Flop Maddalena per il G8: con Bertolaso tutto si risolve. Gli operai al lavoro sistemano il degrado

ricerca redazionale (nella foto: Guido Bertolaso)

 

Lavori in corsa. Operai impegnati a sistemare i soffitti crollati, a rimuovere i calcinacci, a ripristinare gli intonaci scrostati dall’umidità e dalle piogge, a riordinare dietro nuovi pannelli i cavi e i tubi che, erano a vista (per esempio nella hall dell’hotel "2", quello che avrebbe dovuto ospitare Barack Obama). E ancora: gru al lavoro per ristrutturare i tetti. Nei punti dove si erano aperte delle falde e in quelli dove le raffiche di maestrale avevano scoperchiato le tegole. Come è successo a uno dei portelloni laterali della "Casa sull’acqua", la sala conferenze. Dopo la denuncia sul flop del G8 alla Maddalena (costo 327 milioni, posti di lavoro zero) e sullo stato di abbandono e degrado in cui versano le strutture costruite per il vertice poi trasferito all’Aquila, la Protezione civile – incaricata dal governo per l’allestimento del G8 attraverso una apposita struttura di missione – è corsa ai ripari. Tecnici e operai sono intervenuti nell’ex Arsenale, l’area (155mila metri quadri) dove doveva svolgersi il G8 e dove avrebbe dovuto alloggiare la delegazione americana. Le strutture dell’ex Arsenale sono state risistemate e saranno mostrate ai giornalisti, con una visita guidata, dal capo della Protezione civile (e ministro in pectore) Guido Bertolaso, dal presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci e dall’architetto progettista Stefano Boeri. Gli operai, con l’ausilio di bracci meccanici, hanno lavorato in particolare sul tetto dell’hotel che si affaccia sulla darsena (700 posti barca): lì sopra, come ha raccontato la video- inchiesta di Repubblica una settimana fa, era stata costruita una piscina. Ma il pavimento in legno, così come molto altro, aveva ceduto, logorato dall’abbandono di questi otto mesi. I cantieri alla Maddalena sono stati aperti il 28 maggio 2008 e chiusi il 31 maggio 2009. Da allora a oggi le strutture sono sempre state protette da guardiani. Ma il servizio di sorveglianza (affidato ai 23 lavoratori della ditta Nautilus lasciati a casa) è stato decisamente più efficace di quello di manutenzione. Soffitti crollati, cavi a vista, infiltrazioni d’acqua, tetti e pannelli venuti giù. In una struttura costata, solo quella, 209 milioni di euro. E dove tutto, la hall con il pavimento bianco intarsiato, gli interni firmati dallo stilista sardo Antonio Marras, le camere e le suite, la spa con saune, bagni turchi e lettini per massaggi, l’area delegati, la strabiliante "Casa sull’acqua", l’edificio denominato "Stecca" e molto altro ancora, giace abbandonato e inutilizzato da quando – era il 23 aprile 2009 – Berlusconi annunciò il trasferimento del G8 all’Aquila. Stessa sorte è toccata all’altra mega-struttura costruita per ospitare i grandi del mondo: l’hotel cinque stelle plus sorto nell’edificio un tempo ospedale militare. Costato 75 milioni e ancora proprietà della Marina (si attende il passaggio alla Regione Sardegna, come accaduto con l’ex Arsenale), l’hotel appariva lasciato completamente a se stesso, nonostante l’illuminazione esterna notturna e il riscaldamento. Non c’è un imprenditore che sia interessato a questa cattedrale inutilizzata: l’ultima gara, il 23 settembre 2009, è andata deserta. Perché così com’è stato realizzato, di fronte al mare ma senza un accesso al mare, senza una spiaggia né una banchina né un camminamento, e anzi con uno scarico fognario proprio lì davanti, l’hotel non può fare gola a nessuno. La gestione dell’ex Arsenale se l’è invece aggiudicata, per 40 anni, la Mita Resort di Emma Marcegaglia. Un ottimo affare per il presidente di Confindustria, che ha messo le mani sulla struttura (Mita Resort è stata l’unica a partecipare al bando) a un prezzo di saldo: 40 milioni allo Stato e 28 (in 40 anni) alla Regione Sardegna. Berlusconi annunciò che l’ex Arsenale avrebbe ospitato una decina di incontri internazionali. L’unico, finora, è stato il bilaterale Italia- Spagna. Nell’agenda di Mita Resort ad oggi c’è solo la Louis Vuitton Cup, che arriverà a maggio e che tutti, alla Maddalena, aspettano come una specie di cerotto per curare le ferite del G8 "scippato".

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