(TRASPORTI E TURISMO LE CALDE TEMATICHE ESTIVE IN SARDEGNA) LA PAROLA ALL'ASSESSORE REGIONALE: "STAGIONE NERA, QUALCUNO LA PAGHERA'"!

Luigi Crisponi, ad oggi, è l'assessore al turismo della Regione Sardegna

Luigi Crisponi, ad oggi, è l'assessore al turismo della Regione Sardegna


di Pier Giorgio Pinna – La Nuova Sardegna

Caro-traghetti, turisti in calo, sbarchi al rallentatore, esperti che snocciolano previsioni fosche, polemiche sui trasporti via mare. La strada è in salita. Ma finora nulla scalfisce l’aplomb manageriale di Luigi Crisponi. «Gli armatori privati hanno inferto una ferita all’isola, però sono più fiducioso e grazie alla nostra flotta guardo con più serenità al futuro», dice con sicurezza. Nato a Nuoro nel 1959, l’assessore regionale compirà 52 anni il 17 settembre. Ma è da ragazzo che si fa le ossa nell’industria delle vacanze. Diploma di ragioniere, studi nella facoltà di Lingue all’università di Cagliari poi interrotti, in passato commissario dell’Esit, da tempo alla direzione di un albergo-ristorante prestigioso in Barbagia, Crisponi è da novembre alla guida di un settore che ha conosciuto momenti migliori.

Come va la stagione, assessore? «Beh, i dati fin qui non sono ottimistici. È uno degli anni più tormentati nella storia dell’isola. Ci sono tante ombre. E la lesione più devastante, mi spiace sottolinearlo, è determinata dalla posizione vigliacca assunta dai dirigenti delle compagnie private di navigazione. Non penso si cicatrizzerà presto».

Ci sono cifre su arrivi e partenze via mare? «Precise no. Stiamo facendo elaborazioni. Ovunque si registrano forti difficoltà. Il decremento degli sbarchi appare evidente. Soprattutto negli scali di Olbia e Porto Torres. A Golfo Aranci, invece, il fenomeno appare più contenuto».

Quanto incide il caro-traghetti? «Tantissimo. I collegamenti marittimi, come proporzioni numeriche, restano naturalmente i più richiesti. Ma la crisi nazionale e internazionale ha colpito i ceti medi, appunto quelli che usano di più questi vettori. Il comportamento degli armatori ha poi creato un’immagine scomposta e dissennata. Per fortuna, alla Regione abbiamo deciso di dar vita alla flotta sarda».

C’è un aggiornamento sui risultati conseguiti grazie alla gestione pubblica? «Sono stati emessi 23mila biglietti, per un totale di passeggeri che tocca gli 80-90mila. Senza contare le auto, i caravan, le roulotte. Dal 22 giugno al 22 luglio, in un mese, abbiamo incassato oltre 7 milioni».

Qual è il suo giudizio? «Sono dati di grande valenza. Abbiamo armato le navi a tempo di record. Sui traghetti si parla sardo e si promuove la cultura dell’isola. È come aver creato un’autostrada allungata verso la nostra regione. Nel frattempo prosegue l’ottimo rapporto con la Saremar e con i Visentini, gli armatori che hanno messo a disposizione le loro unità per quest’importantissima missione».

Il presidente di Moby Lines, Vincenzo Onorato, stima comunque per la fine della stagione un calo di un milione e mezzo di passeggeri (sui 5 in genere trasportati sulle rotte per l’isola): è una previsione condivisibile? «A prescindere dall’entità dei numeri, ritengo importante sottolineare che di questa contrazione dovrebbe farsi carico lui stesso: si è rivelato uno dei nemici certi della Sardegna. E vorrei che un domani lui e altri ne rispondessero in altre sedi: stiamo infatti valutando di aprire una causa legale e chiedere i danni economici provocati dagli ostacoli messi su per contrastare il nostro sviluppo regionale».
Quali campioni si hanno sull’andamento del traffico aereo? «Le prime rilevazioni sono positive. Gli scali di Olbia e Alghero incassano un +13%, Cagliari-Elmas +7,2%».

A che cosa l’attribuisce? «Vista la situazione nei trasporti marittimi c’è un riversamento verso i voli di turisti in passato tradizionalmente portati a spostarsi in nave. Il che alla lunga porterà in qualche misura a un riequilibrio. Ma certo non a un rapporto di parità con gli sbarchi degli ultimi anni».

Come assessorato avete sondato il settore dell’autonologgio? «È stata una delle nostre preoccupazioni principali. Indirettamente, l’indicatore ha confermato i flussi ai quali accennavo: sulla base dei nostri rilievi nella richiesta di noleggio di vetture c’è il tutto esaurito».

Ci sono aree dell’isola che vanno meglio di altre? «Il calo purtroppo è mediamente generalizzato. Le differenze sono di diverso genere».

Ovvero? «Riguardano la tipologia di chi viene in vacanza. Le élites non sono toccate dagli aumenti nei prezzi dei trasporti né dalla crisi: continuano a viaggiare, come sempre. Gli hotel a 4-5 stelle ed extralusso vanno bene come al solito. La quota di presenze che viene a mancare interessa le classi medie e medio-basse».
Sono gli hotel i più colpiti? «Nelle 3.500 strutture dell’isola, in grado di offrire 250mila posti letto, c’è una forte sofferenza. Ma le difficoltà maggiori si hanno nei camping, nei bed & breakfast, persino nelle seconde case affittate da famiglie».

Come finirà? «Il turismo non prevede le partite di ritorno: chi ha perduto all’andata non potrà recuperare. Sotto questo profilo pagheremo molto salati i mancati arrivi d’inizio stagione. Ecco perché siamo concentrati sul prossimo percorso autunnale e sul 2012: con il mondo dei tour operators vareremo una strategia complessiva che terrà conto del nuovo piano regionale per questo delicatissimo settore. Un comparto che fattura un miliardo e 600 milioni all’anno e riceve contributi pubblici per appena 15 milioni».
Ma la giunta regionale non ha niente da rimproverarsi? «No, nel modo più assoluto. Gli errori sono stati fatti in passato da chi ha voluto l’abolizione di aziende di soggiorno, enti provinciali per il turismo, Esit e Isola. È anche a questi sbagli che oggi noi stiamo cercando di rimediare».

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