IL FASCINO, L'INTELLIGENZA E LE CAPACITA' DI ROSANNA ROMANO: E' IL PRIMO CAPOREDATTORE DONNA, ALL'UFFICIO STAMPA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

al centro, Rosanna Romano, che abbiamo incontrato a Milano nei giorni scorsi, per il convegno sulla figura di Giovanna Cerina

al centro, Rosanna Romano, che abbiamo incontrato a Milano nei giorni scorsi, per il convegno sulla figura di Giovanna Cerina


di Daniela Vargiu

Rosanna Romano, caporedattore all’ufficio stampa del Consiglio Regionale, ha grinta ed energia da vendere. Da sempre schierata dalla parte delle donne, vorrebbe un mondo più al femminile, e diventa particolarmente agguerrita quando si parla della situazione del gentil sesso in politica. Rosanna  è favorevole alle quote rosa,  ma non meno del 50%, anzi il 51  sarebbe meglio secondo lei. Ha iniziato a lavorare giovanissima in una televisione sarda, ancora prima di laurearsi,  esperienza che ha iniziato per caso ma che segnerà  in modo netto il suo futuro professionale. Indecisa se fare il notaio o la giornalista, Rosanna si laurea in giurisprudenza con una tesi sui profili giuridici del telegiornale. A “Sardegna Uno”, dove da collaboratrice è stata assunta come redattore ordinario è poi diventata direttore di testata; in seguito è stata direttore di testata di Sardegna Due, direttore del telegiornale regionale più giovane d’Italia, poi è passata a Videolina: entrata come capo servizio, è diventata prima vice capo redattore, poi co-direttore del telegiornale. Dopo tre anni a Videolina, è entrata in Consiglio Regionale come  Capo redattore dell’ufficio stampa e attualmente si occupa anche della comunicazione della Presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo. 

Non ti fermi mai Rosanna, punti sempre più in alto!  “No, perché in genere io non sto dove mi mettono, non ci sto proprio. Anche perché poi io ho amato talmente tanto questo lavoro che ho cercato di “assorbire” dai colleghi, che magari avevano più esperienza di me, tutto quello che mi potevano insegnare”. 

Com’è stata la tua esperienza lavorativa a tal proposito: bisogna sapersi prendere i propri spazi, altrimenti se stai ferma ti lasciano lì dove sei? “In genere non ti insegna mai nessuno niente, perché non fa comodo avere una concorrente, a meno che non si instauri un rapporto di amicizia che comunque nel nostro lavoro è molto difficile. C’ è rivalità in ogni lavoro ma soprattutto nel nostro ambiente. Nel mondo della televisione si aggiunge il  desiderio di protagonismo: chi fa televisione è egocentrico, non c’è nulla da fare. Ma io credo che ci sia spazio per tutti, sempre. Io non ho mai rifiutato un lavoro ed i lavori mi sono sempre capitati tra capo e collo, anche perché  io accettavo anche la più piccola offerta lavorativa. Oggi però i tempi sono diversi …”. 

Oggi il panorama televisivo è diverso da quello di un tempo. “Se uno ama questo lavoro, anche se in effetti i tempi sono cambiati, ci sono tante possibilità  che prima non c’erano. Al giorno d’oggi creare una televisione è molto più semplice. Prima dovevi metterci miliardi di vecchie lire,  ora puoi fare le dirette dal telefonino. Adesso il giornalista deve avere una forte connotazione tecnica, deve conoscere i nuovi mezzi di comunicazione, perché se li conosce ha più possibilità. Non ti dico che sia tutto più facile, però ha più possibilità. Aspettare la manna dal cielo non va bene per niente! La vita bisogna prenderla ed afferrare,  perché non puoi aspettare le cose, e così nel giornalismo: in una redazione la notizia te la vai a cercare! La vita purtroppo non aspetta. Anche se, devo ammetterlo, io sono stata una fortunata..Ma tieni presente che io sono una stacanovista, facevo le dirette a Sardegna Uno ed a Videolina di 20 ore, non avevo cali. Ora comunque ho finito con la televisione, la faccio solo per beneficienza e per presentare manifestazioni organizzate da qualche amico”. 

