SOLIDARIETA' AI PASTORI DELLA SARDEGNA CON UNA POESIA: AD AUGUSTO … (FRA I PASTORI)

 
di Mirella Vargiolu

 Scorreva un ruscelletto fra le folte                            Godi questa tua pace, quest’incanto
siepi di pioppi argentei ove quel giorno                    la voce dell’uccel, quella del vento
ti vidi ascoso ; le tue vacche intorno                         il mormorio del rio che scorre lento ;
pascevan l’erba, placide e raccolte                             l’orgoglio tuo sia il flauto ed il tuo canto.
Il mormorio dell’acqua e quel del vento                    Oh, potess’io cambiare il viver mio
accompagnavi al flauto ; le alte fronde                     da can randagio col tuo stato lieto,
dei pioppi si chinavano profonde                              potessi anch’io sognare sopra il tuo letto
a carezzarti con un dolce accento.                             Di frasche, ognor cullata dal tuo rio !
Dal mio apparir turbato fosti un poco,                      Oh, non lasciar per il moi mondo bruto
e rivolgendomi cautamente gli occhi                         quest’oasi fresca, di bellezza piena,
di repente cessasti i cari giochi                                  ove scorre la vita si’ serena
e tentasti fuggire in altro loco.                                  Ché per un nulla  perderesti un tutto.
Ma presto fummo amici. Le tue cose                        Qui tutto é tuo : le mucche, il prato, i fiori,
lodai, gentile, e me ne fosti grato                              l’oro del sol, l’argento della sera,
con un sorriso pieno ; per il prato                              per te soltanto soffia si leggera
corremmo insieme allegri, di festose                         la brezza e s’alzan si soavi cori.
grida riempiendo l’aria. Poscia, lieti,
sedemmo  e stanchi presso il ruscelletto.                   Tieniti tutto questo, Augusto mio,
calava il sole, il cielo già violetto                               ed altro non bramar ché di verace
l’alma invitava a confidar segreti :                             in questa vita é solo la tua pace !      
«  Lei studia, signorina ? Che vuol fare ?
…e chissà quante cose avrà imparato !
Se questo tempo non mi fosse ingrato
anch’io con tutto il cuore vorrei studiare,
ma da grande, lo giuro, andro’ lontano,                   
sulle navi  in marina o in aviazione :
volare ! Che bel sogno, ch’emozione … « 
Del tuo primo rimpianto neppur l’ombra
in quel tuo sguardo acceso : Qual brama
ti prende l’alma ? Ohimé ! Ti chiama
già la fallace vita e già t’ingombra !
Quale fama, qual gloria ti promette !
Credi, fanciullo mio queste parole :
Ogni conquista tua morrà col sole
e nascerà con lui novella sete.
Sol nel dolor dell’ultima tua notte,
con l’amarezza in cuor, rotto nell’ossa,
andando mesto verso la tua fossa
t’accorgerai d’aver le mani vuote.
 
 
 
                                                           A voi tutti che volete partire lontani…
                                                           Con la speranza di salvarvi a tempo                                                                                                                                    Mirella Vargiolu

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2 commenti

  1. Mirella Vargiolu (Francia)

    Grazie per l’onore che mi fate e per l’utile piacere che questi versi possono procurare. Un caro saluto.

  2. giuseppe floris

    sei sublime, ogni parola è una carezza al cuore e all’anima. in un aggettivo superlativa a pari i Dedola

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