2012 niente meno che un’invasione aliena della Terra. D’altro canto, la fine del mondo è un soggetto ricorrente, che si ripresenta con una certa regolarità. Solo per rimanere agli ultimi anni, si trova per esempio traccia di un’infausta previsione in questo senso per il 1999 (nel libro Doomsday 1999 di Charles Berlitz del 1981, basato sulle quartine di Nostradamus). Ma siamo ancora qui. Così come abbiamo superato indenni l’allineamento di pianeti del 5 maggio 2000, che sempre secondo Berlitz avrebbe dovuto provocare terremoti e altre catastrofi. Ma cosa accadrà davvero nel 2012? Ci sono motivi per preoccuparsi? Il 21 dicembre di quell’anno, finirà un ciclo importante del calendario Maya chiamato baktun (o “lungo computo”), della durata di 144.000 giorni, cioè poco più di 394 anni. In pratica, quel giorno (sempre che gli archeologi abbiano correlato in modo preciso il nostro calendario con quello Maya) è come se finisse questo lunghissimo anno. Che tuttavia non è il primo: il baktun in corso è il 13°. L’inizio dei tempi secondo i Maya, procedendo a ritroso, è fissato a una data che corrisponde all’11 o al 13 (a seconda dei calcoli) agosto del 3114 a.C. Questo è il primo punto importante: il fatto che si arrivasse alla fine di questo baktun aveva qualche valore particolare? Le iscrizioni ritrovate, in alcuni casi, sembrano in effetti attribuire al 13° baktun un significato importante, ma in altri casi no; nelle iscrizioni inoltre vi sono anche riferimenti a eventi che avverrebbero dopo la fine del 13° baktun. Alcuni studiosi ritengono addirittura che la fine dei tempi sia stata posta dai Maya qualcosa come 1028 anni nel futuro. Un tempo immensamente più lungo dell’età attuale dell’Universo. Il secondo punto è: i Maya hanno davvero detto che alla fine del 13° baktun ci sarà la fine del mondo? In realtà, sono ben pochi i riferimenti pervenutici che parlano in modo esplicito di questa data. E le traduzioni sono incerte. In un’iscrizione ritrovata nel sito di Tortuguero, nella regione di Tabasco, Messico, la fine del ciclo potrebbe essere in qualche modo correlata con un dio della guerra, del quale peraltro non esiste alcuna raffigurazione nota. E i discendenti moderni dei Maya non conservano, nella loro cultura tradizionale, alcun particolare riferimento al 2012. Ma il punto più importante è il seguente: supponendo anche che la fine del 13° baktun sia stata una data cruciale nel calendario Maya, che cosa potrebbe accadere? Cioè, come ribattono gli scienziati? Secondo i fautori del “disastro”, il 21 dicembre di quell’anno si verificheranno fenomeni straordinari. Per esempio un allineamento astronomico eccezionale tra Terra, Sole e centro della nostra galassia. In pratica, in quella data, osservando dalla Terra, il Sole si troverà nella direzione del centro galattico, nella costellazione del Sagittario. Un evento che però non è poi tanto raro, dato che nella nostra era si verifica tutti gli anni. Secondo alcuni sostenitori dell’eccezionalità, questo sarebbe il segno di un cambiamento epocale, che segnerebbe l’occasione, per l’umanità, di una crescita spirituale senza precedenti. Discorsi che ricordano quelli dei seguaci della New Age; anche per loro la data del 2012 segnerebbe un cambiamento, ma il passaggio a una nuova era piuttosto che una catastrofe a livello planetario. Altri prevedono invece un allineamento particolare tra i pianeti del Sistema Solare (che non ci sarà), oppure l’inversione del campo magnetico della Terra (che nella storia del nostro pianeta si è effettivamente verificato più di una volta, ma sul quale non esiste alcun indizio sul fatto che debba ripresentarsi nel 2012). Insomma, alla verifica dei fatti, la preannunciata fine del mondo sembra piuttosto improbabile. E andando a cercare le origini di questa credenza si scopre facilmente che tutto è nato da una serie di libri di dubbia attendibilità. A quanto pare tutto inizia nel 1975, quando un certo Frank Waters pubblica il libro Mexico Mystique, nel quale menziona il fatidico baktun 13, sbagliandone peraltro la durata. Nel giro di pochi anni si aggregano a Waters anche il già citato Charles Berlitz (che ha avuto una certa notorietà negli anni Ottanta grazie ai suoi libri su altri temi border-line come Atlantide e Bermuda: il triangolo maledetto e José Argüelles, artista spagnolo ideatore, tra le altre cose, della “Fondazione per la legge del tempo”, che combina elementi Maya con gli I-ching e con altri ingredienti tra esoterismo e numerologia. Non mancano neanche i complottisti, che sostengono che i grandi della Terra si stanno già preparando alla catastrofe, naturalmente senza dire nulla alla gente comune. Qualcuno potrebbe obiettare che smentire la fine del mondo è davvero troppo facile. Se il 21 dicembre 2012 non accadrà niente (e potete contarci), potremo dire: «Ecco, proprio come avevamo scritto noi». Se invece qualcosa dovesse andare storto… non ci sarà nessuno che presenterà reclamo.

 

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