Ora passiamo a qualche domanda sulle pari opportunità. Con quote rosa intendiamo quel concetto secondo cui bisogna facilitare l’inserimento delle donne nella vita politica di un paese. Questo concetto è molto dibattuto, poiché se da una parte vengono fatti molti sforzi per imporre la presenza femminile ed evitare la discriminazione, generata da una cultura sessista nei confronti delle donne, dall’altra parte si dice che la minor presenza delle donne sia una questione d’attitudine. Molti dunque ritengono  che sia discriminatorio imporre delle quote rosa. Cosa ne pensi tu sulle quote? “Io prima ero assolutamente contraria alle quote: ci deve essere meritocrazia e le donne, se brave, riescono ad entrare in politica. Poi ho iniziato ad approfondire l’argomento (lo sguardo di Rosanna si illumina), ho cercato di capire perché nei Paesi del Nord Europa votano donna. Ho esaminando i  sistemi elettorali dei paesi in cui la presenza femminile è, se non pari, quasi pari, in tutto il mondo, non solo nel sistema europeo. Tieni presente che attualmente  il paese al mondo con più alta percentuale di donne  nei parlamenti europei è il Ruanda, unico al mondo in cui abbiamo superato gli uomini. Ho chiamato l’ambasciata del Ruanda per indagare sulla loro legge elettorale, scoprendo così che loro hanno quote, dei numeri  di seggi fissati per le donne, ma non solo: anche per persone con handicap e giovani”. 

Mi sai dire la percentuale esatta? “53,8 % sono le loro donne in Parlamento, unico sistema al mondo nel suo genere.  Sono poi andata ad esaminare il sistema elettorale della Svezia e Paesi europei, accorgendomi che loro sono passati attraverso le quote come misura transitoria nella Costituzione. Ecco allora che ho fatto questa analisi: è meglio essere non discriminate ma non essere ai vertici, oppure essere discriminate ed essere nella stanza dei bottoni? Io ti dico che è meglio essere discriminata ma essere nella stanza dei bottoni. Io voglio essere un panda, ma voglio comandare! Il problema è che le donne non votano per le donne, perché le donne, l’elettorato femminile, è il  51% circa, e se le donne votassero per le donne ci sarebbero più donne in Parlamento”. 

Allora che succede? Perché le donne non votano per le donne? “Perché noi non abbiamo capito niente, noi non facciamo lobbies!  Mentre gli uomini sì, ce l’hanno scritto nel loro DNA, noi ci facciamo la guerra non sulle grandi questioni, bensì sulle stupidaggini, sul colore del rossetto per esempio, ma la dobbiamo smettere: ci sarà sempre qualcuna più bella, più alta, più magra,più in gamba, più intelligente delle altre,  Facciamo squadra!”. 

Le donne hanno una forma di  rivalità tra loro, oppure magari considerano i maschi più affidabili?  “No, prima di tutto ci sono troppe poche donne candidate, fino adesso. La Campania ha fatto una legge elettorale nuovissima. La legge prevede una doppia preferenza di genere, ossia una persona di genere diverso rispetto alla prima scelta. Ora la Campania ha 14 donne elette su 60, mentre prima, nella scorsa legislatura erano solo 2 su 60 è la regione che ha avuto l’incremento maggiore di donne, comunque allora questo è un modo per arginare le quote e fare una legge elettorale positiva, almeno per far cambiare mentalità.  E tornando alle quote, ora io sono favorevole,  e dico mettiamole come  misura transitoria nella Costituzione, abituiamo l’elettorato. Tra 10 anni togliamo le quote e vediamo come va! Secondo uno studio in Inghilterra, la parità nei parlamenti di tutto il mondo potrà essere raggiunta tra 200 anni … Io non ho nessuna intenzione di aspettare 200 anni!”. 

