LA CORTE DEI CONTI BACCHETTA TIRRENIA: DUBBI SULLA PRIVATIZZAZIONE

nave della Tirrenia nel porto di Genova

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Il percorso per la privatizzazione di Tirrenia e Siremar «non è esente da difficoltà da ricondurre anche a una risposta debole dei soggetti potenzialmente interessati all’acquisto del gruppo». Lo sottolinea la Corte dei Conti spiegando che «rimane in gara un unico gruppo imprenditoriale, la cui quota di maggior rilievo (37%) è detenuta da un soggetto pubblico», cioè la regione Sicilia. «In questo contesto, in cui non mancano profili di incertezza e problematicità», scrive la Corte nella Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Tirrenia per il 2009, «sono sopravvenute le disposizioni dell’articolo 1 del decreto legge 6 luglio 2010, numero 103, contenenti misure di carattere straordinario in tema di responsabilità dell’amministratore unico, sulle quali la Corte esprime riserve». Le perplessità della Corte dei conti non finiscono qua: «Sebbene in calo rispetto al precedente esercizio, resta consistente l’esposizione debitoria di Tirrenia: i debiti della società, in prevalenza verso il sistema bancario, sono di 657 milioni (802 milioni nel 2008), a fronte di partite creditorie per 103 milioni». I giudici ripercorrono le principali tappe del processo di privatizzazione del gruppo che dovrà concludersi entro il 30 settembre del 2010, «termine imprescindibile anche ai fini del rispetto delle disposizioni comunitarie che regolano il settore». I dati del 2009 relativi alla gestione economico-finanziaria di Tirrenia mostrano come «il valore della flotta, costituita da venticinque unità, cinque delle quali destinate alla vendita, è pari, nel complesso, a 824 milioni. Il patrimonio netto della società è pari a 345 milioni, con una flessione sul 2008 di 13 milioni in conseguenza della cessione delle controllate Caremar, Saremar e Toremar». Quanto ai risultati reddituali, «il saldo tra valori e costi della produzione è nel 2009 di 29 milioni, in diminuzione sul 2008 (per 12 milioni) per l’effetto combinato della contrazione dei ricavi dell’attività marittima e del minor importo della sovvenzione di equilibrio corrisposta dallo Stato, che passa dai 102 milioni del 2008 agli 80 del 2009. L’utile di esercizio è di 9,7 milioni». A livello di gruppo (Tirrenia più Siremar), il valore della flotta, costituita da 44 unità, sei delle quali destinate alla vendita, è pari, a fine 2009, a 915 milioni. 

 

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