La speranza? Per molti è stata sommersa dalle macerie

di Massimiliano Perlato

 

Come era prevedibile col trascorrere delle ore aumentano le stime, purtroppo ancor provvisorie, dei morti e dei dispersi sotto le macerie del terremoto in Abruzzo. Ogni tanto si assiste a notizie e ad immagini che scorrono incessanti nei tg di persone che vengono estratte ancora vive da quell’inferno, ma che purtroppo non riescono a contro-bilanciare la conta dei deceduti. Tante le iniziative che in queste ore, da ogni parte d’Italia, stanno prendendo forma per portare testimonianza di solidarietà e aiuti concreti alle popolazioni colpite in prima persona dalla tragedia. Persone che hanno perso ogni cosa in loro possesso, sfuggite alla morte, ma che si ritrovano in queste ore a dover fare i conti con la realtà più crudele. Su tutti i quotidiani oggi non si parlava d’altro, immagini, testimonianze, e quasi non ci si rende conto di tutto questo, non ancora. Un Paese, un’ Italia che da subito ha risposto con generosità commovente, e guarda un po’ il caso, perfino la politica almeno in queste ore sembra non dividersi e non creare troppe polemiche. Fatto strano per il nostro Paese. Abituato quasi sempre a creare contrasti circa qualsiasi cosa accada, e a creare colpe e capri espiatori su ogni fatto. Stavolta sembra di no, la solidarietà, la voglia di "combattere" nonostante ci si senta indifesi e debilitati sta vincendo su tutto, in primis sulla paura che è la grande incognita di queste ore. Un nemico invisibile, che non puoi sapere dove e quando colpirà ancora. In che modo, con quale forza. E con quale forza le centinaia di persone addette ai primi soccorsi trovano maniera di confortare ed aiutare il prossimo? Con una capacità straordinaria di adattamento. C’è voglia in tanta gente comune di prendere e partire, magari andare fin laggiù a dare una mano, a fare qualcosa. Purtroppo fin dalle prime ore la Protezione Civile italiana ha fatto sapere che non è possibile per chiunque prendere parte alle operazioni di soccorso, bisogna essere in grado. Bisogna avere le capacità giuste, essere in grado di saper in un certo senso "dove mettere mano". Si può fare tanto però anche restando nelle proprie città. Come spesso accade in questi casi, sono stati messi a disposizione numeri di telefono attraverso cui effettuare modeste donazioni che però possono fare molto. Ma soprattutto, al di là dei "soldi" essendo questa un’emergenza che riguarda in prima linea le persone che non hanno più nulla si stanno creando specie nella capitale attraverso iniziative volontarie di tanta gente comune svariati "punti di raccolta" nelle più diverse zone della città e della periferia. Punti di ritrovo in cui chiunque può regalare qualcosa di piccolo ma di indispensabile. Oggetti di uso comune, qualsiasi cosa che una persona possa immaginare di avere necessità dopo aver perso tutto. Un pensiero, oltre che a tutti i colpiti, va indubbiamente a tutte le forze dell’ordine e a tutti  i contingenti di soccorso che non smettono mai di cercare tra la polvere che ormai ha ricoperto ogni cosa, perfino le lacrime rimaste.

 

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