Il pessimismo dell'Unione Europea: nel 2009 a rischio 3,5 milioni di posti di lavoro

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Nel 2009 ci sono circa 3,5 milioni di posti di lavoro a rischio in Europa. Sono le ultime previsioni della Commissione Ue, in base alle quali è attesa quest’anno una contrazione complessiva dell’occupazione pari all’1,6%. Tra i settori più colpiti auto, servizi finanziari, meccanico e trasporti, con una annunciata perdita netta di oltre 100.000 posti di lavoro da ottobre 2008 a gennaio 2009. I dati sono quelli effettuati nel monitoraggio mensile della Commissione Ue sull’andamento dell’occupazione. «L’industria dei motori», si legge, «è uno dei settori più colpiti dal rallentamento economico. Nel settore auto, i principali produttori hanno annunciato sospensioni temporanee della produzione, riduzione della mobilità e della cassa integrazione, così come tagli ai posti di lavoro a tempo determinato. Anche se al momento non ci sono notizie di chiusure definitive di fabbriche». Bruxelles spiega come l’accelerazione dell’impatto della crisi sui posti di lavoro è stata più decisa del previsto. Perché se di norma tale impatto si fa sentire a distanza di due-tre trimestri, l’aggravamento della situazione nelle ultime settimane ha fatto precipitare il tutto. Il tasso medio di disoccupazione nell’Ue è passato dal 6,8% dei primi del 2008 al 7,4% dello scorso dicembre, con 300.000 disoccupati in più nel giro di un mese. Tra gli Stati membri, la disoccupazione è aumentata da novembre soprattutto in Spagna, ma anche in Germania e nel Regno Unito. Nel 2008 il conto corrente della bilancia dei pagamenti italiana ha registrato un saldo negativo di 49,726 miliardi contro un rosso di 37,361 miliardi (+12,3 miliardi). L’aumento del disavanzo complessivo nel 2008 rispetto al 2007 – fa sapere Bankitalia – è stato determinato dalla variazione negativa del saldo dei redditi (10.092 milioni), delle merci (2.480 milioni) e dei servizi (592 milioni). Il saldo dei trasferimenti unilaterali ha registrato una variazione positiva di 799 milioni. A dicembre si sono registrati afflussi netti di 2.089 milioni per investimenti diretti e deflussi netti di 2.395 milioni per investimenti di portafoglio. Gli altri investimenti hanno invece generato un afflusso netto di 4.369 milioni. Negli investimenti di portafoglio (italiani ed esteri) si è passati da un afflusso netto di 18.102 milioni a uno di 121.924 milioni (+104).

 

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