"RUHR 2010", CAPITALE DELLA CULTURA. IN GERMANIA C'E' ANCHE UN PEZZO DI SARDEGNA

Rohr

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di Caterina Pinna

La Ruhr celebra il suo lavoro e lo fa bruciando non più carbone ma tanta cultura. E’ la prima volta che il titolo di capitale europea viene assegnato dalla Ue a un’area industriale che ha trasformato le miniere chiuse e le ciminiere spente in uno straordinario teatro di archeologia industriale, ricco di iniziative e di luoghi da scoprire. La stagione della grande industria che per un anno fa bella mostra di sé, grazie agli interventi delle star dell’architettura che hanno fatto rinascere gasometri, caldaie, centrali elettriche e mulini, è legata a filo doppio con la Sardegna e soprattutto con il Sulcis. E’ qui, nel cuore nero della Germania, che migliaia di sardi, soprattutto minatori, hanno trovato una nuova vita di lavoro. A Oberhausen, una delle 53 città del bacino della Ruhr, nel 1956 arrivarono da Carbonia i primi minatori. Oggi le due città sono gemellate. “La Germania – dicono i vecchi minatori – l’abbiamo fatta grande anche noi”. A settembre, lo spettacolo “nel grembo della terra” racconterà storie di emigrazione e lo stretto legame tra i due paesi.

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