Qual è la situazione In Sardegna? “In Sardegna la situazione non è diversa rispetto alle altre regioni d’Italia, ma finalmente abbiamo una donna  presidente del Consiglio Regionale, Claudia Lombardo, giunta alla sua quarta legislatura, ed in Sardegna non era mai successo, è la più giovane donna a ricoprire questo ruolo nella storia d’Italia, è un record assoluto. È una donna brava, capace intelligente, ne abbiamo bisogno”. 

Meglio essere stupide purché al potere? “Meglio se intelligenti, ed  io non credo che se si è  belle si sia automaticamente delle cretine.  Perché se una è bella  o decente automaticamente è una stupida?. Io sono molto agguerrita in questo campo. 

Mi puoi presentare i tuoi due libri, “Una questione di democrazia”, premio internazionale giornalismo di addetto stampa 2009,  e poi ”Le donne sarde nelle istituzioni”, anche questo premio addetto stampa dell’anno 2004. “Il giornalismo di un ufficio stampa è diverso da quello d’inchiesta tipico dei giornali,  e redazioni, televisioni: devi rendere trasparente il palazzo. Noi qui siamo assolutamente obiettivi, siamo l’ufficio stampa della maggioranza e dell’opposizione, dobbiamo essere  imparziali ed obiettivi, come deve essere un giornalista. Quando io lavoravo nelle televisioni mi sono accorta che non trovavo dati accorpati delle donne in politica, e mi venne in mente di scrivere questi libri, feci la proposta al consiglio regionale. Il primo libro ha un taglio soprattutto sardo, nel secondo mi sono estesa anche al mondo, a livello europeo. È inutile parlare di Sardegna se non la paragoniamo al resto del mondo. Ho chiamato tutte le Ambasciate, ho trovato tutti  i dati così e li ho accorpati. È stato un lavoro grande e di grande soddisfazione.” 

Parlami del Tg Argento. È un’esperienza che ho fatto qualche anno fa. Ho creato un tg con gli anziani, nessuno ci credeva. Ho conosciuto persone straordinarie, mi ricordo Tatiana Peri, 95 anni, conduttrice del telegiornale; tutti ci chiamavano, e l’ho portata al Maurizio Costanzo show, al Tg1, Tg2, Tg3. La Sardegna è famosa per la longevità, e queste persone anziane facevano informazione  – non come Velone, una cosa patetica -. Ho creato  un telegiornale degli anziani per gli anziani, adeguando il linguaggio, facendo interviste lunghe, posate. Una cosa che ha fatto scalpore in tutta Italia: Terra su Canale 5 ci ha dato spazio in prima serata. La mia intenzione era di evitare che diventassero un fenomeno da baraccone, cosa che spesso accade oggi. Sono stati 3, 4 mesi  di divertimento e di  grosso impegno, con ascolto altissimo. Non sono una che fa le cose a metà, e cerco di farle al meglio. Io mi impegno, per me non esiste altro. Posso morire ma io rispetto i termini, anche nei tempi previsti. Questo è un mio pregio”. 

In base alla tua esperienza, le donne sono davvero interessate alla politica? Secondo dati Istat, le persone che fanno politica gratuita, quale volontariato, senza ricevere compenso, sono meno di un quarto della percentuale donne. Le donne dunque pare non siano realmente interessate in questo settore. Le donne non hanno tempo da perdere! Fanno volontariato 24 ore su 24: assistono gli anziani, i figli o il marito; il mondo della politica è un mondo maschile, dove gli accordi si fanno dopo cena con bicchiere di whisky in mano. E le donne? Nel dopocena hanno da finire di pulire casa e mettere figli a letto. No, non abbiamo tempo da perdere!”. 

Rosanna, a fine intervista, mi dispensa  utili consigli per un mondo dove bisogna essere sempre intraprendenti, senza arrendersi mai, ma avere anche molta umiltà. Mi regala un suo libro e mi accompagna all’uscita, ma prima di andare via dal suo ufficio noto la sua rassegna stampa personale: una serie di fogli attaccati al suo scaffale, uno dei quali recita “I neuroni preferiscono le more”. Mi dice che scherza sempre Rosanna , e che è molto contenta che i neuroni preferiscano le more … Non le manca nemmeno l’ironia! 

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