AL CIRCOLO SARDO DI PAVIA, CONFRONTO POETICO FRA LOGUDORO E CAMPIDANO NEI POEMI DI ANGELO PORCHEDDU E FAUSTINO ONNIS

un momento dell'incontro di Pavia, con in primo piano il Presidente del "Logudoro" Gesuino Piga

un momento dell'incontro di Pavia, con in primo piano il Presidente del "Logudoro" Gesuino Piga


di Paolo Pulina

Nel pomeriggio di sabato 15 maggio 2010, il Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia, in collaborazione con l’ Assessorato del Lavoro della Regione Autonoma  della Sardegna e con la Federazione Associazioni Sarde in Italia (FASI), ha organizzato un confronto critico (con lettura dei versi) tra le opere poetiche di due autori: il logudorese Angelo Porcheddu (di Banari) e il campidanese Faustino Onnis (1925-2001). Dopo i saluti di Gesuino Piga, presidente del “Logudoro”, è spettato a Salvatore Tola, studioso esperto di letteratura in lingua sarda, dare un inquadramento storico-critico dei due poeti, entrambi autodidatti: Faustino Onnis  (nato a San Gavino Monreale nel 1925, morto a Selargius nel 2001) – ha detto Tola –   ha sempre avuto una costante: “l’inclinazione a far confluire i moti dell’animo e della mente nelle correnti che si formavano nella società del suo tempo; così gli era accaduto negli anni della guerra, quando l’istinto di ribellione lo aveva condotto precocemente a confluire nel movimento antifascista”. Di Angelo Porcheddu (del 1937, nato e residente a Banari, in provincia di Sassari) Tola ha indicato una caratteristica: “il dato più evidente delle sue poesie, che nascono da un lavoro modesto e silenzioso quanto pregevole, è che sono in rima e il suo verso è sempre preciso negli accenti e nella rima”. Porcheddu ha quindi letto alcune poesie tratte dalla sua raccolta “Tessinzos de s’anima” (Tessiture dell’anima), pubblicata  nel 2003, che comprende oltre 100 componimenti di media lunghezza scritti nei 10 anni precedenti. Tola  ha sintetizzato così la poetica di Porcheddu: “Ha saputo dare spessore e specificità a uno dei temi più frequentati dai poeti sardi di ogni tempo, quello dell’etica, del comportamento di ognuno, del ‘come si deve vivere’. […] Parte da un capovolgimento radicale: la sua è infatti la riflessione che prende lo spunto più dal proprio comportamento che da quello degli altri”. Tola ha concluso ricordando che entrambi i poeti hanno vinto i più prestigiosi premi di poesia in Sardegna (a partire dal Premio “Ozieri”). Vincenzo Pisanu, poeta ma anche componente della Fondazione “Faustino Onnis” Onlus, ha illustrato gli scopi di questa Fondazione, volta a valorizzare l’opera poetica e il contributo culturale del personaggio cui è intestata, e ha dato lettura di alcune poesie della raccolta  “Perdas” (prima edizione  1993, con 70 poesie in versi liberi scritte dal 1962 al 1990), che è stata ristampata  nel 2009 proprio come prima iniziativa della Fondazione (presieduta da Rita Corda, si avvale di un prestigioso Comitato tecnico scientifico composto, oltre che da Pisanu,  da Giulio Angioni, Gavino Maieli, Giulio Paulis,  Francesco Sonis e Maurizio Virdis). Pisanu, amico e grande estimatore di Onnis (riuscì a convincerlo a collaborare  con lui anche in programmi di diffusione della variante campidanese della lingua sarda   trasmessi da radio locali del Sud Sardegna), ha definito Onnis un “faro” sia dal punto di vista poetico e culturale (ha lasciato anche, tra gli altri scritti, un “Glossariu sardu-campidanesu”) che sotto il profilo dell’impegno civile.

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